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Turismo profondo rosso

Quella del 2024 è un’estate da dimenticare? La domanda gira tra gli operatori turistici. 

Teoricamente sarebbe ancora presto per fare un bilancio della stagione turistica 2024. I conti si chiudono il 31 dicembre. Tuttavia alcune riflessioni penso vadano fatte.

Il mese di agosto, il mese per eccellenza della vacanza, non è andato bene. Presenze in linea con il 2023 ma con dati lontanissimi dal 2019, anno pre-covid. La tabella è chiara. Riduzioni dall’8% di Bellaria al -19% di Cattolica.

Inoltre tutti i comuni costieri si registra una forte contrazione della capacità di spesa da parte della clientela. D’altra parte gli stipendi valgono meno e di conseguenza sono meno le famiglie che si possono permettere una vacanza.  Che viene decisa all’ultimo, sperando in sconti last minute e spulciando fra i prezzi più bassi. Aumentano solo gli stranieri, dato positivo ma non sufficiente a coprire il calo degli italiani.

I dati sono diversi se prendiamo i mesi invernali, caratterizzati da fiere e congressi, oppure maggio con grandi eventi sportivi e non solo. Ma a giugno si entra in sofferenza, che prosegue con luglio ed agosto. Vi è una contrazione del turismo balneare evidente per le ragioni che primo richiamavo. Nei primi otto mesi i pernottamenti sono in crescita rispetto al 2023, ma in forte calo rispetto al 2019. Non credo che le mucillaggini abbiano influito più di tanto. E’ possibile che incidano di più il prossimo anno.

Per questa ragione a mio parere i dati 2024 indicano una tendenza del turismo balneare destinata ad una riduzione di arrivi e pernottamenti lenta ma inevitabile.

Che fare?

Domanda non banale e non semplice la risposta. Rimango dell’idea che occorra impegnarsi sul fronte della riduzione e riqualificazione alberghiera sulla nostra costa. Nel breve periodo prendere in considerazione un bonus vacanza per le famiglie italiane.  Ma non credo che il governo lo farà. Vale la linea del tutto va bene.

 

Pernottamenti mese di agosto 2024. Fonte Regione Emilia-Romagna

 

I salvataggi, il mare d’inverno e le bugie di Jacopo Morrone

Ho già commentato l’ordinanza della Capitaneria di Porto che impone il servizio di salvamento quando lo stabilimento è aperto a prescindere del periodo dell’anno. Significa che se un bagnino apre il primo maggio e distribuisce lettini a chi vuole prendere il sole deve avere il servizio di salvamento. L’intervento della Capitaneria di Porto (su scala nazionale) fa riferimento al mantenimento del servizio di salvamento per l’intero arco temporale della stagione balneare così come indicata dal Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 116. Nel decreto la stagione balneare è: “Il periodo di tempo compreso fra il 1° maggio e il 30 settembre di ogni anno, salvo eccezioni dovute a motivi climatici, che vengono utilizzate per la balneazione”. Il governo in carica allora era il Berlusconi IV, con ministri Fitto e Giorgia Meloni.

Detto questo è utile chiarire alcuni punti:

  • Jacopo Morrone se la prende con il Pd che aveva criticato il Governo per la circolare delle Capitanerie di Porto ed in particolare il ministro per competenza Salvini: “Su temi come quello del salvataggio di vite umane si applicano norme di carattere generale che esulano dal piano politico”, chiosa Morrone. Non è così, le capitanerie di porto fanno riferimento ad una legge dello stato approvata nel 2008 con il governo Berlusconi.
  • Continua il parlamentare leghista: “Se i progetti di allargare la stagione balneare a mesi non estivi sono, come sappiamo, già una realtà, dovrebbero essere le amministrazioni regionale e comunali a stabilirne le regole”. Ha talmente ragione che sono anni che la regione Emilia-Romagna regolamenta l’uso dell’arenile. In particolare, le ordinanze regionali prevedono l’attività balneare che deve prevedere il servizio di salvamento mentre negli altri periodi i titolari degli stabilimenti balneari non sono tenuti ad assicurarlo. Nel 2024 la stagione balneare si concludeva il 22 settembre ed era iniziata l’ultimo weekend di maggio.
  • Concludendo, il pasticcio delle Capitanerie di Porto si basa su una legge che prevede l’apertura minima e massima della stagione balneare tenendo conto delle specificità del nostro paese. Viceversa la circolare delle Capitanerie non tiene conto delle diversità tra regioni per il clima e tanto meno delle ordinanze regionali. Alla faccia del federalismo della Lega tanto sbandierato e realizzato con una legge che fa anche danni.
  • Tralascio di commentare l’atteggiamento degli attuali concessionari che hanno perso l’occasione di rispondere nel merito senza inutili polemiche e rappresaglie.

 

Il Parlamentare della Lega Jacopo Morrone

Il Pd e la lista per il consiglio regionale

Non ho mai scritto del dibattito delle scorse settimane nel Partito Democratico per i candidati alle  elezioni regionali del 17-18 novembre. Facendo parte della direzione provinciale del Pd avevo l’occasione per dire eventualmente la mia opinione senza dovere usare mezzi d’informazione.

Scrivo oggi, a discussione chiusa e lista approvata, per commentare come è uscito il dibattito sui quotidiani locali, Resto del Carlino e Corriere di Romagna in primo luogo. Sinceramente capisco l’esigenza giornalistica di rendere attraente una notizia, ma mi pare che si sia andati oltre.

Ricordo che la proposta di lista è stata approvata da 90 componenti la direzione e due astenuti. Di fatto un voto unanime. Ebbene leggo sui quotidiani citati: “Dal cilindro spunta Raffaeli. Il medico in lista con Petitti, Parma e Gobbi per porre fine allo scontro tra le correnti”. Perché questa lettura? Da chi è stata suggerita? Io, ad esempio, ho apprezzato la candidatura di Raffaeli per due buone ragioni: per evitare di avere solo candidature di Partito in senso stretto e per dare coerenza alla nostra battaglia per il servizio sanitario universale. Raffaeli garantisce entrambi questi obiettivi.

Poi altro titolo: “La resa dei conti”. Il riferimento è alla mancata candidatura di un esponente dei giovani democratici. E’ successo anche nel passato, come nel passato è stato candidato il giovane di allora, Andrea Gnassi, poi eletto. Sinceramente non vedo il dramma. Il Pd ha fatto del rinnovamento sempre un tratto distintivo e lo sarà anche in futuro. D’altra parte tenere insieme tutte le esigenze, territoriali, di genere, di formazione culturale-politica, in una lista di quattro candidati, non è semplice. Solo per dire che vi è stata una vasta discussione, vi sono state più proposte ed alla fine il Coordinamento provinciale del Pd e la direzione hanno fatto la sintesi. Il voto mi pare chiaro. Alimentare sempre lo scontro, guardare dietro le quinte, ipotizzare scenari bellicosi rappresenta dal mio punto di vista un modo vecchio di leggere la politica. In realtà il dibattito è molto più immediato ed in tempo reale senza andare dietro per questo ad interpretazioni non sempre fondate.

Sopra:Emma Petitti e Simone Gobbi, sotto Alice Parma e Wiliam Raffaeli

Maurizio Melucci

 

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