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Non è stato sicuramente un finale di stagione estiva facile per la Sicilia, in termini di trasporto pubblico extraurbano. Il mese di settembre, con annesso inizio delle scuole ha, ancora una volta, fatto venire a galla gravi criticità. L’ Ast, tra le principali aziende di trasporto pubblico extraurbano della Sicilia, è in crisi, non riesce più a garantire le corse e mancano i mezzi. Tra ferrovie ancora a binario unico e rischio di privatizzazione degli aeroporti, spostarsi in Sicilia sta risultando complicato.

Crisi Ast: lo sciopero e i disagi nei Paesi Etnei

Come già anticipato, non è stato un rientro a scuola facile per gli studenti di tutta la Sicilia. Nei Paesi Etnei, ad esempio, negli ultimi giorni gli utenti hanno segnalato diverse corse saltate, tra cui quella delle 7 del mattino, per varie tratte. Si tratta di una corsa fondamentale per studenti e per lavoratori, i quali sono stati costretti ad arrivare in ritardo.

Il 22 settembre Faisa Cisal Sicilia ha dichiarato essere pronta allo sciopero, lanciando un grido di allarme  a tutte le istituzioni sulla grave crisi che da tempo purtroppo vede protagonista l’Ast. Il problema più serio è quello concernente il parco vetture. La carenza di mezzi “ha causato e continua a causare l’interruzione di pubblico servizio, ma nessuno delle istituzioni, Governo regionale, assessorati competenti, governance e dirigenza Ast ne ha voluto prendere atto”, questo è quanto si leggeva nella nota di Faisa Cisal Sicilia.

Nel gruppo Facebook “I disservizi dell’Ast” è tanta l’indignazione dei cittadini, i quali, anche oggi, stanno affrontando un’ altra giornata di calvario. “Ho inviato un’email al comune di Pedara e di Tremestieri Etneo. Non so se centri qualcosa, ma veramente non so più chi contattare. Vediamo se magari loro possano avere delle risposte per quanto riguarda la tratta Pedara-Catania”, commenta un utente. Nei Paesi Etnei la situazione è, infatti, critica. A Pedara il servizio sarebbe affidato ancora ad Ast, in attesa di Etna Trasporti che dovrebbe, provvisoriamente, subentrare. Tuttavia, pare che le corse stiano continuando a saltare. Gli utenti della tratta che, da Pedara, va a Tremestieri Etneo, Sant’Agata Li Battiati e Catania continuano a chiedersi quale sarà il loro destino. Per le altre linee, come Acireale, Ficarazzi, Belpasso e Nicolosi, stanno già prendendo servizio Interbus e Zappalà Torrisi.

Crisi Ast, Paesi Etnei: che fine ha fatto il progetto EtnaRail

Se lo chiedono in molti ma senza ricevere risposta. A fronte dell’attuale crisi dell’Ast e di un problema di congestione del traffico che interessa l’hinterland catanese, è ancora caccia a una soluzione. Era il 2015 quando La Città Metropolitana di Catania, riunita attraverso i sindaci dei comuni coinvolti e i responsabili della Soprintendenza e della Città Metropolitana, ha approvato all’unanimità, EtnaRail, il progetto di metropolitana leggera su monorotaia che collegherà, su due linee, i comuni di Pedara, Mascalucia, San Gregorio di Catania, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo e San Giovanni la Punta al capoluogo etneo. Il progetto rappresenterebbe una seria alternativa al mezzo privato, con il supporto anche della metropolitana FCE.

In un vasto territorio come quello della Città Metropolitana di Catania in cui, con l’aumento della popolazione dei paesi etnei è cresciuto a dismisura il traffico che converge verso il capoluogo etneo, la necessità di un sistema di trasporto pubblico all’altezza si fa sempre più sentire.

L’ evoluzione dell’iter del progetto, dopo il 2015, ha visto, però, delle complicazioni: la fase di approvazione urbanistica con i vari Enti era stata conclusa, ma sono sovvenuti problemi di finanziamento. L’ 80% delle risorse per la costruzione sarebbero derivate da fondi POR mentre la restante parte sarebbe a carico di privati, in project financing. Nel 2016 però, con il Decreto Legislativo 50/2016 è entrato in vigore il nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni che ridefinisce le normative in materia in base ad alcune Direttive Europee: le nuove norme intervengono in maniera incisiva sul sistema del project financing.

Con il nuovo Codice degli Appalti la percentuale massima di contribuzione pubblica è stata ridotta al 30%, creando non poche difficoltà a far quadrare il piano economico e finanziario del progetto “EtnaRail”.

A questo punto, la soluzione potrebbe essere quella di cercare un partner straniero forte, oppure l’amministrazione pubblica rappresentata dalla città metropolitana come Ente dovrebbe interamente farsi carico dell’opera, abbandonando il sistema del project financing.

Che cos’è EtnaRail

Il progetto della monorotaia prevedrebbe la realizzazione di 2 linee (verde e arancione), con tempi di percorrenza di 20 minuti da capo linea a capo linea. Verrebbero utilizzati materiali ecosostenibili e tutta la linea sarà coperta da impianti fotovoltaici per garantire un basso impatto ambientale. Nel progetto sono previsti anche ampi parcheggi lungo le tratte e interazioni con la già esistente metropolitana per invogliare i cittadini all’utilizzo dei mezzi pubblici. La vettura di EtnaRail è stata appositamente pensata per il territorio catanese e si caratterizza per bassa rumorosità, basso inquinamento e design moderno.

La linea verde sarebbe la “Pedara – Stadio”, con 11 fermate, coprendo anche i territori di Mascalucia e Gravina. Una volta giunti a Cibali, si potrà usufruire della metropolitana FCE. La linea arancione sarebbe, invece, la “San Giovanni La Punta – Borgo”, con 7 fermate e di 2 parcheggi scambiatori lungo un percorso di 10 km. La tratta comprenderebbe i territori di San Gregorio, Trappeto e Canalicchio.

EtnaRail, Barbagallo: “Opera non più rinviabile”

Nel 2021 e nel 2022 qualcosa sembrava muoversi. L’ allora sindaco di Catania Salvo Pogliese aveva presentato 3 anni fa le priorità alla Ministra Carfagna. Tra queste, era compreso il progetto EtnaRail: “Un altro importante progetto che va tenuto nella massima considerazione riguarda le due linee in monorotaia elettrica, un sistema pienamente compatibile con l’ambiente, chiamato Etnarail, per colmare la storica mancanza di un collegamento rapido tra i comuni della zona sud del vulcano e la città di Catania, furono queste le parole pronunciate da Pogliese nel 2021.

Sulla stessa linea dell’ormai ex sindaco del capoluogo etneo, Anthony Barbagallo, Capogruppo del PD in Commissione Trasporti, nel 2022 definiva l’opera come non più rinviabile, forte anche del supporto di Cancelleri: “Il Pd ritiene la realizzazione del collegamento tra Catania e i paesi etnei un’opera infrastrutturale fondamentale per lo sviluppo dell’intero territorio, sia dal punto di vista economico sia sociale. Penso che debba avere priorità assoluta per i prossimi anni e dunque accogliamo con soddisfazione che il governo nazionale, attraverso il sottosegretario Cancelleri, sostenga il valore strategico di un progetto di questa portata”.

La speranza è, dunque, che sia la volta buona per dare manforte a questo progetto, a fronte della grave situazione che sta vivendo l’Ast.

 

 

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