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“Se la disoccupazione giovanile è in discesa, si stanno recuperando molti giovani ai margini, qualche talento inizia ad arrivare anche dall’estero, forse abbiamo capito che quando formazione e mondo del lavoro si parlano i risultati iniziano ad arrivare. E questo accade anche grazie al contributo degli Its Academy di qualità, dove cioè la didattica è innovativa, laboratoriale e coprogettata con le imprese, con un solido asse pubblico-privato”. Così Riccardo Di Stefano, presidente dei giovani
imprenditori di Confindustria e delegato del presidente all’Education e
all’Open innovation in un’intervista al Sole24Ore.
“Ecco allora che gli Its Academy vanno fatti conoscere a tappeto nelle scuole e tra studenti e famiglie. E occorre avere una vision oltre il Pnrr, che non può non passare anche per risorse congrue e certe e per un rigoroso monitoraggio”.

 

Di Stefano, oggi sarà alla cerimonia dei diplomi dell’ITS
Meccatronico del Lazio
: “Una realtà davvero bellissima. Da quando è partito, nel 2019, l’Its Meccatronico del Lazio ha diplomato 112 ragazzi, registrando un tasso d’occupazione praticamente del 100%. E oggi su 97 soci della Fondazione ben 68 sono imprese, raddoppiando rispetto al 2022. Ciò testimonia la quantità e qualità del lavoro fatto da Maurizio Stirpe, e che ora continua con la nuova presidente, Miriam Diurni, in stretto contatto con scuole e territorio. Del resto, Confindustria lo ha sempre sostenuto, gli Istituti
tecnologici superiori sono una risorsa per giovani, aziende e intero Paese:
l’87% dei neo diplomati (dato medio nazionale, fonte Indire, ndr) ha un impiego, che è anche coerente con il percorso formativo svolto nel biennio, e si entra nel mondo del lavoro dalla porta principale, a 21-22 anni. Ora, grazie alla spinta del ministro Giuseppe Valditara, in 172 istituti è partita anche la
sperimentazione del modello 4+2, cioè quattro anni di scuola superiore più due anni negli Its Academy, che noi sosteniamo con convinzione. Perché dobbiamo dirlo chiaramente: l’istruzione tecnica e tecnologica è una
formazione d’avanguardia e di assoluta eccellenza”.

 

Per Di Stefano siamo dunque sulla strada giusta: “Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso a poco più del 20%, e anche il numero di Neet, giovani che non studiano e non lavorano, è in diminuzione. A luglio poi l’occupazione tra i 15 e i 24 anni è aumentata e ci sono meno inattivi. Non siamo ancora tra i primi della classe a livello internazionale, ma è un segnale. Aver riallacciato il dialogo scuola lavoro è stata la scelta
giusta.
E proprio i temi della formazione, ben collegata al lavoro, delle competenze e dell’innovazione saranno al centro del nostro convegno dei
giovani imprenditori a Capri, in calendario l’11 e il 12 ottobre”.

 

Quello che serve è la “forte la presenza delle imprese che accompagnano la crescita dei ragazzi, ne stimolano le ambizioni e li aiutano nel realizzarle. Ogni anno abbiamo bisogno di 47mila diplomati
Its Academy, ma il sistema ne riesce a formare appena 7mila
. Un mismatch
elevatissimo che ci costa 43,9 miliardi in termini di mancato valore aggiunto,
una cifra corrispondente a quasi il 2,5% del Pil italiano.
Ecco, qui occorre intervenire. Serve con urgenza una intelligente campagna di comunicazione, non c’è più tempo da perdere. La crisi demografica, certo, non aiuta. Ma dobbiamo sfruttare tutti i canali possibili, incluso il piano Mattei, con l’ingresso, in legalità, di giovani stranieri formati secondo standard e necessità italiani”.

 

C’è poi da attuare la riforma degli Its, e gestire il post Pnrr: “Confindustria ha lavorato molto per far arrivare risorse aggiuntive agli Its Academy, e sono giunti 1,5 miliardi. Ma dopo il Pnrr ci deve essere un
valore congruo di risorse per il sistema Its:
oggi ci sono 48 milioni di fondi nazionali, ne servono almeno 300. E sarà ancora più necessario
l’attento e rigoroso monitoraggio da parte di Indire
che spero possa essere esteso anche alla sperimentazione della filiera formativa tecnologico professionale, che proprio agli Its Academy si ispira. La nostra stella polare devono essere i giovani, non la proliferazione delle Fondazioni. Per giustificare questo investimento dobbiamo infatti prendere spunto da chi si è comportato in modo efficiente e costruttivo, lavorando per i giovani e la crescita complessiva di imprese e territorio. In altre parole, bisogna guardare alla qualità, e dobbiamo far sì che gli Its Academy consolidino una propria identità. Solo così convinceremo tanti ragazzi a scegliere questo percorso”.

 

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