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Quando arriva il pagamento del rimborso del modello Redditi 2024? Chi ha utilizzato il modello Redditi PF per la dichiarazione dei redditi – o comunque lo farà entro la scadenza del 31 ottobre – dovrà attendere più tempo per ricevere un eventuale rimborso Irpef rispetto a chi invece ha utilizzato il modello 730 (anche senza sostituto d’imposta).

Il modello Redditi e il modello 730 sono profondamente diversi per quel che riguarda la liquidazione dell’eventuale rimborso Irpef per due motivi fondamentali:

  • nel modello 730 si può indicare un sostituto di imposta che si occupa di versamenti al Fisco e di liquidare il rimborso, mentre nel modello Redditi no;
  • nel modello 730 se il conguaglio risulta a credito il rimborso di quanto versato in eccesso è automatico, nel modello Redditi va espressamente indicato nella dichiarazione che si desidera il rimborso. In alternativa il credito derivante viene automaticamente predisposto per essere inserito nella dichiarazione dei redditi successiva. In questo caso, quindi, il rimborso spettante non si riceve e si rimanda l’eventuale utilizzo o rimborso nella dichiarazione dei redditi dell’anno dopo.

Questo non toglie, però, che il contribuente possa esplicitamente richiedere il rimborso del credito derivante dal modello Redditi Pf, anche se l’attesa per riceverlo potrebbe essere anche molto lunga.

Il rimborso del modello Redditi va richiesto

Per indicare come utilizzare le eventuali imposte a credito il contribuente (o chi per lui) deve compilare il quadro Rx del modello Redditi in cui indicherà come vuole utilizzare l’eventuale credito per le eccedenze di versamenti. La scelta è tra utilizzare le somme a credito in compensazione nella dichiarazione dei redditi successiva, o ricevere il rimborso delle stesse direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Va ricordato, in ogni caso, che non spetta rimborso e non possono essere usati in compensazione crediti che abbiano un importo pari o inferiore ai 12 euro.

Nella compilazione del quadro Rx il contribuente può optare per diverse scelte:

  • rimborso diretto dall’Agenzia delle Entrate;
  • utilizzare il credito in compensazione;
  • riportare il credito nella dichiarazione dei redditi dell’anno dopo.

Se non viene effettuata alcuna scelta si considera automaticamente la terza opzione.

Laddove invece abbia optato per la prima opzione, sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a pagare il rimborso una volta eseguiti i normali controlli. Si ricorda, infatti, che le dichiarazioni dei redditi sono sottoposte al controllo automatizzato ai sensi dell’articolo 36 bis del d.P.R. n. 600 del 1973, finalizzato a verificare la correttezza dei dati esposti. Solo in seguito sarà possibile procedere all’accredito del rimborso spettante.

Inoltre, prima del pagamento l’Agenzia delle Entrate verificherà che il richiedente sia in grado di incassare le somme spettanti: ad esempio viene controllato se questo è ancora vivo e in caso contrario sarà necessario individuare gli eredi a cui volturare il rimborso.

Un’operazione che potrebbe richiedere molto tempo: a tal proposito l’Agenzia delle Entrate suggerisce – per velocizzare le procedure – di comunicare fin da subito il codice Iban del proprio conto corrente sul quale desidera che venga pagato il rimborso.

Dopo quanto arriva il rimborso del modello Redditi?

Quando arriva il rimborso del modello Unico?Il credito di imposta derivante dal modello Redditi arriva con tempistiche ben più lunghe rispetto a quelle previste per i rimborsi del 730. Con quest’ultimo modello, infatti, dipendenti e pensionati ricevono le somme a credito direttamente in busta paga nei mesi successivi a quello della presentazione della dichiarazione dei redditi. Anche in assenza di un sostituto di imposta il rimborso del 730 avviene entro la fine dell’anno da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda, invece, il rimborso derivante dal modello Redditi i tempi sono più dilatati. Solitamente l’Agenzia delle Entrate provvede all’rogazione solo dopo che sono trascorsi 6 mesi dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi e questo fa slittare le erogazioni all’anno successivo.

A incidere sulle tempistiche del rimborso può essere anche l’importo dello stesso: somme elevate, infatti, richiedono una serie di controlli ulteriori, con l’Agenzia delle Entrate che si concentrerà in particolare su alcune delle detrazioni di cui si è usufruito (in questo periodo storico specialmente sui vari bonus edilizi, se goduti).

Per chi è fortunato e non incappa in controlli e verifiche, quindi, il rimborso potrebbe arrivare anche nella primavera 2025. Ci sono, però, casi in cui lo stesso viene erogato addirittura dopo la presentazione della dichiarazione successiva. In questo caso, di fatto, bisognerà attendere l’autunno 2025.

 

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