L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha respinto a maggioranza con dieci no (Lega, FdI, FI, Patto civico) e sette sì (Pd, M5S, Bianconi e Porzi – Misto) la mozione a firma di Vincenzo Bianconi (Misto), Michele Bettarelli (Pd), Thomas De Luca (M5S), Fabio Paparelli (Pd) e Donatella Porzi (Misto) che chiedeva alla Giunta di «emanare entro 15 giorni gli atti necessari per l’erogazione del bonus per grave disabilità e non autosufficienza, in attuazione dei principi di universalità dell’accesso alle cure, autodeterminazione, non discriminazione, pari opportunità, libera scelta tra forme di assistenza diretta e indiretta e non discriminazione tra disabilità grave e gravissima previsti dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa n.95 del gennaio 2021».
L’atto, Bianconi l’ha illustrato ricordando che «il Consiglio regionale ha approvato nel 2021 la mozione ‘Ampliamento dell’offerta di prestazioni e servizi che, sulla scorta di un progetto personalizzato, basato sulla libertà di scelta, rafforzi il sistema di protezione sociale e di cura delle persone con disabilità e/o non autosufficienti e ne permetta la permanenza nel proprio domicilio’. L’atto prevedeva una serie di impegni in capo alla Giunta regionale, tra i quali la predisposizione di un progetto personalizzato e relativo budget di salute per tutte le persone disabili e/o non autosufficienti, superando la distinzione tra disabilità grave e gravissima e a garantire i relativi interventi per una puntuale realizzazione ed attuazione del progetto. La rimozione degli ostacoli, anche burocratici, che impediscono un equo accesso a servizi e misure di sostegno, snellendo procedure di accesso e di rendicontazione, spesso vessatorie nei confronti della persona disabile, anche dotandosi di un’anagrafe di servizi e prestazioni attive»
Nel corso del suo intervento, Valerio Mancini (Lega) ha sottolineato: «Con questa mozione si vorrebbero impegnare due milioni di euro entro 15 giorni. Si tratta di un impegno puramente politico ma che induce una corresponsabilità tra maggioranza e opposizione. Non è possibile modificare una legge con una delibera di Giunta, questo non sembra chiaro ai proponenti. Se il Prina è sbagliato – ha osservato Mancini – allora bisogna cambiare la legge e quanto è stato detto oggi in Aula non corrisponde al vero. Questa mozione non permetterà a nessuno di prendere bonus o assegni. Si tratta solo di una parodia politica. Voterò contro la mozione».
Thomas De Luca (M5S) ha affermato che «il Prina è un atto amministrativo. La mozione chiede di dare attuazione alle previsioni del Prina prima della fine della legislatura.
L’assessore Coletto ha dimostrato una evidente assenza, un vuoto politico pneumatico che ora porta a chiedere interventi rapidi per superare situazioni critiche. La maggioranza ha assunto degli impegni che ora sta disattendendo».
Per Paola Fioroni (Lega), «persistono delle disparità di trattamento rispetto alle persone con disabilità. Chi vive una disabilità deve chiedere a 100 diversi interlocutori per ottenere ciò che gli spetta per diritto. Inoltre devono scegliere a quale risorse accedere, cercando di scegliere le misure più adatte alla propria condizione. Stiamo andando, attraverso il Progetto di vita, verso il superamento di questa situazione. Si potrà così accedere ai sostegni più soddisfacenti per ogni persona. Solo in questo modo i diritti dei disabili saranno realmente esigibili».«Ci sono persone – ha replicato Bianconi – che aspettano questi sostegni da 9 anni, che potrebbero non vedere la conclusione della sperimentazione che parte a gennaio e che hanno bisogno di aiuto oggi. La deliberazione dell’Aula contiene un richiamo alla compatibilità di bilancio degli interventi, quindi se ci fosse davvero questo contrasto, per voi il problema sarebbe risolto».
L’assessore alla Sanità, Luca Coletto, ha detto che «rispetto alla deliberazione dell’Assemblea, abbiamo costituito il tavolo di coordinamento sulla disabilità per ascoltare e coinvolgere le associazioni. La proposta di delibera – ha ricordato – prevedeva dei bonus una tantum che distoglieva 2 milioni dal fondo e dai servizi per la comunità. Non erano risorse aggiuntive ed andava contro le attuali norme nazionali, che puntano al passaggio dall’erogazione monetaria alla fornitura di servizi diretti. E dal 2025 partirà la sperimentazione proprio a Perugia. Un intervento sensato sarebbe l’aumento delle pensioni di invalidità, per dare risposte alle persone e alle famiglie. Ulteriori fondi dal bilancio regionale non possono essere recuperati a questo punto».
Andrea Fora (Patto civico): «Al centro del dibattito di oggi c’è la scelta di spostare alcune risorse del Prina verso gli interventi monetari diretti alle persone disabili. La Giunta ha finanziato, per la prima volta in dieci anni, il Prina con risorse proprie. Non facciamo un buon servizio se ingaggiamo una battaglia su questo argomento, anche se il tema politico c’è. L’Umbria è tra le sei regioni scelte per sperimentare il progetto di vita indipendente. E se questo comporta la rinuncia ai bonus una tantum, forse vale la pena di aspettare qualche mese e affrontare la sfida della sperimentazione. Voterò contro la mozione». Così Donatella Porzi: «Il voto che possiamo esprimere oggi – ha osservato – non mette in discussione la sperimentazione del Progetto di vita. Anche oggi si avete dimostrato che si possono votare solo gli atti della maggioranza»
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