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Cosa serve per ottenere il finanziamento legato all’acquisto di un prodotto; cosa controllare prima di firmare il contratto; perché l’informazione «interessi a tasso zero» è spesso fuorviante.

Se hai acquistato un’autovettura in una concessionaria, o hai comprato un costoso smartphone o un elettrodomestico in un ipermercato, molto probabilmente hai sottoscritto un prestito finalizzato: cosa bisogna sapere quando si concludono operazioni del genere? A cosa bisogna fare attenzione prima di concludere il contratto? E quali sono i rischi? Te lo spieghiamo in questo articolo, per metterti in condizione di difenderti dagli errori più comuni.

Prestito finalizzato: cos’è e come funziona

Il prestito finalizzato è un tipo di finanziamento che si ottiene per l’acquisto di un bene o servizio specifico, come un’autovettura, una moto, un elettrodomestico, un set di mobili o anche un viaggio.

La particolarità del prestito finalizzato sta nel fatto che non viene concesso direttamente al consumatore, bensì al venditore del prodotto o del servizio che il cliente intende acquistare.
Nel prestito non finalizzato, invece, la somma viene erogata al richiedente, il quale poi potrà spenderla per le sue esigenze.

In altre parole, nel prestito finalizzato il cliente non “vede” i soldi arrivare sul suo conto, perché essi vengono accreditati al venditore del prodotto; fermo restando che dovrà essere, poi, il richiedente del prestito a dover pagare le rate programmate per il rimborso.

Da questa caratteristica emerge che nel prestito finalizzato la somma viene concessa esclusivamente per comprare un determinato bene o servizio, e non può essere utilizzata per altre finalità. C’è quindi, una specifica limitazione d’uso nell’importo erogato. Di solito il compratore non si accorge della differenza, anche perché il prestito finalizzato viene proposto direttamente dal venditore del bene o del servizio – ad esempio, la concessionaria auto – che opera in collaborazione con una banca o con una società finanziaria.

Dal punto di vista commerciale, il prestito finalizzato offre diversi vantaggi, tra cui la facilità di accesso rispetto ad altre forme di finanziamento “libero”, come il prestito personale o il prestito liquidità, e l’abbinamento a tassi di interessi più bassi, in modo da incentivare i consumatori all’acquisto di determinati prodotti. Non a caso, i prestiti finalizzati vengono pubblicizzati con formule del tipo: «tua a soli 189 euro al mese», che però sono insufficienti per valutare l’effettiva convenienza dell’offerta, come ti spiegheremo fra poco.

Spesso il prestito finalizzato viene abbinato a un’assicurazione sul prodotto acquistato, utile in caso di perimento del bene (è triste dover continuare a pagare le rate per una macchina che è stata rubata o distrutta in un incidente; con l’assicurazione ci si cautela da tali eventualità).

Prestito finalizzato: cosa serve per ottenerlo?

L’accordo di finanziamento per ottenere un prestito finalizzato è stipulato tra il consumatore richiedente, il venditore del prodotto che questi intende acquistare e la banca, o società finanziaria, che approva l’operazione ed eroga la somma. Di solito il venditore agisce nei confronti del cliente anche come intermediario della banca o della finanziaria che offre il prestito finalizzato.

Normalmente, per ottenere un prestito finalizzato di modesto importo è sufficiente dichiarare le proprie generalità ed esibire la carta di identità e il codice fiscale. Se la somma richiesta non è esigua (orientativamente, dai mille o duemila euro in su) e il cliente non è personalmente conosciuto, possono essere richieste informazioni sul lavoro svolto, sulla composizione del nucleo familiare, sui redditi percepiti e sui beni patrimoniali posseduti.

Solitamente, vengono richieste le ultime buste paga, le certificazioni uniche rilasciate dal datore di lavoro, dall’ente pensionistico e dai soggetti che hanno erogato compensi soggetti a ritenuta e – soprattutto per i lavoratori autonomi – anche le dichiarazioni dei redditi, per assicurarsi della capacità finanziaria del richiedente nel rimborso delle rate programmate.

Nei casi dubbi (ad esempio, un contratto di lavoro a tempo determinato con scadenza prima del termine di completamento del rimborso del prestito) può essere richiesta, a maggior garanzia per l’istituto erogante, una fideiussione personale prestata da un parente, un amico o un socio, che si impegna a intervenire con il proprio patrimonio nel caso in cui il debitore principale non dovesse rimborsare puntualmente le somme dovute.

In genere la pratica viene trattata velocemente, e la domanda di prestito finalizzato viene approvata, o rifiutata, in un paio di giorni lavorativi, o in una settimana al massimo. Quando arriva l’approvazione, potrà essere perfezionato anche il contratto di acquisto del prodotto finanziato. Tuttavia, affinché la richiesta di prestito finalizzato vada a buon fine occorre anche – come per tutti gli altri tipi di finanziamento – avere un buon merito creditizio, cioè non essere stati protestati e non essere in ritardo nel pagamento di rate di finanziamenti precedenti.

Inoltre, non bisogna richiedere importi sproporzionati rispetto alla propria capacità di rimborso, altrimenti la richiesta verrebbe respinta. Ad esempio, un lavoratore dipendente con un reddito di 1.500 euro mensili non potrà ottenere un prestito finalizzato per comprare una costosa autovettura, che richiederebbe di pagare rate superiori al suo stipendio. Di regola, l’importo della rata programmata per il rimborso non deve mai superare un terzo dei redditi stabilmente percepiti, e sempre a condizione che non vi siano già altri mutui, finanziamenti e prestiti in fase di rimborso, altrimenti sarebbe troppo facile aggirare il limite frazionando le richieste.

Prestito finalizzato: cosa controllare prima di firmare

Abbiamo visto che con il prestito finalizzato si può ottenere, in tutto o in parte, la somma necessaria per acquistare i prodotti scelti, e ci si impegna a rimborsarla in rate secondo un piano programmato, e comprensivo degli interessi. È proprio questo il punto da controllare con la massima attenzione.

Tieni presente che il contratto di finanziamento deve contenere, in base alla normativa sulla trasparenza, l’indicazione specifica degli interessi applicati e del relativo tasso con cui vengono calcolati. Inoltre per ogni rata deve essere indicata la quota capitale e la quota interessi (solitamente, nelle prime rate è maggiore la parte degli interessi, mentre nelle rate finali prevale il rimborso del capitale). Ciò serve per calcolare esattamente e in ogni momento a che punto si è arrivati nel rimborso, cosa è stato pagato e quanto rimane ancora da versare per estinguere totalmente il prestito ricevuto.

Se sei un consumatore, cioè stai acquistando il prodotto finanziato come un privato non imprenditore o professionista nell’ambito della sua attività (ad esempio: un imprenditore agricolo che compra un trattore, o un lavoratore autonomo che compra un pc per il suo ufficio), godi delle garanzie informative previste dalla legge per i prestiti finalizzati. In particolare prima di firmare il contratto il finanziatore o l’intermediario deve consegnarti il modulo SECCI (acronimo di Standard European Consumer Credit Information) che contiene tutte le informazioni necessarie, e strutturate in modo chiaro e comprensibile. Questo serve per consentirti di valutare l’offerta di prestito ed, eventualmente, di compararla con quelle di altri istituti, che potrebbero risultare più convenienti rispetto a quella che il venditore ti ha proposto.

Nell’esaminare questo prospetto informativo, fai particolare attenzione alla durata del piano di rimborso, al numero ed all’ammontare delle rate, ai costi previsti in caso di ritardato pagamento (interessi di mora e penali contrattuali) e alla metodologia applicata per il calcolo degli interessi applicati sulle rate.

Dovrà esserti comunicato preventivamente non solo il TAN – tasso annuo nominale – ma anche, e soprattutto, il TAEG – tasso annuo effettivo globale – comprensivo di tutti i costi collegati al finanziamento (ad esempio, le spese per l’assicurazione, le commissioni di incasso rata, le spese di gestione della pratica e per l’invio delle comunicazioni periodiche).

Tieni presente che TAN e TAEG non sono la stessa cosa e potrebbero essere molto divergenti: ad esempio, un TAN pubblicizzato come pari a zero potrebbe “nascondere” un TAEG ben maggiore, a causa dell’incidenza delle spese fisse e variabili sui costi totali inseriti nel piano di rimborso. Il TAEG è un indice armonizzato a livello europeo e conoscerlo in anticipo è indispensabile per poter confrontare le offerte dei vari operatori presenti sul mercato. Perciò, a parità di altre condizioni, scegli il prestito finalizzato che prevede il TAEG più basso.

Ricorda che il TAEG non comprende gli interessi di mora, perciò se ritardi il pagamento di alcune rate potresti esporti a costi ulteriori, oltre alle eventuali procedure di recupero coattivo dal credito intraprese dalla banca o dalla finanziaria erogante.

 

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