Nessuno quella notte del 23 febbraio 2018 avrebbe mai potuto immaginare che via Santa Caterina a Giugliano non avrebbe più riaperto al traffico. E nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel tonfo sordo, che corrispondeva al crollo del collettore fognario, sarebbe stato l’inizio di un calvario per residenti e commercianti. In realtà quella notte si scoperchiò un vaso di Pandora che fino a quel momento aveva nascosto ciò che serpeggiava sotto l’asfalto e le abitazioni della zona e cioè una fogna al collasso.
Oggi, dopo sei anni, l’arteria stretta tra via Oasi Sacro Cuore e via Spazzilli è ancora chiusa perché è necessario ripristinare l’intero collettore e non solo il tratto collassato. Ma l’odissea per i residenti, stretti in un imbuto e costretti a percorsi alternativi, potrebbe giungere al termine nel giro di un paio d’anni almeno. Il sindaco Nicola Pirozzi fa sapere che «l’auspicio è che tra ottobre e novembre 2025 partano i lavori». Insomma tra un anno dovrebbe essere aperto il cantiere che potrebbe poi richiedere un paio d’anni. Uno spiraglio in questi anni di buio in cui molti negozi hanno chiuso per sempre e chi ha potuto abbandonare casa lo ha fatto.
Misteri e ritardi
La svolta è arrivata nel 2022 quando la Regione ha stanziato 20 milioni per il rifacimento del sistema fognario. Uno stanziamento cospicuo ma necessario in quanto il Comune non ha in bilancio una cifra simile. Quindi oggi cosa si attende? Perché non partono i lavori? Sono queste le domande che si pongono in tanti dato che via Santa Caterina è ancora una ferita aperta. «Il Comune ha completato tutte le procedure, anche il progetto definitivo è stato redatto – spiega il sindaco -. Attendiamo il decreto di finanziamento da parte della Regione così che poi potrà essere bandita la gara e dare il via ai lavori. L’impegno della mia amministrazione è stato di trovare le risorse in tempi idonei così che a fine mandato inizierà l’opera, spero per la seconda metà del 2025 – prosegue Pirozzi -. L la promessa sarà mantenuta pienamente quando partirà la gara d’appalto».
Il progetto è complesso perché non si tratta di una semplice fogna bensì di un collettore che sarà ricostruito in cemento armato per un chilometro. Complessità acuita dalla presenza di sottoservizi in superficie. L’infrastruttura esistente è obsoleta, non regge il carico dello sviluppo edilizio che c’è stato negli anni. Il collettore della zona è il punto di arrivo delle fogne di Mugnano e Calvizzano. E il carico di acque è imponente, al punto che ad ogni pioggia via Santa Caterina come via San Francesco diventano fiumi. La nuova opera dovrebbe risolvere anche questo problema. Si spera.
La strada sprofondata: cosa è successo?
Ma torniamo alla strada collassata sei anni fa. Dopo il primo crollo del febbraio 2018, ce ne fu un secondo, a ridosso di un palazzo. Per fortuna, in entrambi gli episodi, non si registrarono feriti. Ma da quel momento è iniziato il calvario per residenti e commercianti. L’amministrazione dell’epoca avviò lavori di ripristino. Terminati i lavori la speranza era di rivedere riaperta via Santa Caterina e invece così non è stato perché i vigili del fuoco dichiararono non percorribile tutta l’arteria, anche prima e dopo il pezzo ripristinato. I fondi per rimettere in sesto il collettore non erano e non sono nelle disponibilità del Comune e per questo si è chiesto l’intervento di palazzo Santa Lucia.
L’esasperazione
I residenti non credono più alle promesse perché di impegni non mantenuti ce ne sono stati svariati. «Comprendo il loro stato d’animo – dice il primo cittadino -, ma come si vede dal finanziamento ottenuto, 20 milioni non sono nelle disponibilità di nessun Comune».
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