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Inizialmente doveva servire per realizzare una pista ciclabile che collegasse il centro sportivo del quartiere Tassina al polo natatorio di viale Porta Po. Questa, almeno, era l’intenzione che aveva spinto nel 2021 l’allora amministrazione di Rovigo a chiedere ed ottenere dal Ministero dell’Interno un milione di euro destinato alla viabilità ciclabile. Poi, però, il progetto è risultato irrealizzabile entro i tempi previsti per la rendicontazione. Perciò l’intenzione è stata abbandonata e il milione di euro di finanziamento dirottato verso il progetto “Recupero funzionale di piste ciclabili e percorsi pedonali in varie vie del Comune di Rovigo”.

E solo solo Rovigo nel 2024 non solo non ha una pista ciclabile che permetta di raggiungere la piscina, ma non ha neanche più la piscina. Peggio: alcuni dei nuovi percorsi ciclabili che si stanno realizzando in città stanno sollevando forti malumori e pesanti polemiche, come in via don Minzoni, giusto per citare un esempio.

Di fronte a tutto questo, la giunta guidata dal sindaco Valeria Cittadin ha detto “stop” e giovedì scorso ha deciso di mettere mano al Piano generale del traffico urbano adottato dalla precedente amministrazione per fermare alcuni interventi inseriti nel progetto delle ciclabili dato che quest’ultimo anticipa alcune modifiche alla viabilità urbana previste proprio dal Piano del traffico. In un “atto di indirizzo politico nell’ambito della pianificazione urbana e mobilità sostenibile” approvato in giunta si spiega che “alcune azioni di carattere strategico riportate nel Pgtu adottato dalla precedente amministrazione necessitano di ulteriori e specifici approfondimenti da parte dell’attuale amministrazione in particolare su alcuni schemi di circolazione e sullo schema a celle nelle zone centrali con specifico riferimento ad alcuni cambi di sensi di marcia” dato che questi “erano stati recepiti nella progettazione relativa all’intervento di Recupero funzionale di piste ciclabili e percorsi pedonali in varie vie del comune di Rovigo”.

Come spiegano gli assessori ai Lavori pubblici Lorenzo Rizzato e alla Viabilità Mattia Maniezzo: “L’intenzione era quella di eliminare i parcheggi di via Silvestri e via Miani, cambiare i sensi di marcia di via Badaloni, via Alberto Mario, via Speroni degli Alvarotti e molto altro. Interventi non solo assurdi senza un precedente coinvolgimento dei cittadini, ma totalmente irrispettosi del consiglio comunale, dato che non c’è mai stata una votazione relativa al Biciplan ed al Piano del traffico. Per quanto possibile sono state presentate delle variazioni in corso d’opera che ci hanno permesso di bloccare una parte del progetto e dirottare le risorse sulla manutenzione dell’esistente, ma non è stato possibile bloccare tutto il progetto”.

Rizzato e Maniezzo concludono senza lesinare critiche alla precedente giunta Gaffeo: “Il milione di euro poteva essere speso meglio e per garantire davvero la sicurezza dei ciclisti. Si tratta di fondi ministeriali destinati al Comune nel 2021, che solo ora vengono utilizzati. Già questo dato dovrebbe porre le basi per alcune riflessioni, dato che da allora sono passati ben tre anni. Dopo tre anni di riflessioni, la precedente amministrazione non ha avuto altra idea se non quella di realizzare e progettare delle corsie ciclabili di dubbia utilità e che non garantiscono realmente la sicurezza dei ciclisti. Tutto ciò senza coinvolgere i cittadini e creando ora della confusione come in via Don Minzoni, dove la corsia ciclabile non era necessaria data la parallela via Toti. Da quando ci siamo insediati abbiamo tentato di spostare le risorse verso altri interventi per la manutenzione delle ciclabili esistenti, ma dato che l’appalto era già concluso, il tutto è stato impossibile da fare e avrebbe comportato il rischio di incorrere nel danno erariale”.



 

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