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diPietro Tosca

L’autostrada A35 nel 2023 percorsa da una media di 26 mila veicoli al giorno. L’obiettivo iniziale era 40 mila. Lo studio: benefici diretti per 1,2 miliardi. Legambiene: «Solo speculazioni»

Il maxi aumento del 12,9% dei pedaggi scattato a luglio ha confermato l’A35 l’autostrada più cara d’Italia, ma soprattutto ha riacceso la discussione che l’accompagna sin dal taglio del nastro del 2014: dalla mancanza di traffico alla sua sostenibilità economica per i bilanci in perdita (quello del 2023 ha un rosso di 69 milioni), fino al vanto di essere un intervento a capitale privato. Una tempesta perfetta proprio nel momento in cui Brebemi non è mai andata meglio. Così la ricerca sulle ricadute dell’A35 sui territori presentata ieri in Regione per festeggiare i 10 anni di apertura è diventata l’occasione per una risposta punto su punto. Lo ha messo in chiaro il direttore generale Matteo Milanesi: «Le recenti uscite mediatiche rendono ancora più opportuno questo momento per fare chiarezza sui numeri e sullo stato dell’arte».

Nel 2023, percorsa da 26 mila veicoli al giorno 

Milanesi ha ricordato come Brebemi nasca per decongestionare l’A4 e aumentare la connessione della Bassa bergamasca. Una mission ancora a metà nonostante i dati in progresso. Nel 2023 l’A35 è stata imboccata da 26 mila veicoli teorici medi giornalieri con un +220% rispetto al 2014 quando erano 8 mila. Solo 10 mila però proverrebbero dall’A4, che ha chiuso il 2023 a quota 107 mila veicoli e in 10 anni ha una crescita del 3,1%. Accessi che comunque posizionano la Brebemi a metà classifica tra le autostrade italiane più trafficate. «I primi anni sono stati difficili — ricorda Milanesi —, c’era un traffico limitato dovuto alla mancanza dell’interconnessione verso Brescia realizzata solo nel 2017. Da allora il traffico è in continua crescita».




















































L’obiettivo dei 40 mila veicoli al giorno: «Sovrastimato»

È ancora lontana, però, la meta dei 40 mila veicoli al giorno promessa nel 2014. «Quell’obiettivo — ammette il direttore generale — era stato sovrastimato e poi è stato abbassato nel nuovo piano economico finanziario, con cui ora siamo in linea». Proprio nel piano c’è anche la previsione del pareggio di bilancio. «La gestione operativa è ampiamente positiva e la generazione di cassa ci ha sempre permesso il pagamento del debito. Ricordo che Brebemi è un investimento a lungo termine e gli azionisti ne sono consapevoli. Non ci spaventa né ci preoccupa un bilancio che appare negativo per lo più per partite contabili. La nostra previsione è che si possa andare in utile dal 2027».

Lungo il tragitto nati 84 insediamenti produttivi 

Intanto Brebemi esibisce lo sviluppo che ha innescato sul territorio, una crescita che la società di ricerca Agici ha quantificato in 1,2 miliardi di benefici diretti per la maggior efficienza nello spostarsi da Brescia a Milano: 820 milioni per i minori tempi di percorrenza, 180 milioni per la riduzione del costo di trasporto, 165 per minori emissioni, 23 milioni per la riduzione dell’incidentalità. Ci sono poi i benefici indiretti con l’approdo lungo l’A35 di 84 insediamenti produttivi (soprattutto logistici) e la creazione di oltre 4 mila posti di lavoro. Uno sviluppo che in 10 anni ha spinto l’occupazione (+5%), la crescita demografica (+2%), i redditi pro capite (+19%) e i valori immobiliari (+9%).

L’assessore Terzi: «Un modello»

Numeri che trovano l’apprezzamento di Cal, la Concessioni autostradali lombarde. «Noi nasciamo nel 2007 — osserva la presidente Cristiana Molin — con l’obiettivo di realizzare tre autostrade fondamentali per la Lombardia: Teem, Pedemontana e naturalmente Brebemi. Abbiamo dimostrato che il project financing, utilizzato anche per l’A35, funziona muovendo investimenti per 4,5 miliardi, di cui solo il 30% è di risorse pubbliche. Brebemi è un fulgido esempio con un contributo pubblico inferiore al 20%». E l’assessore alle Infrastrutture Claudia Terzi: «Brebemi insegna che le infrastrutture pensate secondo un modello sostenibile possono diventare il volano dello sviluppo come vediamo nella pianura bergamasca». Per l’A35 poi i 400 milioni di euro messi sul piatto quattro anni fa da Aleatica, multinazionale iberica per diventare azionista unico della società sono la controprova di un modello di business di successo. «Brebemi è il nostro primo investimento in Italia, vorremmo accrescere la nostra presenza», dice l’ad David Díaz Almazán.

La critica di Legambiente 

La vede in maniera opposta Legambiente che definisce l’A35 «la dorsale del dissesto ambientale della pianura lombarda» e, per voce della presidente regionale Barbara Meggetto, parla della rinuncia al governo del territorio e di un’autostrada costata 500 ettari di terreni agricoli che attira «investimenti speculativi».

19 settembre 2024 ( modifica il 19 settembre 2024 | 08:24)

 

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