Il Ftse Mib chiude in rialzo dello 0,92% a 34.192 punti. La seduta è stata caratterizzata da diversi spunti, tanto dal fronte corporate quanto dall’agenda macro.
Iniziando proprio da quest’ultima, notizie positive sul fronte dell’inflazione nell’Eurozona. A livello armonizzato, la lettura preliminare di agosto è rimasta invariata a livello mensile in Spagna (+2,2% a/a dal +2,9% di luglio), mentre in Germania è scesa dello 0,1% contro attese a +0,1% m/m e con il dato tendenziale a +1,9% a/a (+2,1% le proiezioni del consenso).
In particolare, la stima preliminare dell’inflazione tedesca “ha tutte le carte in regola per far sì che la Banca centrale europea continui a tagliare i tassi di interesse nella riunione di settembre”, affermano gli economisti di Ing.
Negli Stati Uniti, la prima lettura sul Pil del secondo trimestre ha battuto le attese, attestandosi a +3% t/t (contro un +2,8%). La crescita si è raffreddata quest’anno dopo l’accelerazione della seconda metà del 2023 e il consenso vede un’ulteriore moderazione per il resto del 2024, dato che gli alti costi di finanziamento continuano a filtrare nell’economia. Notizie positive in tal senso potrebbero però arrivare dalla decisione di politica monetaria della Fed in occasione del prossimo Fomc.
Guardando poi alle notizie aziendali, la trimestrale di Nvidia non ha rispettato appieno le aspettative del mercato e il titolo cede il 3,08% a Wall Street, ma gli analisti di Banca Akros e di Mediobanca Research ritengono che le prospettive per le aziende della supply chain come Technoprobe (+2,75%) siano buone. In netto rialzo anche Stm (+2,97%).
Ben intonata Campari (+1,7%) in scia al newsflow di settore e ai conti di Pernod Ricard (+1,98% a Parigi). La Cina, secondo quanto indicato dal ministero del Commercio, non imporrà misure anti-dumping provvisorie sul brandy importato dall’Unione Europea.
In spolvero Tenaris (+5,49%) dopo le vendite della vigilia, mentre Eni segna un +0,91% a 14,806 euro dopo la promozione a overweight (da equal weight) da parte di Morgan Stanley, con prezzo obiettivo confermato a 18 euro.
Focus poi su Ferrari, che guadagna l’1,85% chiudendo a 445,40 euro e aggiornando così nuovamente il massimo storico. Martedì Morgan Stanley aveva alzato il target price a 465 euro, ma in uno scenario “ottimista” lo vede anche a 540 euro.
Nel settore del lusso, B. Cucinelli, chiamata alla prova del mercato dopo la pubblicazione dei conti del primo semestre ieri sera, chiude a -0,34%, ben sotto i massimi di giornata. Mediobanca Research definisce i numeri solidi con la società che beneficia di un brand “virtualmente immune alle difficoltà dello scenario macro in rallentamento”.
Ancora, Ferretti cede l’1,95% in chiusura. Il gruppo registrato un utile netto semestrale di 44 mln euro (+7,6% a/a) e ricavi per 611 mln (+7,7%), ma l’acquisizione ordini è andata incontro a un rallentamento (-10,4% a/a). Inoltre, a seguito delle dimissioni del consigliere e presidente non esecutivo Tan Xuguang, Jiang Kui è stato nominato per cooptazione ed eletto nuovo presidente non esecutivo.
In grande spolvero il titolo della Juventus (+11,01%), infiammato dalle operazioni di calciomercato che la società ha comunicato nell’ultimo periodo. Particolare risonanza ha avuto l’acquisto di Teun Koopmeiners, centrocampista ex Atalanta.
Infine, Unieuro segna un rialzo dell’1,21%. Il cda ha rilevato all’unanimità alcune criticità sulle motivazioni dell’offerta di Fnac Darty, mentre non è stata raggiunta una maggioranza sulla valutazione di congruità, dal punto di vista finanziario, del corrispettivo offerto: cinque consiglieri si sono espressi a favore, cinque contrari e uno si è astenuto. I consiglieri finanziari, Equita Sim e Mediobanca, si sono comunque espresse favorevolmente sulla congruità dal punto di vista finanziario del corrispettivo.
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