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© adamikarl/Shutterstock


L’Unione europea intende proteggere la biodiversità dei propri ecosistemi: per farlo sta stanziando alcuni miliardi di euro all’anno, soprattutto nell’ambito degli interventi sostenuti dalla politica di coesione. L’impegno però varia da stato a stato

Nel 2020 l’Unione europea ha adottato una strategia per la biodiversità , che prende il 2030 come orizzonte temporale. L’obiettivo è far sì che gli ecosistemi europei siano sani, ovvero resistenti ai cambiamenti climatici, ricchi di biodiversità, e che siano in grado di contribuire alla prosperità e al benessere dei cittadini.

Per perseguire questi obiettivi, l’UE stimava che fossero necessari 20 miliardi di euro all’anno di investimenti. Tuttavia, secondo uno studio commissionato dalla Commissione europea nel 2022, pare che in realtà ci sia bisogno di più di 48 miliardi di euro all’anno.

Un importante contributo per la salvaguardia della biodiversità all’interno dell’UE proviene dalla politica di coesione. Gli investimenti della coesione in questo ambito, già significativi nel periodo di programmazione finanziaria 2014-2020, sono ancora maggiori nell’attuale ciclo di finanziamento 2021-2027. L’accordo interistituzionale che lo ha accompagnato ha espresso infatti l’ambizione di destinare nel 2024 almeno il 7,5% dei fondi totali a progetti che favoriscano la protezione della biodiversità, per salire poi al 10% del totale nel 2026 e nel 2027.

A oggi, nell’ambito della politica di coesione è previsto un investimento complessivo di oltre 22,7 miliardi di euro per azioni a favore della biodiversità, tra programmi nazionali, regionali e transfrontalieri. 16,8 miliardi di euro di questi sono coperti da finanziamenti diretti dell’UE – una quota pari a circa il 6% del totale dei fondi di coesione, in significativo aumento rispetto a quanto allocato nel ciclo di finanziamento precedente, in cui ammontava a circa il 4% del totale.

La ripartizione degli investimenti a favore della biodiversità è però molto eterogenea fra i vari paesi.

La Polonia, il maggior beneficiario della politica di coesione dell’UE, ha stanziato più di 3,2 miliardi di euro per investimenti relativi alla biodiversità. Più del doppio dell’Italia, che è il secondo stato membro con quasi 1,5 miliardi di euro; segue la Romania con 1,4 miliardi. Spagna, Cechia, Ungheria e Grecia sono gli unici altri paesi che hanno destinato più di un miliardo di euro alla protezione della biodiversità, mentre i Paesi Bassi e il Lussemburgo sono gli unici stati membri che hanno deciso di non usare i fondi di coesione per progetti con questa finalità.

Risaltano anche gli investimenti a favore della biodiversità all’interno dei progetti transfrontalieri INTERREG: grazie allo stanziamento di 1,3 miliardi di euro verranno attivati diversi progetti a cavallo tra regioni frontaliere di diversi stati.

A seconda delle esigenze specifiche dei diversi Paesi e regioni, l’articolazione degli investimenti previsti varia notevolmente. In molti stati i maggiori stanziamenti a favore della biodiversità si sostanziano in investimenti in misure di protezione della natura e della biodiversità in senso stretto, mentre in altri stati questi investimenti vanno ad affiancare altri interventi, mirati per esempio a proteggere i territori dalle inondazioni o da altri eventi naturali estremi, o a promuovere altre misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto “Energy4Future” cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina “Energy4Future

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