Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa per lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps: in cosa consiste?
La cassa integrazione è l’ammortizzatore sociale che consente ai dipendenti di continuare a percepire lo stipendio nonostante le aziende per cui lavorano abbiano dovuto sospendere o ridurre l’orario di lavoro. Si tratta di un rimedio eccezionale a cui si può accedere solo a determinate condizioni e per un periodo di tempo ridotto. Con il presente articolo ci soffermeremo su una particolare questione: vedremo cioè come funziona la cassa integrazione per partite iva.
Va detto sin da subito che solo impropriamente si utilizza questa denominazione: la cassa integrazione vera e propria, infatti, è riservata ai lavoratori dipendenti. Anche per le partite iva, però, la legge ha previsto un sussidio speciale: la cosiddetta Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro). Per poter accedere a tale beneficio occorre però che ricorrano determinate condizioni. Vediamo quali.
Cos’è la cassa integrazione?
Come anticipato, la cassa integrazione è la provvidenza economica erogata mensilmente dall’Inps con lo scopo di integrare il reddito dei dipendenti al verificarsi di specifiche circostanze che determinano una sospensione (più o meno temporanea) del rapporto di lavoro.
A differenza dell’indennità di disoccupazione, che presuppone invece la cessazione del rapporto di lavoro, la cassa integrazione interviene a supporto dei dipendenti che non possono essere più pagati dai datori a causa di eventi imprevedibili (calamità naturali, ecc.) o di crisi aziendali, nonostante il rapporto di lavoro sia ancora formalmente in essere.
Insomma: chi è in cassa integrazione non è disoccupato.
Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa: cos’è?
L’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (meglio nota con l’acronimo Iscro) è una specie di cassa integrazione per i titolari di partita iva, anche in regime forfettario.
L’indennità è riconosciuta agli iscritti alla Gestione Separata Inps che esercitano per professione abituale un’attività di lavoro autonomo.
Come funziona la cassa integrazione per partite iva?
L’Iscro è un contributo erogato per sei mesi, una sola volta nel triennio, incompatibile con pensioni, Naspi, indennità derivanti da cariche politiche, reddito di cittadinanza e misure equivalenti.
L’importo della cassa integrazione per partite iva è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate.
La prestazione non comporta alcun accredito di contribuzione figurativa e la stessa non concorre alla formazione del reddito.
Carlo ha un reddito certificato di 5.000 euro. L’importo dell’Iscro è di 625 euro, pari cioè al 25% della metà del reddito certificato (5.000/2 = 2.500 x 25% = 625).
La cassa integrazione per partite iva non può essere di importo mensile inferiore a 275,38 euro né può superare l’importo di 881,23 euro (importi aggiornati al 2023).
L’erogazione dell’indennità per lavoratori autonomi è accompagnata dalla partecipazione, da parte dei beneficiari, a percorsi di aggiornamento professionale.
Iscro: requisiti per la cassa integrazione per partite iva
Per accedere alla cassa integrazione per partite iva il lavoratore autonomo deve essere in possesso dei seguenti requisiti:
- non essere titolare di trattamento pensionistico diretto né essere assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- iscrizione alla Gestione Separata;
- non essere beneficiari di reddito di cittadinanza o di altra misura equivalente (assegno di inclusione), né di indennità di disoccupazione (Naspi, ecc.);
- avere un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei tre anni precedenti a quello di presentazione della domanda;
- avere un reddito dichiarato non superiore a 8.972 euro (aggiornato al 2023), annualmente rivalutato con l’indice Istat;
- essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
- avere la partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale.
Al ricorrere di questi presupposti, è possibile fare domanda accedendo con le proprie credenziali (Spid) direttamente al sito dell’Inps. In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato o a un altro intermediario autorizzato.
Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dedicato alla Cassa integrazione gestione separata.
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