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Carlo Rodomonti e Anna Manzo, alla guida dell’Unione Editori e Creators Digitali, hanno illustrato il ruolo di questa sezione di ANICA e i risultati che sono stati conseguiti per il settore

12/08/2024 di Gianmichele Laino

Il 5 luglio scorso, il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, intervenuto all’evento “Digital Creators & Produzioni immersive” promosso da Anica e Unione Editori e Creators Digitali, ha annunciato lo stanziamento di 1,5 milioni di euro nei contributi selettivi per favorire le produzioni innovative. Si tratta di parole interessanti, che hanno attirato l’attenzione degli addetti ai lavori e che, sicuramente, ha aperto nuovi fronti per chi, come gli editori e i creators digitali, stanno fornendo un contributo del tutto nuovo al settore cinematografico. Abbiamo parlato con Anna Manzo e Carlo Rodomonti, che – da qualche settimana – sono alla guida dell’Unione Editori e Creators Digitali di Anica: ci hanno spiegato in che modo l’istituzione di questo fondo sia stata ispirata dall’Unione e quali sono stati i passaggi adottati per disciplinare e regolamentare il settore dei creators digitali nell’ambito delle produzioni audiovisive.

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Unione editori e creators digitali, il ruolo nell’evoluzione del settore

«Innanzitutto – spiega Carlo Rodomonti a Giornalettismo -, è importante sottolineare il fatto di essere stati promotori di questa iniziativa. Abbiamo studiato quello che c’era all’estero, ad esempio in un Paese virtuoso come la Francia, e abbiamo provato a capire che tipo di supporto istituzionale veniva fornito sia alle forme di produzione, sia a quelle di distribuzione. Sui contributi selettivi, una commissione andrà a valutare i progetti in funzione di alcune caratteristiche artistiche, qualitative e di innovazione. Ovviamente, gli step normativi successivi e i decreti attuativi andranno a inquadrare meglio questo iter. Sicuramente, si tratta di una svolta epocale per il riconoscimento di un settore che ha un grande potenziale. Nel VR sta investendo Apple che, storicamente, ha una grande capacità di innovare. E il VR è sempre più utilizzato in ambito museale o in altri spazi fisici. Manca una struttura di monetizzazione efficace, ma quando ci sono delle occasioni di promozione per questa tecnologia, il pubblico non manca mai».

Il lavoro dell’Unione editori e creators digitali in Anica è stato molto importante sin dalla sua fondazione. Ad esempio, nella definizione del ruolo e della figura del creator digitale, diventando interlocutore privilegiato e informato di Agcom. «L’Unione ha avuto una visione in anteprima rispetto alle tematiche in ambito di definizione e regolamentazione della figura e del lavoro del content creator – ha spiegato Anna Manzo -. ANICA e l’Unione sono stati determinanti nell’arco dell’ultimo anno. Abbiamo partecipato attivamente alle varie fasi della discussione dell’Agcom, sin dal momento in cui era stata indetta – circa un anno fa – una consultazione pubblica e, successivamente, quando era stato creato un tavolo tecnico che aveva lo scopo di confrontarsi su questi temi e che è ancora in corso attualmente. L’Agcom ha sempre bene accolto le nostre proposte in modalità proattiva, l’Unione si è distinta all’interno dei tavoli tecnici come una delle poche associazioni rappresentanti d’imprese. Partivamo da un deserto per quanto riguarda definizioni e regolamentazioni della figura del content creator e abbiamo fatto tanti passi in avanti. C’è ancora molto da fare e noi abbiamo dato disponibilità ad Agcom sia nella stesura nero su bianco delle regole, sia nel loro continuo aggiornamento, sia nell’inevitabile attività di formazione che seguirà».

Verso l’innovazione: il ruolo dell’Unione editori e creators digitali

Le azioni che si intraprenderanno in futuro sulle produzioni innovative devono essere concepite come un’occasione per tutto il comparto dell’audiovisivo. Del resto, una delle esigenze che è emersa – anche successivamente al varo della nuova stesura del Tax Credit – è quella del rinnovamento e della riorganizzazione di un intero settore, che soltanto in questo modo (trovando, ad esempio, soluzioni innovative) può risolvere problemi strutturali. «Gli associati sono molto interessati, c’è fiducia e aspettativa – spiega Rodomonti, facendo riferimento alle novità annunciate dalla Borgonzoni -. Anche perché è un segnale che le istituzioni sostengono questo ecosistema. Abbiamo ricevuto qualche interesse ad ampliare l’Unione, ma il nostro obiettivo principale è quello di portare a casa risultati concreti. Oltre che coinvolgere più aziende, sarà importante individuare sinergie con altre aziende e con le università». Ne è convinta anche Anna Manzo: «Oggi più che mai – ci dice – ci troviamo di fronte a un settore che è pieno di punti di contatto e questo vale anche per il ruolo dei content creator nelle produzioni audiovisive. Non credo, anche per questo motivo, che ci sia una differenza così marcata tra creator digitali e performer digitali: fanno tutti parte di quella nuova generazione di talenti che si afferma nell’ambito digitale, ognuno con la propria identità e ognuno con il proprio contributo nei nuovi sviluppi alle produzioni audiovisive, grazie a nuove forme di linguaggio e di creatività. Dall’altro lato, le produzioni audiovisive possono sicuramente portare un beneficio a questa industry in termini di accesso a nuove tecnologie e di professionalizzazione di una figura in sviluppo».

Il futuro, dunque, è alle porte, anche per l’industria dell’audiovisivo: «Il più grande operatore social del mondo ha acquistato Oculus qualche anno fa – dice Rodomonti -. L’altro competitor, TikTok, ha comprato PICO. Non so se le produzioni immersive permetteranno ai creators di sganciarsi dai social network: io credo che si andrà sempre di più verso una soluzione integrata e crossmediale. I creators devono studiare, essere curiosi e non fermarsi a ciò che sanno fare, unendo creatività e competenze tecnologiche». C’è sicuramente qualche ritardo da colmare e molta strada da fare, ma il dialogo con le istituzioni potrebbe essere proficuo da questo punto di vista: «L’industry dei content creator – ha concluso Anna Manzo – è in sviluppo, anche se è un po’ in ritardo rispetto ai competitors europei. Anche per questo, il ruolo delle istituzioni deve essere fondamentale, deve contribuire allo sviluppo, al dialogo e al networking nei vari settori dell’audiovisivo».



 

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