La maledizione del Superbonus sembra non finire mai, i soldi delle vostre ristrutturazioni quando vi verranno restituiti?
Il Superbonus 110% ha sempre suscitato polemiche, fonte di discussione tra i partiti, ha subito cambiamenti, poi nuove modifiche fino a scomparire definitivamente per il 2024.
E’ stata un’operazione voluta per il miglioramento energetico delle vostre case, per adeguarle a parametri anti spreco e avere la possibilità di possedere immobili con un valore nettamente superiore grazie al rinnovo.
Questo Bonus ha dato il via a numerosi cantieri, che si sono sparsi in tutta Italia velocemente, per permettere adeguamenti di ultima generazione a molti complessi edili.
Purtroppo però le difficoltà statali ad affrontare il rimborso del superbonus ha generato continue discussioni e polemiche.
Georgetti cosa dice
Una maledizione, un’allucinazione psichedelica, devastante, come il Vajont. Queste sono solo alcuni estratti dal colorito repertorio di similitudini alle quali ci ha abituato Giancarlo Giorgetti per dipingere il Superbonus . Il senso dei suoi discorsi è chiaro: il peso del generoso aiuto, inaugurato nel 2020 per ristrutturare condomini e villette migliorando il risparmio energetico, è una zavorra sui conti pubblici, con un costo che ha già superato i 122 miliardi.
Cifra veramente esorbitante per un’Italia che vive di tagli a qualunque cosa, perché il denaro per la res publica scarseggia da troppo tempo e non si riesce a coprire il costo delle spese per i cittadini.
I rimborsi del Superbonus 110%
Il ministro dell’Economia è stato molto chiaro: bisogna spalmare il rimborso in più anni, “non sarà una possibilità ma un obbligo”. Lo ha promesso in Senato, annunciando che il governo presenterà la nuova formula per diluire lo sconto dalle tasse, alzando così un muro alle pretese in Parlamento. Il recupero delle spese al 110 per cento per quelle sostenute nel 2023, al 70 e al 65 nei due anni successivi ,sarà quindi allungato. Il sistema potrebbe essere simile a quello in vigore per le spese edilizie ordinarie, con una rata annuale di rimborso nella dichiarazione dei redditi.
Nonostante le preoccupazioni per i consumatori e i costruttori, con questa mossa Palazzo Chigi vuole alleggerire il peso sul debito, diluendo i costi almeno per i primi anni, ponendo un freno a una misura che, con le proroghe votate da quasi tutti i partiti (compresi quelli al governo), è diventata insostenibile. Lo Stato non riesce a sostenere il peso di una cifra così grande da restituire, indice che i fondi mancano, la crisi continua e l’Italia soffre di un’emorragia finanziaria.
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