diCinzia Semeraro
La candidatura della “Via Appia regina viarum” è stata promossa dal ministero della Cultura, insieme a quattro Regioni, 13 tra città metropolitane e province, 73 Comuni e 14 enti parco che insistono sul suo percorso
La Via Appia Antica – nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea – è stata iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. La decisione è arrivata da New Delhi, nel corso della 46esima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco. La candidatura del sito seriale “Via Appia. Regina Viarum” è stata promossa dal Ministero della Cultura con il coinvolgimento di quattro Regioni – Lazio, Campania, Puglia e Basilicata – 13 tra città metropolitane e province, 73 Comuni e 14 enti parco su cui insiste l’antica strada consolare romana e dove sono ancora presenti sue vestigia. L’Italia con la Via Appia ha così raggiunto il traguardo di 60 siti (culturali e naturali) riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità.
Le motivazioni
«L’antico asse di comunicazione, il primo concepito come ‘via publica’, fu il prototipo dell’intero sistema viario romano che, con i suoi 120.000 km di lunghezza complessiva, costituisce ancora oggi il nerbo dell’articolata viabilità del bacino del Mediterraneo», ricorda il Collegio Romano nel dossier di candidatura. «Nella sua duplice funzione di luogo di transito e di strada di comunicazione verso le porte d’Oriente, la via Appia è tra le testimonianze più imponenti e durevoli lasciate dalla civiltà romana. La sua costruzione ha rappresentato un evento di portata straordinaria, non solo dal punto di vista dell’ingegneria e del disegno pragmatico impresso ai territori che allora costituivano l’Italia antica, ma per le implicazioni storiche sottese alla sua realizzazione, che coinvolsero per più di un millennio le civiltà di gran parte del Mediterraneo. Monumento gigantesco dell’ingegneria stradale, la via Appia esibisce ancora in molti tratti la perfezione tecnica delle pavimentazioni, la grandiosità dei ponti, delle sostruzioni, delle tagliate e delle innumerevoli altre opere infrastrutturali e di bonifica idraulica». Nel dossier si ricorda anche che «il significato storico e culturale della via Appia e dei suoi monumenti ha fatto sì che la via sia diventata un simbolo carico di valore che studiosi e artisti, con le loro opere, hanno contributo a mantenere vivo e accrescere fin dal Rinascimento. Ancora oggi le comunità residenti mostrano un elevato senso di appartenenza nei confronti dell’antica strada, pienamente consapevoli della sua importanza. La via Appia fu fatta realizzare dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. fino a Capua (oggi Santa Maria Capua Vetere), città che costituiva allora il più rilevante nodo per le comunicazioni verso il sud Italia».
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