La chiusura delle cessioni dei crediti relativi al Superbonus 110% ha portato a significative modifiche nella gestione contabile di questi crediti. In particolare, con il parere di Eurostat, inviato all’Istat il 5 luglio 2024, è stato affermato che i crediti maturati dal 2024 in poi sono da considerarsi “non pagabili”.
Questa variazione implica che tali crediti avranno un impatto ridotto sui conti pubblici, poiché la spesa può essere distribuita su più anni. Al contrario, i crediti maturati tra il 2020 e il 2023 rimangono “pagabili”.
Cessioni dei crediti Superbonus: il parere di Eurostat
Eurostat ha accolto la proposta delle autorità statistiche italiane di registrare i crediti d’imposta del Superbonus maturati nel 2024, successivamente all’entrata in vigore della Legge n. 67/2024, come “non pagabili”.
Questa nuova classificazione si applica esclusivamente ai crediti d’imposta che non rientrano nelle eccezioni previste dalla legge. Le eccezioni comprendono enti del terzo settore e aree colpite da terremoti (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), per i quali i crediti rimangono “pagabili” poiché continuano a essere trasferibili.
Analisi dei crediti del periodo 2020-2023
Per quanto riguarda i crediti maturati tra il 2020 e il 2023, Eurostat conferma che questi sono registrati nei conti pubblici italiani come crediti d’imposta pagabili.
Questo riconoscimento si basa su vari parametri, inclusa la trasferibilità dei crediti, la possibilità di differire il debito fiscale totale e la probabilità molto alta che il credito d’imposta sarebbe stato completamente utilizzato.
Di conseguenza, i crediti di questo periodo rimangono contabilizzati nei conti pubblici del passato.
Crediti incagliati
Si ricorda che la Legge n. 67/2024, entrata in vigore il 30 maggio 2024, ha introdotto il blocco delle cessioni e dello sconto in fattura per i bonus maturati dopo marzo 2024.
Questa misura rappresenta la modifica più significativa apportata al Superbonus 110%. Tuttavia, la legge prevede delle eccezioni che consentono la continuazione della trasferibilità dei crediti, riducendo così il rischio che tali crediti vadano persi.
Ciò premesso, Eurostat ha affrontato anche il tema dei crediti incagliati. Sebbene alcuni importi del Superbonus 110% possano ancora andare persi per vari motivi (ad esempio, passività fiscali insufficienti dei beneficiari originali o richieste fraudolente), questi importi non sono attualmente considerati significativi dall’Istat. Tuttavia, Eurostat ritiene che il rischio di perdita dei crediti maturati nel 2024 potrebbe essere non trascurabile a causa delle modifiche introdotte dalla Legge n. 67/2024.
Dati sulle cessioni e compensazioni dei crediti del Superbonus
Nel 2023, le banche hanno compensato il 34% della loro capacità fiscale totale utilizzando i crediti d’imposta per ristrutturazioni, di cui il 28% esclusivamente tramite il Superbonus. Questo dato riflette l’importante ruolo che i crediti d’imposta hanno giocato nel sistema fiscale italiano.
Con l’introduzione delle nuove restrizioni dalla Legge n. 67/2024, l’uso dei crediti d’imposta sarà limitato solo alle passività fiscali, escludendo contributi sociali e premi assicurativi. Eurostat stima che questa limitazione potrebbe comunque mantenere il 58% delle passività fiscali totali nel 2023 potenzialmente compensabili con i crediti d’imposta per ristrutturazioni, compreso il Superbonus.
Conclusioni
La decisione di Eurostat di classificare i crediti del Superbonus maturati dal 2024 come “non pagabili” rappresenta un importante cambiamento nel trattamento contabile di questi crediti. Questa nuova classificazione avrà un impatto significativo sui conti pubblici, consentendo di distribuire la spesa su più anni. Tuttavia, rimangono delle eccezioni per specifici crediti che continuano a essere considerati “pagabili”. Inoltre, i crediti incagliati e le nuove restrizioni sulle cessioni sollevano preoccupazioni sulla possibilità che alcuni crediti possano andare persi in futuro.
Questa situazione richiede una continua attenzione e monitoraggio per garantire che le misure adottate siano efficaci nel sostenere il settore delle ristrutturazioni e nel garantire la stabilità dei conti pubblici.
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