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Nathan Wendt, JHCGA: «Sulla transizione energetica l’Italia ha la chance di essere leader» #finsubito prestito immediato


Transizione energetica: mentre la Florida si riprende dal devastante uragano Milton, a pochi giorni da un altro evento climatico che aveva già causato milioni di danni, si infiamma il dibattito sul cambiamento climatico.

Nei primi sei mesi del 2024, i disastri naturali hanno pesato per 120 miliardi di dollari (Fonte: Swiss Re). La misura più accurata, quella sui danni assicurati, stima 60 miliardi di perdite, con un aumento del 62% in un anno, più della media degli ultimi dieci.

In poche parole, ignorare il cambiamento è più difficile che mai. Un fatto che ha implicazioni anche economiche.

«I giorni in cui ci si affidava ai combustibili fossili per ottenere facili profitti stanno tramontando, mentre l’economia globale si orienta sempre più verso la sostenibilità», dice Nathan Wendt, Presidente del Jackson Hole Center for Global Affairs.

«L’Italia, con la sua dipendenza dal gas naturale, ha l’opportunità strategica di promuovere la transizione energetica diversificando l’economia e investendo in settori energetici puliti che non solo riducono le emissioni di carbonio, ma forniscono anche stabilità economica e crescita».

Si aspetta che l’impegno della Cina per gli investimenti nella transizione verso le energie rinnovabili produca risultati tangibili, visto e considerato che rimane uno dei Paesi più inquinanti e dipendenti dal carbone al mondo?

«La Cina è leader mondiale sia nelle energie rinnovabili sia nella produzione di carbone.  L’impegno del Paese a favore dell’energia pulita sta producendo effetti significativi, che indicano un allontanamento dalla forte dipendenza dai combustibili fossiliche sembrano aver raggiunto di recente il loro picco e stanno diminuendo. Questa diminuzione fa parte dell’ambizione della Cina di raggiungere i suoi obiettivi “dual carbon” prima del previsto: abbattere le emissioni di carbonio entro il 2030 e raggiungere la neutralità entro il 2060.

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Il JHCGA ha una lunga storia di collaborazione con le principali regioni produttrici di carbone negli Stati Uniti e in Cina, come lo Shanxi. Fino a poco tempo fa, era l’area con la più alta produzione della zona, con 1,378 miliardi di tonnellate di carbone nel 2023. Tuttavia, la provincia ha adottato una strategia di diversificazione per ridurre la sua dipendenza economica dai combustibili fossili, promuovendo settori come la produzione di idrogeno, le energie rinnovabili e il turismo.

Ora mira a raggiungere tassi di consumo di energia non fossile del 12% entro il 2025 e del 18% entro il 2030, in linea con gli obiettivi energetici nazionali della Cina».

Il mix energetico italiano sta allontanandosi gradualmente dai combustibili fossili, ma ha ancora una forte dipendenza dal gas e non ha infrastrutture nucleari. Come si potrebbe stimolare ulteriormente la nostra transizione energetica?

«Come evidenziato dai recenti accordi della COP28 di Dubai, la transizione energetica è sempre più una priorità assoluta per le nazioni di tutto il mondo, che sottolineano la necessità di una transizione equa e giusta.

Per favorire questo processo, l’Italia potrebbe guardare alle esperienze di Stati produttori di energia come Wyoming e West Virginia e alle strategie di politica industriale in atto negli Stati Uniti. Si potrebbero prendere in esame le politiche e gli incentivi finanziari a sostegno della sua transizione energetica, in modo simile a quello con cui gli Stati Uniti stanno implementando l’Inflation Reduction Act (IRA) per trasformare le comunità energetiche.

L’IRA fornisce incentivi mirati per i progetti di energia rinnovabile, che includono crediti d’imposta per progetti solari, eolici e di cattura del carbonio, nonché un 10% di credito d’imposta per le comunità energetiche per incoraggiare gli investimenti di chi abbandona i combustibili fossili. Nel complesso, ha contribuito a creare un ambiente in cui investire in progetti di energia pulita, ora sempre più interessante per gli investitori privati.

Organismi come lo U.S. Interagency Working Group on Energy Communities lavorano direttamente con le comunità energetiche nei principali Stati americani e contribuiscono a mettere in contatto i leader federali con quelli statali e le comunità locali per identificare e cogliere opportunità di finanziamento federale che possano rivitalizzare tali comunità.

Il Governo italiano potrebbe anche impegnarsi ad assicurare che la transizione energetica sia efficiente e tempestiva, dando priorità a riforme politiche che sostengano l’adeguamento dei siti industriali esistenti per la produzione di energia rinnovabile, accelerando i processi di zonizzazione e autorizzazione. In questo modo, il Paese potrà puntare ad affermarsi tra i leader del movimento globale per l’energia pulita e offrire nuove opportunità economiche alle comunità che tradizionalmente si sono affidate ai combustibili fossili».

Transizione energetica: pale eoliche e pannelli solari

Transizione energetica: come si potrebbe cominciare?

«Uno dei modi più efficaci per promuovere una transizione energetica di successo è il coinvolgimento delle comunità e un approccio “bottom-up” che ascolti e lavori direttamente con esse. Adottarlo significa sviluppare industrie dell’energia pulita che si allineino con le esigenze e le capacità locali, piuttosto che imporre soluzioni top-down che potrebbero non tenere conto dei contesti regionali.

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In Stati come il Wyoming, il coinvolgimento degli stakeholder locali ha svolto un ruolo molto importante nell’identificare le opportunità di energia pulita e rinnovabile che si basano sulle competenze e sulle risorse esistenti della comunità, garantendo che la nuova economia energetica sia radicata e sostenibile a livello locale.

Prendendo spunto da esempi di successo come il Wyoming, appunto, l’Italia può allineare i suoi obiettivi energetici con le capacità della forza lavoro locale, investire in programmi di formazione per le industrie verdi emergenti e fare leva su politiche che incoraggino gli investimenti finanziari nel settore dell’energia pulita».

Diversi leader politici europei hanno chiesto alla nuova Commissione UE di rinviare alcune scadenze, come quella per l’introduzione dei veicoli elettrici. Cosa ne pensa?

«Il rinvio delle scadenze mette a rischio sia l’impulso globale all’azione per il clima sia le opportunità economiche legate alla transizione verso l’energia pulita.

Un approccio proattivo e tempestivo alla eliminazione dei combustibili fossili dal mix energetico è essenziale, non solo per affrontare l’urgente crisi climatica, ma anche per costruire una crescita economica sostenibile, promuovere comunità resilienti e guidare l’innovazione nei settori emergenti».

In che modo il riscaldamento globale sta influenzando la crescita economica nelle diverse aree del mondo?

«Il cambiamento climatico pone sfide complesse e sfaccettate. Come sottolineato in precedenza, un impatto per le comunità energetiche di tutto il mondo è di tipo economico, soprattutto nelle regioni che dipendono fortemente dalla produzione di combustibili fossili.

Stati come il Wyoming e la Virginia Occidentale negli Stati Uniti si trovano ad affrontare ostacoli economici significativi a causa del declino della produzione di carbone, con conseguente perdita di posti di lavoro e riduzione delle entrate per le comunità locali. Tuttavia, questo cambiamento crea anche un’opportunità di rivitalizzazione attraverso lo sviluppo di energia pulita e la diversificazione economica.

Ma gli impatti del cambiamento climatico sulla crescita economica vanno oltre il settore energetico e interessano altri campi, come il turismo, l’agricoltura e le attività all’aperto. Il turismo e le attrazioni naturali sono particolarmente a rischio e il cambiamento climatico sta già ridisegnando il panorama di destinazioni come Jackson Hole e tutto il Wyoming, dove il turismo è un importante motore economico».

Quali sono i principali settori sui quali impatta a livello economico il cambiamento climatico e dove puntare di più verso la transizione?

Acqua e agricoltura

«Con l’aumento delle temperature e il cambiamento delle precipitazioni, la disponibilità di acqua diventa sempre più imprevedibile, con un impatto diretto sull’agricoltura e sui mezzi di sussistenza.

L’economia di molte aree del mondo si basa in larga misura sull’allevamento e sull’agricoltura, che sono sensibili ai cambiamenti nell’approvvigionamento idrico.

La siccità e la ridotta disponibilità di acqua possono portare a una diminuzione dei raccolti, a un aumento dei costi di gestione del bestiame e a una riduzione della redditività per agricoltori e allevatori. Ciò si ripercuote anche sulle industrie a valle, dalla lavorazione degli alimenti ai mercati di esportazione, che dipendono da una produzione agricola stabile».

Manto nevoso

«È minacciata anche l’affidabilità del turismo degli sport invernali, per via dell’alterazione dei modelli di innevamento e della riduzione di qualità e quantità del manto nevoso.

In località come Jackson Hole, che fa dello sci e degli sport invernali un importante motore dell’economia turistica, la diminuzione delle precipitazioni nevose e l’accorciamento delle stagioni sciistiche rappresentano un rischio per l’economia locale.

Gli inverni più caldi possono portare a una riduzione delle precipitazioni nevose o a un aumento delle piogge a quote più elevate, riducendo la stagione sciistica e incidendo sulle entrate di resort, hotel, ristoranti e altre attività che dipendono dal turismo invernale».

Siccità e incendi

«Le temperature più elevate e i prolungati periodi di siccità stanno portando a incendi più frequenti e gravi, soprattutto nelle aree boschive degli Stati Uniti occidentali. Questo fenomeno non solo minaccia le proprietà, le vite umane e la salute pubblica, ma ha anche un impatto sul turismo, riducendo il valore estetico e la sicurezza delle attrazioni naturali.

Per le comunità vicine a popolari aree ricreative all’aperto, come i parchi nazionali di Yellowstone e Grand Teton nel Wyoming, l’impatto economico dei cieli pieni di fumo e la minaccia di incendi può portare a cancellazioni, riduzione del numero di visitatori e danni a lungo termine agli habitat naturali che alimentano il turismo».

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Qual è attualmente l’obiettivo principale della ricerca del Jackson Hole Center for Global Affairs?

«Fin dall’inizio il JHCGA si è dedicato a sostenere una giusta transizione per le regioni produttrici di carbone, con particolare attenzione agli Stati Uniti e alla Cina, i due maggiori player ed emettitori a livello mondiale.

Miriamo a promuovere la diversificazione economica, a favorire la riqualificazione della forza lavoro e a migliorare la qualità della vita delle comunità che stanno passando dai combustibili fossili all’energia pulita. Riconoscendo il ruolo vitale che queste regioni carbonifere svolgono nelle emissioni globali, la ricerca e i progetti del JHCGA si concentrano sullo sviluppo di approcci personalizzati e incentrati sulla comunità per favorire la crescita dei posti di lavoro nelle industrie rinnovabili, allineandosi agli obiettivi climatici e promuovendo opportunità economiche sostenibili.

Tra il 2022 e il 2023, con il JHCGA abbiamo condotto il Just Transition Study, che sottolinea la necessità di strategie guidate a livello locale e incentrate sulla comunità per promuovere la resilienza economica e la creazione di posti di lavoro nelle regioni in transizione energetica. Coinvolgendo direttamente i lavoratori, i leader locali e le parti interessate, lo studio sostiene la necessità di soluzioni che consentano alle comunità di guidare il cambiamento dall’interno».

Anche fare network è importante…

«Sì. Alla luce dell’Inflation Reduction Act (IRA) e delle politiche correlate che catalizzano la rivoluzione dell’energia pulita, abbiamo istituito il Jackson Hole Investor Group (JHIG) per mettere in contatto gli investitori privati di Jackson Hole con le opportunità di energia pulita nel Wyoming.

Il JHIG mira a sbloccare il capitale privato per contribuire allo sviluppo di progetti energetici puliti. Per questo stiamo creando connessioni tra i settori degli investimenti, della politica e delle imprese, ospitando sessioni di presentazione per gli imprenditori delle rinnovabili, per valutare i progetti e sviluppando strumenti per facilitare gli investimenti privati.

Uno di questi strumenti è la Clean Energy Map, che offre approfondimenti sui progetti e sulle opportunità di energia pulita in tutto lo Stato, con l’obiettivo di guidare investimenti e sviluppo informati nelle comunità energetiche. Mobilitando il capitale per la creazione di competenze e lo sviluppo della comunità, Questo periodo è un’opportunità generazionale per agire sul cambiamento climatico, per dare scala alle nuove industrie dell’energia pulita e per costruire comunità energetiche economicamente resilienti».

Avete tante iniziative da portare avanti sul tema della transizione

«Dal 18 al 20 gennaio ospiteremo il diciottesimo meeting del Jackson Hole Finance Group a Jackson Hole, in Wyoming.Un incontro unico nel suo genere, progettato per accelerare l’azione e la collaborazione nel campo dell’energia pulita. Il summit riunirà imprenditori, amministratori delegati, investitori, responsabili politici, fondazioni e rappresentanti delle comunità produttrici di energia.

L’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo e la diffusione dell’energia pulita sfruttando gli incentivi forniti dall’IRA, affrontando le strozzature del settore e collocando opportuni investimenti. Il vertice si baserà sullo slancio già in atto tra le comunità energetiche, le reti di investitori e i circoli politici per attrarre capitali, costruire partnership, definire politiche ed espandere le industrie dell’energia pulita. L’evento mira a fungere da catalizzatore per un’azione su larga scala che non solo sostenga gli obiettivi climatici globali, ma che rafforzi anche i mezzi di sussistenza e la resilienza economica delle comunità energetiche. Creando un forum per la collaborazione e gli investimenti intersettoriali, il Jackson Hole Summit è in grado di svolgere un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo sostenibile, nel guidare la trasformazione dell’energia pulita e nell’assicurare che la transizione energetica porti benefici sia all’ambiente sia alle comunità locali».

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Articolo tratto dal numero del 15 ottobre 2024 de il Bollettino. Abbonati!

📸 Credits: Canva





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