Un sequestro senza precedenti quello effettuato nella mattinata di sabato dagli uomini della Guardia Costiera di Taranto.
Durante una mirata attività di monitoraggio del litorale marittimo di Taranto, l’attenzione dei militari veniva attirata da alcuni segnali da pesca collegati ad una rete da posta, posizionata a pochi metri dalle banchine della Stazione Navale della Marina Militare.
Oltre ad essere immediatamente percepiti come segnalamenti abusivi, risultavano posizionati in un’area militare vietata alla pesca, costituendo altresì una potenziale insidia per la manovra delle vicine navi della Marina.
Mai gli operatori della Capitaneria di Porto avrebbero potuto immaginare che il conseguente recupero, finalizzato al sequestro, sarebbe durato ben 4 ore: una vera e propria muraglia di reti, unite senza soluzione di continuità e distese a “zig-zag” sino a quasi a toccare il ponte girevole, per una lunghezza totale di oltre 20 chilometri.
Si immagini, che con la stessa rete sarebbe stato possibile circuire agevolmente l’intero Mar Grande di Taranto.
L’attrezzo illecito, disteso poco tempo prima da pescatori di frodo senza scrupoli, e comunque dal valore intrinseco di migliaia di euro, avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia per tutte le specie acquatiche del delicato ecosistema marino dei “due mari”, come i delfini e le tartarughe, che si sarebbero inesorabilmente impigliati senza possibilità di sopravvivenza.
Ferma e risoluta continuerà ad essere l’azione della Guardia Costiera di Taranto a tutela dell’ambiente marino, soprattutto durante il corrente mese di ottobre, periodo in cui è stato stabilito il fermo tecnico obbligatorio di tutte le attività di pesca a strascico nelle acque marittime italiane del Mediterraneo Centrale.
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