Dal 1° gennaio 2024 avrà il via la Zes unica per tutto il Sud Italia. Dopo la conversione in legge del decreto Sud, è ufficiale la norma che lo prevede: fino al 2034 ci saranno agevolazioni fiscali e procedure semplificate per le aziende del Meridione. Finora c’erano otto Zes diverse nelle varie Regioni.
Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto Sud, che il governo Meloni aveva approvato a inizio settembre. La Camera aveva già votato a fine ottobre, perciò il testo è ora ufficialmente una legge dello Stato. Al suo interno ci sono soprattutto vari interventi, come un provvedimento che lega le decisioni delle Regioni sui fondi europei a un accordo con il governo. Ma sono soprattutto due le norme significative: la prima riguarda l’introduzione della Zes unica per tutto il Sud Italia, una Zona economica speciale che prevederà condizioni favorevoli per le aziende meridionali. L’altra riguarda le regole sui Cpr, i centri per il rimpatrio di migranti che si trovano irregolarmente in Italia.
Cos’è la Zes unica, come funziona e che vantaggi porta
La Zes unica per tutto il Mezzogiorno coinvolgerà le Regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Una Zes è una zona economica speciale, dove ci sono procedure più semplici e regimi fiscali più vantaggiosi per le aziende. Fino a quest’anno nel Sud Italia c’erano otto diverse Zes, che avevano raggiunto risultati non entusiasmanti. Dal 1° gennaio 2024, invece, avrà il via la Zes unica. La Zes durerà per dieci anni, dal 2024 al 2034. Al momento la spesa non è programmata per tutti i dieci anni anni, ma si sa già che lo Stato investirà 4,5 miliardi di euro nei primi tre anni.
Lo scopo di una Zes è rendere un territorio più attraente per chi vuole aprire o spostare un’azienda. La misura riguarderà soprattutto le imprese medie e grandi, dato che i vantaggi fiscali si applicheranno agli investimenti di almeno 200mila euro e al massimo di 100 milioni di euro. In questi casi ci potrà essere un credito d’imposta, sostanzialmente uno sconto sulle tasse per l’azienda.
In più, le procedure per abilitazioni e autorizzazioni saranno sostituite da una “autorizzazione unica”. L’idea sarebbe di restringere i tempi e tagliare le complicazioni burocratiche per avviare un’attività economica nel Meridione. Resta da vedere se la gestione della Zes, che avrà un solo centro per tutte le Regioni meridionali, riuscirà a stare al passo con le richieste. Le singole Regioni coinvolte poi potranno assumere fino a 2.200 dipendenti a tempo indeterminato e 266 a tempo determinato, in collegamento con questa nuova struttura.
Le nuove regole per i Cpr, permanenza fino a 18 mesi
Per quanto riguarda i Cpr, o Centri di permanenza per il rimpatrio, il governo Meloni ha aumentato il tempo massimo di permanenza. Da ora, le persone migranti detenute nei centri potranno restarci fino a 18 mesi. Prima il limite era fissato a sei mesi. In più, per costruire nuovi Cpr e hotspot non serviranno accertamenti urbanistici né altri titoli. Il progetto del governo resta quello di arrivare a costruire un Cpr in ogni Regione, ma per il momento i lavori sembrano essere fermi, a parte l’annuncio dell’accordo con l’Albania.
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