Il Tribunale di Treviso, con sentenza n. 3205/2024 ha condannato per inadempimento una società che fungeva da general contractor che aveva incassato i compensi per gli studi di fattibilità, ma poi non aveva portato avanti le operazioni per ottenere l’agevolazione.
Analizziamo il caso.
La vicenda
Tutto ha avuto inizio tre anni fa, quando numerosi cittadini del Veneto e del Friuli Venezia Giulia hanno segnalato a una associazione di consumatori, Assoutenti, le inadempienze di una società, specializzata nella gestione dei lavori legati al Superbonus.
Nonostante i clienti avessero versato anticipi variabili tra 500 e 1.500 euro, la società non aveva avviato alcun intervento edilizio, lasciando i cantieri fermi. Le pratiche burocratiche risultavano bloccate e non vi erano risposte alle numerose sollecitazioni inviate dai consumatori.
Di fronte alle numerose denunce, Assoutenti ha raccolto documenti che evidenziavano la mancata realizzazione degli interventi promessi dalla società. In molti casi, l’azienda forniva studi di fattibilità errati e inutilizzabili, mentre i consumatori pagavano per verifiche tecniche senza ottenere il rimborso per i lavori mai eseguiti.
L’associazione ha, quindi, promosso un’azione legale presso il tribunale di Treviso, portando avanti una campagna che ha evidenziato le inadempienze della società.
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La decisione
Il Tribunale, con sentenza n. 3205/2024, ha stabilito l’annullamento dei contratti, il rimborso delle somme versate con relativi interessi e ha respinto la richiesta di risarcimento del danno ulteriore, poiché non provato dai ricorrenti.
La sentenza ha ribadito che, in caso di inadempimento di un’obbligazione, il creditore deve solo provare la fonte del suo diritto e l’inadempimento della controparte, mentre il debitore deve dimostrare l’adempimento delle sue obbligazioni.
Il commento di Assoutenti
Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha spiegato che molti cittadini del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, nonostante avessero pagato anticipi consistenti, si sono trovati senza interventi edilizi avviati e senza risposte dall’azienda.
La sentenza del giudice ha riconosciuto l’inadempimento sistematico da parte della società, ribadendo l’importanza del rispetto degli obblighi contrattuali. Questa decisione costituisce un precedente importante non solo per i casi legati al Superbonus 110%, ma per tutti i consumatori in situazioni simili.
Il tribunale di Treviso ha accolto le tesi di Assoutenti, dichiarando la risoluzione dei contratti e ordinando alla società di restituire le somme ricevute. La sentenza ha sottolineato la gravità delle inadempienze, ribadendo l’importanza del rispetto degli obblighi contrattuali e dei diritti dei consumatori.
Un precedente significativo
La sentenza del tribunale di Treviso rappresenta una vittoria significativa per i consumatori e un passo importante nella lotta contro i lavori edilizi “fantasma” legati al Superbonus 110%.
I cinquanta cittadini che hanno aderito all’azione legale di Assoutenti, dopo aver pagato fino a 1.500 euro senza mai vedere realizzati i lavori, hanno ottenuto il riconoscimento dei loro diritti. La decisione costituisce un precedente importante anche per altri casi simili, offrendo un segnale forte contro le pratiche scorrette nel settore edilizio.
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