ISOLA DEL PIANO Cancellato dalla giunta regionale il finanziamento di 240mila euro, assegnato dall’esecutivo precedente alla Fattoria della Legalità. Si tratta del primo bene confiscato alla criminalità nelle Marche. Divenuto negli anni un simbolo dell’antimafia nella provincia di Pesaro e Urbino.
«Scandaloso»
La notizia è diventata ufficiale nel corso del consiglio regionale di martedì in risposta a un’interrogazione della consigliere Pd Micaela Vitri. Tuona il sindaco di Isola del Piano Giuseppe Paolini: «E’ una vergogna. Quello che è accaduto è semplicemente scandaloso. Parlo a cuore aperto, perché sono indignato e amareggiato. È ora di raccontare la verità: per questo caso abbiamo chiesto incontri, pazientato, atteso a lungo. Adesso basta: non ci stiamo ad essere presi in giro sui temi della legalità. Siamo di fronte ad una grave mancanza di rispetto per tutte le persone che per oltre 10 anni si sono spese, portando avanti progetti con i giovani e le scuole presi ad esempio a livello nazionale. Più volte ho segnalato la necessità di ripristinare quel finanziamento al presidente Acquaroli. Risultato? Promesse su promesse».
Prosegue Paolini: «Quello che è imbarazzante è un altro punto. Un consigliere regionale di maggioranza mi ha rivelato che il finanziamento è stato cassato dalla Regione perché sono un sindaco di sinistra. Ma un bene confiscato alla mafia non appartiene a un Comune, è di un’intera comunità. In caso contrario sarebbe stato rivenduto all’asta: per questo ci siamo fatti carico della situazione e abbiamo già sostenuto molte spese. Senza quei fondi, che sono stati cancellati definitivamente, non riusciamo ora a ristrutturarlo. La Regione vuole quindi la fine di questo progetto simbolo della legalità? Complimenti».
«Le parole di Saltamartini, a nome di tutta la giunta regionale – aggiunge la consigliera Vitri – , gridano vendetta e umiliano l’impegno di istituzioni, associazioni, movimenti cattolici e laici, che da anni si impegnano nell’educazione alla legalità e nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata» Poi confronta l’impegno di altre regioni su questo campo: «Per sostenere i comuni che gestiscono beni confiscati alla mafia: Toscana stanzia 3.152.774,40 euro , Emilia-Romagna 352.000 euro come contributi alle amministrazioni locali e 263.666,25 euro per il restauro dei beni, Lazio 550.000 euro, Lombardia 1.560.071,98 euro, Campania 1.800.000 euro. Mi auguro- conclude Vitri- che Acquaroli riveda la decisione e dia seguito agli impegni presi altrimenti ci sarà una vera e propria mobilitazione».
«Saltamartini – chiosa Paolini – si è tolto da ogni responsabilità rimandando la palla alle associazioni. Sappiamo bene che non c’è nessuna associazione che gestisce una cosa del genere, devono essere gli enti pubblici a farsene carico. Esistono finanziamenti appositi ed incentivi. Se le amministrazioni pubbliche si tirano indietro davanti ai temi della legalità, allora per cosa sono morti Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato? Il menefreghismo è simile alla connivenza e alla complicità. Adesso basta».
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