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La Carta Dedicata a te, lo strumento che il governo ha introdotto per la prima volta nel 2023 al fine da riconoscere alle famiglie un contributo economico per far fronte all’inflazione e al caro carburanti, rischia di sparire alla fine di quest’anno.

La Carta Dedicata a te è stata rinnovata anche nel 2024, con due buone notizie per le famiglie: da una parte un incremento di 30.000 carte, con maggiori possibilità quindi di rientrare nella platea dei beneficiari, e dall’altra l’aumento di circa 40 euro dell’importo a disposizione che arriva a 500 euro (una tantum).

D’altro canto va però segnalata una novità che di fatto impedirà a molte famiglie di beneficiare della Carta Dedicata a te anche nel 2024: come nuovo requisito è stato aggiunto che la social card non spetta a chi già percepisce della Carta acquisti, il contributo di 40 euro al mese spettante alle famiglie con minori di 3 anni o componenti over 65.

Al netto delle novità, la Carta Dedicata a te si conferma uno strumento importante specialmente per quelle famiglie che pur non avendo un Isee alto non sono riuscite ad accedere ad altre misure di sostegno come ad esempio l’Assegno di inclusione.

Ma attenzione, perché molto probabilmente è già arrivato il momento di dirle addio.

Carta Dedicata a te 2024, il governo ci ripensa? Addio ai pagamenti

Come anticipato, non c’è da temere per il pagamento della Carta Dedicata a te già annunciato per il 2024, il quale verrà erogato non prima di settembre 2024 dopo la definizione di una nuova procedura di assegnazione (con nuove carte da consegnare) che vedrà impegnati l’Inps, i Comuni e Poste Italiane.

Il problema riguarda il 2025 perché, come spiegato da Repubblica, è molto probabile che il governo decida di dire addio a una misura che da sola costa poco più di mezzo miliardo di euro (circa 600 milioni). D’altronde, l’inflazione è tornata sotto controllo e anche i prezzi dell’energia, compresi quelli della benzina, non allarmano più come qualche anno fa.

Come spiegato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, è finito il tempo dei sussidi: con l’approvazione del nuovo Patto di Stabilità l’Italia dovrà iniziare il piano di restituzione del debito come tra l’altro già indicato nel Documento di economia e finanza approvato nell’aprile scorso. Qui si legge che dall’attuale deficit al 7,4% si passerà al 3% nel 2026: un piano che richiede dei sacrifici, ad esempio sul fronte pensioni. Ma anche per altre forme di sussidio quale appunto la Carta Dedicata a te, principale indiziata per fare cassa e recuperare quelle risorse necessarie per finanziare l’unica misura a cui il governo non sembra intenzionato a rinunciare: il taglio del cuneo fiscale.

Non solo Carta Dedicata a te

Non sembrano invece essere a rischio altre misure di sostegno, come la sopracitata Carta acquisti che di fatto esiste ormai dal 2008.

Così come non ci sarà una nuova stretta per le misure di sostegno per le famiglie che si trovano in una condizione di povertà, anzi: per l’Assegno di inclusione sono stati risparmiati 3 miliardi di euro, merito di una platea di beneficiari ristretta rispetto a quella che era stata preventivata.

A rischiare, invece, è il bonus mamme in busta paga, lo sgravio che riconosce un risparmio fino a 3.000 euro. Nessun problema per le mamme con almeno 3 figli (di cui almeno uno minorenne) per le quali lo sgravio viene riconosciuto fino al 2026. Diversamente è in scadenza a fine anno quello riconosciuto alle lavoratrici con 2 figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni: per loro rischia di non esserci alcuna proroga.

 

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