diTommaso Moretto
Ha 30 anni ed è originario di Rovigo. Da Boston ha guidato uno dei gruppi di lavoro che ha prodotto i documenti consegnati ai capi di governo dei 7 Paesi
C’è un po’ di Veneto tra i «giovani del G7» (Y7, Young ambassadors society) che fra il 13 e il 15 giugno hanno portato le loro istanze all’edizione italiana del G7 tenutasi a Borgo Egnazia, nel comune di Fasano di Puglia, alla presenza dei Grandi della Terra.
Le tematiche
Fabio Boniolo, 30 anni, originario di Rovigo ma residente a Boston (Usa), non c’era di persona ma ha coordinato uno dei quattro gruppi di lavoro che ha prodotto i documenti poi consegnati ai presidenti del consiglio dei Paesi delle prime sette economie occidentali. «Ero un delegato nel 2021, in occasione della presidenza del Regno Unito — racconta Boniolo —, quest’anno ho gestito i lavori della tematica sull’innovazione e le tecnologie digitali durante il summit tenutosi a Roma tre settimane fa». I giovani delegati di ciascuna delle quattro tematiche portano al G7 le proposte partorite dai gruppi di lavoro. Un documento che arriva direttamente ai primi ministri dei 7 Paesi. «L’intelligenza artificiale era uno dei temi principali della presidenza italiana — spiega Boniolo —. Noi ci siamo concentrati sulla difesa dei diritti e della democrazia, in un anno dove ci sono state elezioni in tutto il mondo. Perché le elezioni non vengano influenzate da agenti malevoli».
Scelta e candidatura
Andando nel concreto, Boniolo, che è un ingegnere biomedico, racconta che «durante il G7 dello scorso anno in Giappone è stato presentato un meccanismo di risposta rapida, abbiamo provato ad espanderlo a nazioni più deboli, in via di sviluppo, potenzialmente più vulnerabili». In sostanza, l’intelligenza artificiale, usata da chi attacca le democrazie, «è usata anche per la difesa», sostiene Boniolo che fa parte di questa organizzazione di giovani dal 2021. Era a Monaco di Baviera (Germania) a terminare il suo dottorato di ricerca in ingegneria biomedica quando ha letto un bando del ministero degli Esteri che parlava della organizzazione dell’Y7. Si è candidato e l’hanno scelto.
Ultimo anno
Ormai però ha 30 anni. «È stato il mio ultimo anno come potenziale rappresentate dei giovani ma l’obiettivo è continuare, contribuendo con altri gruppi d’ingaggio, per esempio con l’Health 7», fa sapere. A parte questa esperienza a stretto contatto con i leader delle grandi potenze, è la lotta contro il cancro la missione di Boniolo, che racconta: «Siamo di fronte ad una serie di malattie (perché ogni tessuto è una tipologia di cancro diverso) aggressive, che cambiano, che si evolve ma gli sviluppi che stiamo vendendo in questi anni sono incredibili. Un grosso contributo sta arrivando dalle tecnologie computazionali, dall’intelligenza artificiale, che ci permette di analizzare la mole di dati prodotta per darci risultati che prima non potevamo avere, a beneficio sia della ricerca sia della prassi clinica». E il futuro lavorativo di Boniolo sarà proprio in questo campo. «Mi occupo di tumori al cervello pediatrici — spiega —. Continuerò a fare ricerca o in ambito accademico o con una mia start up, vedremo». Da dieci anni è per studio e lavoro all’estero ma ha ancora il Veneto nel cuore. «Sono innamorato di Rovigo, è il mio posto felice, ho la famiglia e gli amici lì. Ogni volta che torno è incredibile». A Rovigo si era diplomato al liceo scientifico Paleocapa e tra Padova e Rovigo ha giocato a pallacanestro.
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