Il Pil dell’Italia aumenterà dello 0,6% nel 2024, dello 0,9% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026: è quanto indicano le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2024-26 elaborate dagli esperti della Banca d’Italia. Rispetto alle proiezioni pubblicate in aprile, la crescita del Pil è invariata quest’anno e più bassa di un decimo di punto sia nel 2025 sia nel 2026 principalmente per via delle ipotesi, desunte dai mercati, di tassi di interesse lievemente più elevati.
L’attività economica, si legge nel documento, beneficerà dell’accelerazione della domanda estera e della ripresa del reddito disponibile ma gli effetti di condizioni di finanziamento ancora restrittive e della riduzione degli incentivi all’edilizia residenziale peseranno sugli investimenti. Lo scenario, viene precisato, presuppone che l’incertezza geopolitica e le connesse tensioni sui mercati finanziari internazionali, pur elevate, non si acuiscano. Si ipotizza che la domanda potenziale nei principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane torni a espandersi nel triennio, di circa il 2,5% in media all’anno. Sulla base dei contratti futures, i prezzi delle materie prime energetiche si ridurranno gradualmente nell’orizzonte previsivo. I consumi, dopo la battuta d’arresto alla fine del 2023, torneranno invece a crescere dall’anno in corso, sostenuti dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
Gli investimenti, secondo Bankitalia, rallenteranno marcatamente, frenati dagli elevati costi di finanziamento e dal forte ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. Questi fattori, in particolare l’ultimo, comporteranno una marcata contrazione degli investimenti in costruzioni, solo in parte attenuata dall’aumento della spesa per infrastrutture prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le misure di incentivo agli investimenti privati previste dal Pnrr contribuiranno però a sostenere la dinamica della componente in beni strumentali, che continuerà a espandersi per tutto il triennio. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione scenderà al 7,3% nella media del 2024 e si manterrà stabile nel prossimo biennio. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso e derivano dalla possibilità che l’accelerazione degli scambi internazionali sia più contenuta e graduale di quanto atteso e che la dinamica degli investimenti si indebolisca in misura maggiore, per via di effetti più accentuati dell’irrigidimento delle condizioni finanziarie nonché del ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. (riproduzione riservata)
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