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diGloria Bertasi

Compravendite, cali a doppia cifra anche nel primo trimestre ‘24. L’eccezione di Padova città. Per un appartamento nuovo si parte da 250mila euro

Appartamenti sempre più costosi anche in quelle periferie dove fino a qualche anno fa il risparmio era assicurato e mutui difficili da ottenere con (almeno fino a inizio giugno prima dei tagli della Bce) tassi di interesse che si trasformavano in un deterrente per chi un pensiero all’acquisto lo aveva anche fatto. E così, per il secondo anno di fila, le vendite sono crollate, praticamente ovunque in Veneto. A sancirlo i dati degli atti di vendita tra gennaio e marzo analizzati dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle entrate: a Verona, Vicenza, Treviso e Belluno il mercato è precipitato del 20,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Con il picco di Belluno città (meno 21%, 83 case vendute nei primi tre mesi del 2024 contro le 104 di un anno fa) e Vicenza (meno 20,8%, 333 atti di vendita al posto di 420). Sfiorano il 20% Treviso e Verona (rispettivamente, 270 e 705 vendite quest’anno invece di 337 e 880). Regge, invece, il contraccolpo Venezia (meno 6%, 801 alloggi venduti contro 852 nel 2023).




















































L’eccezione di Padova

In controtendenza, Padova (più 7,8%, 780 nel primo trimestre 2024 contro 723) e Rovigo (più 3,5%, 157 e 152). «Qui i prezzi sono rimasti bassi e le vendite tengono — osserva Marco Bettiol, presidente di Fiaip Venezia e vicepresidente del Centro studi nazionale Fiaip —. Padova di contro, ma stiamo parlando solo del centro città resta una realtà interessante: si tratta per lo più di investimenti “promiscui”, sono cioè compravendite residenziali ma destinate agli affitti, specie per universitari».
Escluse Padova e Rovigo, il resto del Veneto segue la tendenza nazionale: flessione delle vendite, onda lunga di un anno — il 2023 — già dall’andamento negativo per il settore. Colpa di un insieme di concause. A partire dai mutui. «L’incertezza sulle prospettive rappresenta un fattore di inevitabile differimento delle scelte, soprattutto di quelle che presuppongono un ingente impegno di capitale — commenta Luca Dondi, ad del centro studi Nomisma —. Non deve pertanto stupire che la domanda di acquisto si sia ridimensionata».

San Donà come Mestre: 900 euro al mese per 70 metri quadri

Dopo i mutui, il costo esoso delle abitazioni. «Chi acquista chiede case di classi energetiche alte, A e B, e i loro prezzi sono cresciuti — aggiunge Bettiol —, lo stop ai bonus ha poi portato un’altra frenata (nelle vendite dell’usato, ndr) e sono venute meno le prime case dei giovani under 36, visto che l’agevolazione a prestiti al 100% non è stata rinnovata, come anche il benefit dell’Iva recuperata in dieci anni per chi comprava dal costruttore». Meno sono vendite, più crescono le richieste di locazioni (più 3 per cento su scala nazionale): «Ma chi affitta ha una proiezione verso l’alto». Ossia, i canoni sono schizzati. «A San Donà di Piave, per esempio, per un appartamento medio di 60-70 metri quadri si chiedono 900 euro come a Mestre», dice.

Per un appartamento nuovo si parte da 250 mila euro

Chi decide di fare il «grande passo» deve fare i conti con costi da capogiro. Nei centri storici delle città d’arte la forbice oscilla tra i 6 e i 9 mila euro al metro quadro. A Treviso, ad esempio, dentro le mura ci si attesta sugli 8 mila euro. Non che fuori dai quartieri blasonati la situazione sia migliore. «Per un’abitazione nuova di 70 metri quadrati non si scende sotto i 250 mila euro — continua l’immobiliarista — ed è venuta meno la differenza di costi tra città e comuni di cintura». Nel Veneziano, fino a qualche anno, molti si spostavano a Marcon «perché più conveniente» ma adesso «si spende come nella periferia di Mestre». Dove però i condomini sono più vecchi e gli alloggi da riattare.

Nessuna difficoltà per chi cerca case extra lusso

Fuori dai capoluoghi, la contrazione è più contenuta: meno 8,3% a Belluno, meno 9,3% a Verona e Venezia, meno 14.2% Vicenza e meno 15,3% Treviso. Hanno il segno negativo anche Rovigo (meno 9,8) e Padova (10,2) i cui capoluoghi reggevano. «Venivamo da un 2022 eccezionale (dopo il Covid il costo del mattone era però sceso, ndr) ma il Veneto resta comunque un buon mercato — osserva —, credo che il recente taglio dei tassi agevolerà la ripartenza». C’è da dire che in Veneto l’extra lusso non conosce crisi e non mancano clienti per le abitazioni sopra i 500 mila euro, specie nei centri storici dove si investe in seconde case e gli acquirenti sono spesso stranieri. Più faticoso, «trovare nel range 250-400 mila euro», conclude. Riflette però Nomisma: «Non basterà un atteggiamento più accomodante della Bce per determinare un’immediata risalita delle transazioni, sarà necessaria una fase di normalizzazione che agevoli il ripristino di condizioni più favorevoli alla domanda».

14 giugno 2024

 

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