Finanziamenti dedicati e un documento che raccoglie impegni concreti per tutelare gli oceani e rivoluzionare l’uso delle scienze oceaniche in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’Unione europea annuncia un piano d’azione, per il solo 2024, ambizioso e in linea con le necessità indicate dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOC-UNESCO) con l’istituzione del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021-2030. Dieci anni, dieci sfide, un solo oceano: oltre uno slogan, un richiamo alla responsabilità per istituzioni, imprese, finanza.
L’impegno dell’Europa
Quaranta azioni da realizzare entro il 2024 e uno stanziamento pari a 3,5 miliardi di euro per portarle a termine: la Commissione europea punta sulla sostenibilità e la tutela degli oceani. L’annuncio, lo scorso aprile nell’ambito dell’edizione greca di Our Ocean Conference, si traduce in una serie di interventi che interessano la pesca sostenibile, le zone marine protette, il tema degli oceani e dei cambiamenti climatici, la blue economy nel suo senso più ampio. E ancora: inquinamento marino e sicurezza marittima.
L’Unione europea, nel dettaglio, ha stanziato 103 milioni di euro per programmi di osservazione degli oceani, come Copernicus e Wekeo, e per la ricerca volta a migliorare i modelli oceanici per le previsioni climatiche. Italia e Portogallo potranno beneficiare di risorse fino a 130 milioni di euro, nell’ambito dei Piani di Ripresa e Resilienza, per investimenti nella blue economy sostenibile, mentre un ammontare fino a 980 milioni di euro – a valere sulle stesse risorse – sarà a disposizione di Grecia, Spagna, Italia, Cipro e Finlandia per sostenere quattro investimenti e due riforme per combattere l’inquinamento marino.
Blue economy in numeri
L’economia del mare, secondo gli ultimi dati raccolti nell’EU Blue Economy Report 2023 realizzato dall’European Commission Directorate General for Maritime Affairs and Fisheries e dal Joint Research Centre, registra nel 2020 un significativo rallentamento a causa della pandemia da Covid-19. Il valore aggiunto lordo dei settori consolidati è pari a 129,1 miliardi di euro, in calo del 30% rispetto al 2019. Il fatturato dell’economia blu è diminuito del 22%, passando da 671,3 miliardi nel 2019 a 523 miliardi nel 2020. Frena anche l’occupazione: da 4,50 milioni di addetti nel 2019 a 3,34 milioni nel 2020 (1,8% in termini di contributo all’economia dell’UE-27). Il report si sofferma anche sui settori emergenti, evidenziando come l’energia rinnovabile oceanica e marina continuerà a svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi e traguardi del Green Deal europeo, della strategia dell’UE sull’idrogeno, della strategia per le energie rinnovabili offshore e della comunicazione REPowerEU.
Il contributo della finanza
Il ruolo chiave svolto dalla “risorsa oceano” per l’economia internazionale resta un aspetto da non sottovalutare. La salvaguardia degli oceani, dei fondali marini e della biodiversità dovrebbe essere una priorità non solo per istituzioni e imprese, ma anche per il mondo della finanza. Etica Sgr , l’unica società di gestione del risparmio italiana che propone esclusivamente fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili, è da tempo impegnata in progetti e iniziative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030: lo dimostrano gli impegni assunti negli ultimi anni attraverso diverse campagne internazionali sui temi del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della biodiversità.
Sul tema della tutela della biodiversità marina e della blu economy ne è un esempio il Global Financial Institutions Statement to Governments on Deep Seabed Mining, che ha coinvolto anche altre 35 istituzioni finanziarie che rappresentano insieme più di 3,3 trilioni di euro di asset in gestione.
Il documento, indirizzato all’Autorità Internazionale dei Fondali Marini (ISA), invita i governi a non procedere con l’estrazione in acque profonde fino a quando i rischi ambientali, sociali ed economici non saranno stati compresi a fondo e le alternative ai minerali di acque profonde non saranno state completamente esplorate. Un posizionamento che risponde alle preoccupazioni della comunità scientifica per l’impatto irreversibile che l’estrazione mineraria potrebbe avere su delicati e sensibili ecosistemi oceanici. Etica ha aderito all’iniziativa perché la perdita di biodiversità non rappresenta solo un fattore di rischio per l’ambiente, ma anche a livello finanziario: una minaccia per interi settori economici, qualcosa di cui tener conto nella costruzione dei propri portafogli.
Secondo Etica Sgr, l’estrazione mineraria dai fondali marini è da considerarsi una soluzione prematura, è fondamentale ricercare soluzioni alternative, con un minor utilizzo delle risorse e maggior impegno sul fronte della riduzione dei consumi e dell’aumento dell’efficienza dell’uso delle materie a disposizione, in ottica di un’economia circolare. L’attenzione di Etica sul tema rimane però alta. Dalla società sottolineano che se a luglio 2023 il Consiglio dell’Autorità internazionale dei fondali marini (ISA) ha escluso qualsiasi permesso immediato per l’inizio dell’attività mineraria, ha tuttavia tenuto aperta una via legale che potrebbe consentirlo in futuro.
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