diLuca Gasperoni e Giulio Gori
Al primo turno delle elezioni comunali a Firenze, Sara Funaro (centrosinistra) conquista il 43% di consensi, seguita a distanza da Eike Schmidt (centrodestra) con il 33%. Il ballottaggio il 23 e 24 giugno
Affermazione al di là delle più rosee previsioni per la candidata sindaca del centrosinistra, Sara Funaro, che supera senza difficoltà la quota simbolo del 40% dei consensi, arriva al 43, e rivolge già lo sguardo al ballottaggio del 23 e 24 giugno contro lo sfidante del centrodestra, Eike Schmidt.
Con la spinta di 10 punti percentuali di vantaggio a chiudere la porta definitivamente alla possibilità di un apparentamento dei dem con Stefania Saccardi di Italia Viva e Cecilia Del Re di Firenze democratica.
Ma non a spengere le velleità di Schmidt che spera ancora in un ribaltone al ballottaggio.
Questo il verdetto del primo turno delle Comunali a Firenze: l’esito finale della corsa per Palazzo Vecchio sarà un duello all’ultimo voto tra Funaro e Schmidt, con le restanti forze politiche in campo ridotte al ruolo di comparse dato che nessuno è stato in grado di superare la soglia del 10%.
Il risultato della prima tornata fiorentina vede infatti Funaro conquistare il gradino più alto del podio con il 43% di consensi, seguita a distanza da Schmidt con il 33%.
Terzo posto ma con un consenso ben più ristretto rispetto alle previsioni per Stefania Saccardi di Italia Viva che si ferma al 7%. Dietro di lei Del Re con il 6,1% e Dimitrij Palagi di Sinistra progetto comune con il 5,3%.
«Da domani la sfida è tra di noi e la destra, lo abbiamo sempre detto e sostenuto. Tra il centrosinistra col nostro programma, la nostra visione di città, i nostri valori e identità e la destra, la peggior destra che stiamo vedendo ormai da troppo tempo – sottolinea Funaro – Non bisogna dare niente per scontato, fare un appello a tutti i fiorentini e iniziare di nuovo a girare strada per strada. La sfida è molto chiara tra il candidato della destra Schmidt e la possibilità di avere la prima sindaca di Firenze del centrosinistra. Penso che Firenze possa essere pronta».
Per Schmidt invece «la partita è aperta» e i 10 punti di svantaggio, spiega, già in passato sono stati ribaltati: «È successo più volte in Toscana – con Tomasi a Pistoia e Ghinelli ad Arezzo – che il ribaltone accadesse. È assolutamente possibile. La partita è molto aperta. Renderà le prossime due settimane molto interessanti».
In ogni caso, rivendica, il 33% di è il migliore risultato della storia del centrodestra fiorentino dopo quello di Franco Scaramuzzi nel 1999, «ma lui non andò al ballottaggio» e il contributo della lista civica personale vicina al 10% «è stato straordinario».
Capitolo ballottaggio: in vista dell’appuntamento di fine giugno, spiega la candidata dem, «la mia intenzione è quella di parlare ai fiorentini e ai nostri elettori, questo farò nelle due settimane che ci accompagnano da qui al ballottaggio». Insomma nessun accordo, tantomeno un apparentamento, con Saccardi o Del Re in vista del secondo turno: lo scenario elettorale con il 43% di consensi, infatti, spinge la coalizione guidata dal Pd a proclamare l’autosufficienza per centrare la potenziale vittoria.
Sulla scorta di un duplice ragionamento dei vertici dem: l’elettorato di Firenze democratica è sovrapponibile a quello di Funaro e incline, come già rilevato in vari sondaggi, a tornare all’ovile dem al ballottaggio mentre quello di Italia Viva, diviso a metà tra chi guarda a destra e chi a sinistra, non è considerato più dirimente avendo mancato l’obiettivo del 10%.
«Si riconferma quello che abbiamo detto nelle ultime settimane: il vero confronto è tra il centrosinistra e la destra, tutto il resto, tutto quello che c’era nel mezzo in realtà era un tema che riguardava posizioni di ambiguità per le quali secondo noi non c’è più spazio. Vorremmo parlare soprattutto ai cittadini e stringere ancora più stretto il rapporto con Firenze», spiega il segretario fiorentino dem, Andrea Ceccarelli.
Approccio diverso quello di Schmidt: «Io cerco di convincere i fiorentini e non altre forze politiche. Se qualche altra forza volesse parlare con noi siamo chiaramente aperti al dialogo». Infine, in una battuta esorcizza le paure per il secondo turno: «San Giovanni non vuole inganni».
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