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Il Superbonus 110% è in crisi e perde slancio. I recenti dati ENEA confermano il trend negativo.

La ricetta del Ministro Giorgetti mette KO il Superbonus 110%

Continua il lento ed inesorabile declino del Superbonus 110%, che ormai è lecito definire come una crisi in piena regola. Secondo il report divulgato da ENEA nel mese di maggio, i nuovi lavori avviati ammontano a soli 100 milioni di euro, confermando una tendenza iniziata ad aprile con appena 87 milioni di detrazioni approvate.

Questo segna un netto calo rispetto ai 5,6 miliardi di euro registrati a marzo. Quindi, il Decreto-legge 39/2024, convertito in Legge 67/2024, ha messo la parola fine a uno dei più ambiziosi incentivi edilizi degli ultimi anni, che con il tempo, si è tramutato in una vera “emorragia finanziaria” per le casse dello Stato

Anche il numero degli edifici coinvolti nei lavori del Superbonus ha subito una brusca frenata. A maggio solo 248 nuovi edifici sono stati aggiunti al programma, un numero ben lontano dalle 13.000 unità mensili di marzo.

I dati ENEA, aggiornati al 31 maggio, evidenziano l’impatto del blocco delle agevolazioni. Una tendenza che già nel primo bimestre del 2024 aveva dimostrato l’effetto immediato delle nuove politiche governative.

La perdita di appeal

I dati registrati nell’ultimo bimestre evidenziano che il calo può essere collegato a tre principali cause.

  • il Superbonus ha perso il suo appeal perché l’impatto delle nuove restrizioni ha iniziato a farsi sentire con forza a causa dell’effetto décalage: la riduzione dell’aliquota di detrazione al 70%, in vigore dal 1° gennaio 2024, ha diminuito l’attrattiva del Superbonus per molti proprietari di immobili.
  • il Decreto Superbonus ha introdotto ulteriori restrizioni che hanno avuto un impatto significativo sulla domanda di interventi bloccando il sistema dello sconto in fattura e della cessione del credito ha reso più difficile per i proprietari finanziare i lavori, scoraggiando molti potenziali beneficiari e facendo diminuire gli investimenti associati al Superbonus;
  • lo spalma crediti: con il nuovo Decreto Superbonus è stata introdotta una misura retroattiva di rateizzazione obbligatoria in 10 anni, che rappresenta un ulteriore disincentivo per i proprietari di immobili. Questa nuova regola ha reso meno conveniente l’accesso alle agevolazioni del Superbonus.

Un sollievo per i conti dello Stato, ma con cantieri incompleti

Mentre il Superbonus rallenta, i conti pubblici ne traggono beneficio. L’onere a carico dello Stato per i lavori conclusi è salito a 122,7 miliardi di euro, un aumento marginale rispetto ai 122,6 miliardi di aprile.

Il totale degli investimenti ammessi a detrazione è di 117,709 miliardi, con il 95,3% dei lavori già realizzati. Tuttavia, restano da completare circa 5,6 miliardi di euro di lavori, principalmente nei cantieri condominiali. Se questi numeri ridotti saranno confermati nei prossimi mesi, molti di questi cantieri rischieranno di rimanere incompleti.

La stretta del Governo sulle cessioni ha creato numerosi ostacoli per chi aveva opere in corso, soprattutto per coloro che hanno avviato i lavori a inizio 2024. Questi ultimi stanno sperimentando difficoltà significative nell’avanzamento e nel completamento dei progetti, aggravate dalla stretta sulle Cilas dormienti.

La crisi del Superbonus 110%: tra successi e ridimensionamento governativo

In tre anni e mezzo, il Superbonus 110% ha permesso la riqualificazione energetica di quasi 472mila edifici, con un investimento complessivo di 107 miliardi di euro, secondo i dati ENEA aggiornati al 31 gennaio 2024. Tuttavia, il 2024 ha segnato l’inizio di un drastico ridimensionamento del provvedimento. Come abbiamo già accennato, per effetto dècalage, il Governo ha ridotto l’aliquota al 70%, con un ulteriore abbassamento previsto al 65% nel 2025, rendendo il sussidio meno appetibile e accessibile solo a una parte della popolazione.

Il ridimensionamento del Superbonus riflette le preoccupazioni del Governo riguardo alla sostenibilità della spesa e agli abusi frequenti. La misura, inizialmente vista come un’opportunità per tutti, rischia di diventare un privilegio per pochi. Il Governo, oltre a ridimensionare il Superbonus, deve ora affrontare la questione delle future agevolazioni.

La crisi del Superbonus e le possibili misure future

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sta considerando la possibilità di unificare diversi bonus esistenti (come l’Ecobonus e il Bonus facciate) in una singola misura con aliquote crescenti, basate sul livello di efficientamento energetico raggiunto dagli immobili. Questa proposta mira a semplificare il sistema delle agevolazioni, ma solleva dubbi sulla sua efficacia e sulla reale capacità di incentivare gli interventi di riqualificazione energetica.

Insomma, il futuro delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica rimane quindi incerto e pieno di sfide, richiedendo un equilibrio tra sostenibilità economica e inclusività sociale.

 

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