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Smart working, tempi di vita e del lavoro e riequilibrio demografico dei territori #finsubito prestito immediato


© Foto di Kristin Wilson su Unsplash

 

Il volume Smart working, tempi di vita e del lavoro e riequilibrio demografico dei territori a cura di Luisa Corazza, Luca Di Salvatore, Filippo Tantillo e Rosita Zucaro, è edito dalla Fondazione Brodolini, all’interno della collana “Itinerari di diritto e relazioni del lavoro” (reperibile in open access al seguente link https://www.fondazionebrodolini.it/sites/default/files/pubblicazioni/file/Q66.pdf).

La pubblicazione raccoglie una prima serie di risultati dell’attività dell’“Osservatorio sull’impatto dello smart working sulle aree interne” costituito, nel 2022, da INAPP e Unimol – che reca al proprio interno il Centro ArIA (Centro di ricerca per le Aree Interne e gli Appennini). I contributi raccolti nel volume costituiscono la rielaborazione dei paper selezionati e discussi in occasione del primo seminario SWAI Smart working, tempi di vita e del lavoro e riequilibrio demografico dei territori, organizzato da INAPP e Centro ArIA il 19 e 20 ottobre 2023. L’evento è stato preceduto a sua volta da una call for papers risultata molto partecipata (qui il link contenente tutti i materiali https://www.inapp.gov.it/eventi/seminario-swai-2023).

Al centro del lavoro c’è il tema della massiva diffusione del lavoro a distanza in conseguenza del fattore esogeno pandemico, sviluppato attraverso analisi sulle implicazioni che questa trasformazione potrebbe avere per il riequilibrio demografico e territoriale, nonché per la conversione ecologica dell’economia. L’attenzione si è rivolta specificamente ai territori che hanno subito fenomeni di spopolamento e abbandono (Sud, aree interne, territori marginali, zone montane).

Il testo si articola in quattro parti. La prima è dedicata a “Sostenibilità e inclusione” e tratta i temi relativi al capitale sociale, all’impatto sulle discriminazioni di genere e sul lavoro di cura, all’inclusione delle persone con disabilità, al ben-essere lavorativo, con alcuni studi di caso. La seconda, invece, ha come focus le “Nuove forme di organizzazione” e analizza come lo smart working sia entrato nell’organizzazione dell’impresa e delle Pubbliche Amministrazioni, trasformandone alcuni assi essenziali, quali: nuove forme di lavoro, performance aziendale, carriere, qualità della vita, orario di lavoro, diritto alla disconnessione, impatto sugli assetti produttivi, sociali e territoriali, organizzazione del lavoro nella PA. La terza si concentra, poi, sul “Ruolo delle parti sociali” e contiene contributi dedicati al ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva, con la presentazione di alcune case studies. Infine, nell’ultima parte, dedicata a “Transizioni, strategie e ruolo dei territori”, emergono le principali esperienze territoriali su forme di lavoro da remoto e riequilibrio demografico dei territori. Le questioni trattate coprono i temi più vari, quali il nomadismo digitale, l’esperimento del “South working”, il ruolo della cultura, i piccoli comuni intelligenti nell’Unione europea, le esperienze territoriali del Nord Ovest del Paese, il turismo smart.

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SMART WORKING: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER LE AREE INTERNE

Tema centrale nella collettanea è, senz’altro, il potenziale dello smart working come strumento per lo sviluppo delle aree interne, che in Italia sono generalmente caratterizzate da una bassa densità abitativa, scarsità di servizi e ridotte opportunità di lavoro. L’analisi proposta dalle autrici e dagli autori parte dalla constatazione che il lavoro a distanza possa contribuire a superare alcune delle barriere tradizionali, che limitano lo sviluppo di queste aree, offrendo nuove opportunità di occupazione, nonché miglioramento della qualità della vita. Lo smart working permette infatti alle lavoratrici e ai lavoratori di svincolarsi dalla necessità di risiedere nelle grandi città, consentendo loro di vivere e lavorare in territori meno urbanizzati, laddove sussistano però le condizioni abilitanti (per una analisi specifica sul punto si veda sul punto F. Tantillo, R. Zucaro, Iper-luoghi e spazi di interazione: lo smart working nelle aree interne, Inapp paper, 2024, n. 49, consultabile open access https://oa.inapp.gov.it/server/api/core/bitstreams/20b89873-aca2-417d-b9fe-46841f4a8dbc/content).

IL RIEQUILIBRIO TERRITORIALE ATTRAVERSO IL LAVORO A DISTANZA

Il volume affronta con attenzione il tema del riequilibrio territoriale, presentando lo smart working come una possibile leva per affrontare il problema dello spopolamento delle aree interne. La migrazione verso le città ha storicamente svuotato molti piccoli comuni italiani, causando una diminuzione delle risorse locali e una perdita di coesione sociale. Emerge nei contributi raccolti la proposta di un cambiamento di paradigma. Il lavoro digitale potrebbe, infatti, invertire questa tendenza, riportando una popolazione lavorativa in aree in via di spopolamento e attirando professionisti che possono lavorare ovunque vi sia una buona copertura con la rete internet. Questa dinamica potrebbe portare a un rilancio economico e culturale delle aree interne, che potrebbero essere rigenerate dalla presenza di lavoratrici e lavoratori qualificati e dal germogliare di nuove attività imprenditoriali.

INFRASTRUTTURE DIGITALI E CAPITALE UMANO: LE SFIDE DELLO SMART WORKING

Nonostante i benefici, il libro non manca di sottolineare le criticità e con esse le importanti sfide che accompagnano l’adozione su larga scala dello smart working nelle aree interne. Un elemento cruciale è la necessità di infrastrutture digitali adeguate, come una connessione Internet veloce e affidabile. Nei contributi si evidenzia che nelle aree remote il digital divide è significativo e problematico l’accesso alle tecnologie. Questi fattori ostacolano fortemente la possibilità di sfruttare appieno il lavoro a distanza. In parallelo, viene discusso il ruolo del capitale umano, sottolineando l’importanza di formare competenze digitali tra i residenti delle aree interne, in modo che possano cogliere le opportunità offerte da questo nuovo modello lavorativo.

INCLUSIONE SOCIALE E LAVORO AGILE

Un altro tema di grande rilevanza, trattato nel volume, è l’impatto dello smart working in ottica di inclusione sociale. Le autrici e gli autori riflettono su come il lavoro a distanza possa offrire nuove opportunità a categorie spesso svantaggiate, come le donne e le persone con disabilità. Si sottolinea però anche l’importanza che venga garantito che lo smart working non diventi un fattore di esclusione per chi non ha accesso alle competenze digitali o alle infrastrutture necessarie.

LA LEVA DELLA CULTURA E LE AREE INTERNE

Nel volume viene evidenziato anche che la cultura rappresenta un fattore imprescindibile per lo sviluppo delle aree interne italiane. La valorizzazione del patrimonio culturale, delle tradizioni locali e dei saperi artigianali può infatti rafforzare l’identità territoriale e attrarre nuove generazioni e investimenti. Le autrici e gli autori sottolineano il potenziale del turismo culturale sostenibile e la sinergia tra cultura e smart working, che può favorire il ripopolamento di queste aree, rendendole centri di produzione creativa. La cultura diventa così uno strumento di inclusione sociale e innovazione, promuovendo la coesione e il rilancio economico delle comunità locali.

SMART WORKING E SOSTENIBILITÀ

Nel volume vengono anche evidenziati i potenziali impatti dello smart working in termini di sostenibilità. Il lavoro a distanza potrebbe ridurre l’impatto ambientale, diminuendo la necessità di spostamenti quotidiani e alleggerendo la pressione sulle infrastrutture urbane e questo potrebbe avere benefici significativi per l’ambiente, in particolare in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, viene sottolineato anche il rischio che lo smart working, se non adeguatamente regolato, possa portare a nuove forme di isolamento sociale, di sfruttamento lavorativo o di polarizzazione.

IL RUOLO DELLE POLITICHE PUBBLICHE

Un altro aspetto centrale del volume riguarda il ruolo delle politiche pubbliche nel promuovere lo smart working come strumento per lo sviluppo delle aree interne. Nel volume viene evidenziato che per massimizzare i benefici del lavoro a distanza è necessario un intervento coordinato da parte delle istituzioni a livello nazionale e locale. Questo intervento dovrebbe includere investimenti nelle infrastrutture digitali, incentivi per le aziende che adottano modelli di lavoro flessibile e iniziative per favorire la migrazione di lavoratori verso le aree interne. Il volume mette in evidenza come le politiche pubbliche possano svolgere un ruolo centrale nella costruzione di un ecosistema favorevole allo smart working, capace di garantire non solo l’accesso alle tecnologie, ma anche la promozione di una qualità della vita elevata per chi decide di trasferirsi in questi territori.

CONCLUSIONI: VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO TERRITORIALE

In conclusione, il volume offre un’analisi delle opportunità, ma al contempo anche delle sfide imprescindibili per la diffusione del lavoro a distanza nelle aree meno urbanizzate del paese e correlati vantaggi che questo può determinare. Le autrici e gli autori evidenziano come lo smart working rappresenti un volano per una svolta significativa per lo sviluppo economico e sociale delle aree interne, contribuendo a ridurre il divario territoriale e a promuovere nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Tuttavia, tale processo non può avere luogo senza un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle aziende e delle comunità locali, volto a superare le barriere infrastrutturali e culturali, che ancora limitano la diffusione di questa nuova modalità di svolgimento della prestazione di lavoro. In definitiva, il libro invita a una riflessione profonda sulle modalità con cui il lavoro agile può essere utilizzato non solo come risposta a una crisi contingente, ma come strumento per costruire un futuro più equo e inclusivo per tutti i territori del paese.

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ABSTRACT

The book Smart Working e Aree Interne [Smart Working and Inner Areas] explores the potential of remote work as a tool for the economic and social development of Italy’s inner areas, territories often characterized by depopulation, isolation, and a lack of job opportunities. Through an in-depth analysis, the text highlights how remote working can help rebalance territorial dynamics, offering new employment opportunities and improving the quality of life. However, to maximize these benefits, the book emphasizes the need for targeted public policies, investments in digital infrastructure, and adequate training of human capital. Remote working is presented as an opportunity to make work more inclusive, sustainable, and capable of revitalizing less urbanized areas.

 

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