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Torre Boldone, il parco fotovoltaico non si tocca #finsubito prestito immediato


Irricevibile e inammissibile. Irricevibile per questioni procedurali e inammissibile per l’infondatezza del contenuto. Queste in sintesi le motivazioni scritte nella sentenza pubblicata lunedì dal Consiglio di Stato che chiude la vicenda che ha visto contrapposti da un lato il Parco dei Colli e il comitato dei cittadini di Torre Boldone, contrari all’installazione di un parco fotovoltaico, e dall’altro la società titolare dell’impianto, la Imotorre Srl, e il Comune di Torre Boldone. La sentenza del Consiglio di Stato annulla infatti la decisione del Tar di Brescia del 29 agosto scorso che accoglieva le motivazioni del Parco dei Colli di Bergamo e dunque bocciava il parco fotovoltaico di via Imotorre.

La storia dell’impianto fotovoltaico

Va ricordato che l’impianto fotovoltaico ha una potenza elettrica di oltre 3mila megawatt e insiste su una superficie di 48mila metri quadrati compresa tra via Quasimodo e via Martinella. A margine del parco fotovoltaico ha preso poi vita la Comunità Energetica Rinnovabile Imotorre – Cer Agricola. Tutta l’operazione era stata promossa dalla società Imotorre S.r.l., con l’appoggio della Giunta guidata dall’allora sindaco, Luca Macario. Da subito il Parco dei Colli aveva sollevato dubbi sull’iter autorizzativo, che non avrebbe tenuto in conto il valore paesaggistico delle aree interessate vincolate al parere del Parco stesso, e che mancassero alcuni passaggi obbligatori per legge. A sostegno del ricorso presentato dal Parco dei Colli, i cittadini di Torre, le cui abitazioni insistono sulla zona di realizzazione del parco fotovoltaico, preoccupati anche della ricaduta dell’operazione sul mercato immobiliare della zona, avevano dato vita a un comitato.

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La posizione di Imotorre

«La Cer Imotorre è intervenuta nel procedimento avanti di Consiglio di Stato – ha ricordato Luca Savi, presidente e avvocato difensore della società davanti al Consiglio di Stato – anche per sostenere la prevalenza dell’interesse pubblico nonché il grave danno alla collettività derivante dallo spegnimento dell’impianto sia in termini ambientali, per l’abbattimento della CO2, sia in termini sociali, vale a dire per il sostegno alle fasce deboli mediante gli incentivi del Gestore dei Servizi Energetici devoluti in parte al Comune e, non ultimo economici per la perdita degli ingenti incentivi per i membri della CER, che oggi sono oltre 500». Da sottolineare infatti che per chi aderisce a una Comunità Energetica c’è un risparmio in bolletta. In pratica più energia si auto-consuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta.

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«La società esprime la propria soddisfazione per la sentenza emessa in tempo record dal Consiglio di Stato – ha dichiarato il legale rappresentante della società Imotorre Srl proprietaria dell’impianto, Paolo Birolini -. La sentenza ha riconosciuto, nel merito, la piena legittimità del percorso autorizzativo sulla base del quale è stato realizzato il proprio impianto. Una sentenza che rende giustizia e soddisfazione a tutti i professionisti tecnici e legali coinvolti e, in primis, all’operato del Comune di Torre Boldone».

Soddisfazione è stata espressa anche da Luca Macario: «Il Consiglio di Stato ha stabilito che il nostro Comune ha operato in piena legittimità, rigettando le pretese del Parco dei Colli di Bergamo perché illegittime e infondate nel merito, e riconoscendo la validità della nostra decisione di autorizzare l’impianto. Quello che allora era visto come un progetto contestato e divisivo, oggi si dimostra essere un esempio di buona amministrazione, attenta alle esigenze energetiche ed economiche della comunità». Macario non ha perso l’occasione per togliersi un sassolino dalle scarpe:«Chi oggi guida il paese non ha esitato a cavalcare la disinformazione per minare il lavoro svolto dal nostro gruppo, giocando con le paure e le incertezze dei cittadini. Ma ora, grazie a questa sentenza, viene riconosciuto che tutte le accuse mosse contro la nostra amministrazione erano prive di fondamento».

La posizione del Parco dei Colli

Laconica invece la dichiarazione rilasciata dal Parco a voce del suo vicepresidente Angelo Colleoni: «Il Parco prende atto della sentenza. Riteniamo che tale sentenza non entri nel merito dei temi sollevati e si limiti a verificare le tempistiche di presentazione del ricorso da parte del Parco. Il Parco ha presentato ricorso solo quando aveva a disposizione tutto il materiale richiesto come la sentenza del Tar ha confermato».



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