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CREMONA – Boom nell’occupazione nel settore edilizio a Cremona alla fine del 2023. Il dato è di Unioncamere e lascia ben sperare. Buone notizie – per quanto meno eclatanti – anche per il primo trimestre del 2024: la crescita rallenta, ma la situazione e le aspettative appaiono positive, al netto di alcune criticità. Alla fine dello scorso anno, il settore edilizio a Cremona ha dato il meglio di sé. In base al rapporto di Unioncamere, alla fine del 2023 gli addetti al settore erano 7.752, dei quali l’8,5% impegnati in imprese di costruzioni. Tirando le somme, l’aumento dell’occupazione è risultato del +3% rispetto al 2022/2021. Un risultato significativo, paragonabile a quelli di altre provincie lombarde, come Sondrio (+3,0%), Monza e Brianza (+3,3%) e Lecco (+3,2%). In testa alla classifica, Milano, con una crescita di più del +13%, e Lodi, con il +7,3% in più del 2022.

Sempre più occupati. Ma il trend riguarda tutta la Lombardia, e si estende ad altre variabili, come il volume d’affari. In base ai dati di Unioncamere, pubblicati la mattina di ieri, il 2023 si era chiuso con una fiammata per tutta la regione: il quarto trimestre ha registrato un +10% rispetto allo stesso periodo del 2022. La ripresa ruggente si spiega con le scadenze del superbonus. Ma non è stato l’unico successo di fine anno: anche i prezzi di vendita hanno gradualmente iniziato a rientrare, assestandosi su una crescita congiunturale del +2,7%.

«L’edilizia continua a rimanere un settore strategico per la Lombardia, sia per quanto riguarda il mercato privato che pubblico a fronte degli ingenti investimenti contenuti nel Pnrr – ha commentato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – e in vista dei cambiamenti previsti dal Governo nei prossimi mesi credo sia importante che le imprese del settore recepiscano al meglio le trasformazioni in atto, affrontando le nuove sfide e riuscendo a garantire figure professionali sempre più specializzate». Nei primi mesi del 2024, invece, la crescita ha avuto una battuta di quasi arresto. Oggi i dati lombardi sono positivi, anche se mostrano una certa flessione.

Gian Domenico Auricchio e Paolo Beltrami

Il volume d’affari delle imprese attive nell’edilizia inizia a rallentare, registrando una crescita su base annua del +3,9%. I prezzi di vendita, invece, subiscono una leggera accelerazione (+3%). È il tributo da pagare per il crescendo dei costi delle materie prime. A Cremona, invece, questo calo non sembra farsi sentire con la stessa intensità. «Nella nostra provincia – ha detto Paolo Beltrami, presidente Ance Cremona – non abbiamo avuto, nei primi mesi del 2024, la flessione che c’è stata a livello lombardo. Non abbiamo ancora avuto una riduzione né sull’occupazione nei primi cinque mesi dell’anno né sul volume d’affari. Dunque, si può dire che i nostri dati appaiono leggermente migliori che nel resto della Lombardia: siamo stabili, sia in termini di occupazione che in termini di volume d’affari».

Beltrami ha proseguito interpretando il dato alla luce della realtà del territorio: «Probabilmente ciò è dovuto ai lavori incentivati dal superbonus. Tuttavia, pur avendo spinto la crescita dell’edilizia, il bonus non ha inciso come si potrebbe pensare. Questo perché la provincia di Cremona non è caratterizzata da immobili di grandi dimensioni: sono quelli che fanno fare i numeri. Confidiamo nei lavori del Pnrr: alcuni sono partiti, altri devono ancora partire e devono soprattutto sopperire al calo». Cosa aspettarci per il futuro? I dati di Unioncamere parlano di un clima di fiducia positivo degli imprenditori del settore: le imprese si aspettano livelli di attività elevati, grazie ai lavori da ultimare nei numerosi cantieri avviati nei mesi scorsi. Gli scogli da superare sono due: le modifiche introdotte al Superbonus, che, secondo il 79% delle imprese, ne ridurranno fortemente l’utilizzo, disincentivando la crescita, e la difficoltà a reperimento manodopera, segnalata dal 27% delle imprese.



 

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