Peggiorano le performance relative ai tempi di attesa per le prestazioni sanitarie nel Lazio, in Puglia e in Veneto rilevate nel primo quadrimestre 2024 (rispetto ad aprile dello scorso anno), mentre in valore percentuale migliorano solo 3 regioni, cioè Toscana, Emilia-Romagna e Umbria. È quanto emerge dal monitoraggio nazionale sulle liste di attesa realizzato da Federconsumatori, in collaborazione con Fondazione Isscon e con il contributo della CGIL, presentato oggi a Roma presso la sede della Confederazione Generale Italiana del Lavoro.
Il report, dal titolo ‘La salute non può attendere’, è aggiornato anche con i primi dati disponibili relativi al 2024 e riporta i tempi di attesa necessari per accedere ad alcune prestazioni specialistiche ambulatoriali, per le prestazioni diagnostiche e per i ricoveri. I dati sono stati raccolti grazie alla collaborazione delle strutture regionali di Federconsumatori impegnate nelle rilevazioni nei territori di appartenenza. Un ricco elaborato di dati, che fotografa i tempi massimi di attesa registrati nelle Regioni e P.A. di Trento e Bolzano, nelle 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche alle grandi città, e in 13 aziende ospedaliere. Monitorate il 52% del totale delle prestazioni (86) oggetto del monitoraggio previsto dal PNGLA (Piano nazionale governo liste attesa), inclusi i ricoveri nelle “poche” aziende dove risultano accessibili i dati.
Il monitoraggio, quindi, oltre a fotografare i tempi massimi di attesa registrati fra le aziende monitorate, tratteggia il “preoccupante” scenario di disuguaglianze economiche, sociali e territoriali che condizionano l’accesso “equo e universale” alle cure e su cui grava “l’inaccettabile” disegno di autonomia differenziata.
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