Marianella Fioravanti, candidata alle Europee con Democrazia Sovrana e Popolare: perché ha deciso di scendere in campo e portando quali temi?
«Democrazia Sovrana e Popolare è la sola alternativa possibile al partito unico liberista».
Cosa intende?
«Il Paese sta andando incontro ad una guerra su scala planetaria all’interno di un’alleanza militare che non ha ormai scopi difensivi, ma offensivi utili soltanto ad obbedire alle direttive di Washinghton. Sul piano sociale, c’è una situazione disastrosa legata all’impossibilità per gli Stati di smarcarsi da una gabbia europea sovranazionale che contribuisce al blocco dei salari, fermi da 30 anni, con un costo della vita più che raddoppiato».
Quale sarebbe il suo contributo?
«Oggi l’Europa è espressione delle élites del capitale internazionale, di multinazionali senza scrupoli con sedi fiscali all’estero. Il nostro obiettivo è rovesciare questo rapporto di forza a favore dei lavoratori e dei piccoli e medi imprenditori. L’unico strumento possibile per avere pace e giustizia sociale è che l’Italia torni un Paese sovrano e che la sovranità torni ad appartenere al popolo come è scritto nella nostra Costituzione».
La preoccupa la soglia di sbarramento?
«Spero che la specificità dell’unica forza per la sovranità e contro la guerra presente nel Paese venga compresa e si affermi progressivamente. Questo è il nostro obiettivo. Siamo candidati nella circoscrizione del Centro Italia con ottime personalità del mondo del lavoro, della ricerca, dell’impegno politico. Tra questi, il nostro coordinatore nazionale Marco Rizzo e il presidente Francesco Toscano con cui concluderemo la campagna elettorale oggi ad Ancona».
La battaglia principale su cui punta la vostra lista è la pace in Ucraina: non c’era margine per un’alleanza con Pace Terra e Dignità di Michele Santoro?
«Le alleanze non si possono fare quando non c’è un reale accordo sui contenuti. Faccio un esempio: la battaglia referendaria del 2023 contro l’invio di armi e in opposizione all’aumento della spesa militare era aperta a tutti. Santoro e i “santoriani” non hanno partecipato».
Quali sono le criticità della nostra regione che potrebbero essere risolte avendo una voce del territorio all’europarlamento?
«Occorre tornare ad una vera rappresentanza locale. Oggi i territori sono ormai dimenticati a causa di una pericolosa deriva verticistica in atto. I diktat dell’Ue e della Nato stanno procedendo a desertificare l’economia reale come è possibile verificare anche esaminando il tessuto produttivo marchigiano e come dimostrano le centinaia di migliaia di licenziamenti».
Cosa intende?
«Ue e Bce hanno dettato i voleri dei grandi monopolisti attraverso tutti i partiti di governo degli ultimi decenni, anche a livello degli enti locali. Questi ultimi, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio hanno proceduto a privatizzare i settori economici pubblici ed i servizi essenziali, come quello sanitario, di fatto rendendo il diritto di cura un privilegio di pochissimi».
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