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Il tempo dei campanili è finito, ancora di più oggi in uno scenario che impone sfide globali dall’invecchiamento della popolazione, ai processi di innovazione dei servizi.

“I sindaci sono l’ultima vera riserva della Repubblica ed è necessario partire dalla loro agenda. Serve una ‘Casa Emilia’ in cui fare fronte unito e lavorare insieme per proteggere famiglie e imprese”, ha detto il sindaco di Fidenza e presidente della Provincia di Parma Andrea Massari nel corso di un appuntamento organizzato nel bersò de Lostello nel parco della Cittadella per ragionare di Area vasta dell’Emilia occidentale.

Al tavolo dell’incontro, moderato dal giornalista Andrea Marsiletti, il sindaco di Parma Michele Guerra, la collega di Piacenza Katia Tarasconi, il primo cittadino di Reggio Luca Vecchi, in scadenza di mandato fra pochi giorni come Massari, e il presidente della Provincia di Reggio Giorgio Zanni, alla guida del Comune di Castellarano. Assente per impegni dell’ultima ora Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza.

Un confronto che sarà replicato nei prossimi mesi nei territori vicini e che promette di assumere un valore politico ancora maggiore in vista delle elezioni Regionali in programma a fine anno.

Area vasta, dunque. Esempi concreti di operazioni di sistema già ci sono e li ha citati Tarasconi: è il caso della nuova Camera di Commercio dell’Emilia Occidentale, della Destinazione Turistica Emilia e la gestione dei rifiuti che vede coinvolta Iren.

“Si è ormai raggiunta la consapevolezza anche culturale che occorre superare una visione campanilistica – sottolinea Vecchi -. Se il territorio che va da Piacenza a Reggio si pensa come un sistema integrato non è secondo a nessuno in Europa per attrattività. Tuttavia, è necessario prestare attenzione alle questioni sociali perché non crescano le diseguaglianze economiche”.

Anche per Guerra “l’area vasta è essenziale per competete a livello nazionale ed europeo”. Lo stesso vale entro i confini emiliano-romagnoli, dove fare rete può significare bilanciare la distribuzione delle risorse erogate dalla Regione, è il caso del turismo e della sanità – osserva Guerra – che meritano finanziamenti maggiori.

E un messaggio da occidente destinato alla prossima Giunta regionale arriva ancor più chiaramente da Zanni: “Non siamo periferia né ci sentiamo subalterni a Bologna o alla Riviera e dobbiamo dirlo ad alta voce facendo massa critica”.

D’altra parte, è stato rimarcato, sentirsi territorio integrato è già la normalità per chi vive in val d’Enza o in Valtermina e si serve dell’ospedale di Montecchio, per chi da Reggio viene a studiare a Parma o da Parma prende il treno nella Mediopadana.

“Se la ricchezza delle comunità in cui viviamo ci ha fatto credere che avremmo potuto sopperire ognuno per sé alle mancanze, ora siamo arrivati a un punto di rottura. I servizi sociali, la casa, la sanità, elementi che fanno parte della nostra tradizione emiliana, sono a rischio di fronte ai tagli annunciati dal Governo e se non saremo compatti nelle nostre rivendicazioni rischiamo di finire ai margini”, riprende Massari.

La sanità è uno dei punti nevralgici e fra i più citati nel corso dell’incontro. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma e commissario Ausl, Massimo Fabi, nel fotografare la situazione del comparto Area Vasta Emilia Nord che unisce sei Aziende sanitarie, da Piacenza a Modena, ha sottolineato ad esempio i benefici portati in termini di ottimizzazione delle risorse dall’Unità logistica centralizzata a Piacenza ma ha anche denunciato il “sotto finanziamento cronico del servizio sanitario che sta portando a una privatizzazione implicita”.

Critiche sono state rivolte pure a una modalità di distribuzione delle risorse per azienda sanitaria che spesso trova motivazione nel peso politico di ciascun territorio. “Una programmazione pubblica efficiente su area vasta dovrebbe riguardare anche il governo dell’offerta. Fra pochi anni, infatti, avremo una carenza di personale infermieristico e un surplus di medici, soprattutto in pediatria”.

“Da soli non si vince. I problemi vanno risolti ragionando concretamente e insieme”, chiosa il presidente dell’Upi Gabriele Buia.

Fra.Na.

 

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