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Pedemontana, si allarga il fronte del no al pedaggio sulla Milano-Meda. In attesa dei cantieri sulle tratte B2 e C, il tema è tra quelli in primo piano. La sovrapposizione del tracciato di Pedemontana alla Milano-Meda è destinato a richiedere un pedaggio per chi percorrerà, soprattutto  per esigenze di lavoro, un’arteria che attualmente è gratuita.  Alle proteste dei sindaci dei territori brianzoli (di recente quello di Cesano Gianpiero Bocca e il leghista di Lazzate Andrea Monti) si è aggiunta di recente quella del consigliere regionale democratico Angelo Orsenigo, ex sindaco di un comune della provincia di Como che proprio ai comaschi dedica la sua protesta contro il pedaggio sulla Milano-Meda.

IL DEM ORSENIGO IN DIFESA DEI COMASCHI, CONTRO IL PEDAGGIO SULLA MILANO-MEDA

All’interno di recenti dichiarazioni sulla questione, Orsenigo scrive: “Ora hanno deciso di farci pagare anche la Milano-Meda: dai 2 ai 3 euro per ogni passaggio lungo il ramo di strada che dovrebbe essere assorbita da Pedemontana. Significa tra i 4 ai 6 euro al giorno. Ovvero 80 o 120 euro al mese. Che bel modo di andare incontro a chi percorre la Milano-Meda per lavoro, alle comunità che risentiranno del flusso di traffico che si riverserà sulla viabilità locale, ai sindaci che si sono visti calare tutto questo dall’alto“. Le cifre citate da Orsenigo, va detto, sono stime valutate in base ai costi di Pedemontana laddove è già stata aperta alla circolazione, come
la tratta Mozzate-Lazzate, dove percorrere poco più di 10 chilometri costa 2,85 euro.
Una scelta, il pedaggio sulla Milano-Meda, ritenuta iniqua e sulla quale il consigliere regionale Orsenigo promette di dare battaglia in Regione Lombardia: “i comaschi e i lombardi non sono dei bancomat da spremere fino all’ultimo centesimo”.

PEDEMONTANA: PER I LAVORATORI O A CARICO DEI LAVORATORI?

Da un lato Pedemontana si presenta come un servizio pensato proprio per andare incontro a pendolari e lavoratori che solcano da est a ovest la Lombardia e che dovrebbero, nelle promesse di Regione e Apl, trovare sollievo in un’infrastruttura destinata a ridurre i temi di percorrenza. Ma dall’altro lato il pedaggio dell’infrastruttura rischia di gravare proprio sui lavoratori, in particolar modo su chi non avrà scelta, perché non avrà più a disposizione la Milano-Meda bensì un’autostrada nuova a pagamento.

La questione è di facile comprensione, ma di soluzione più difficile. Il fronte di no al pedaggio sulla Milano-Meda si allarga infatti correndo lungo il tracciato dell’arteria, tra comitati, politici regionali d’opposizione e sindaci che hanno messo da parte i colori di partito. Andrea Monti (sindaco di Lazzate, nella foto sotto), paladino di Pedemontana nello scorso mandato regionale come capogruppo leghista, oggi impegna la sua amministrazione in una protesta istituzionale contro il pedaggio sostenendo che potrebbe trasformare Pedemontana da opportunità a problema. E ritrovandosi sullo stesso fronte del sindaco di Cesano Gianpiero Bocca, democratico, che batte sul tasto da qualche tempo.

NEL PIANO FINANZIARIO DI PEDEMONTANA NIENTE SCONTI SUL PEDAGGIO DELLA MILANO-MEDA

Più ampio è il fronte di chi chiede agevolazioni per i suoi residenti rispetto al pedaggio sulla Milano-Meda, meno sostenibile diventa per Apl considerare le richieste. Esiste, insomma, un margine di trattativa su cancellazione o sconti sul pedaggio della Milano-Meda una volta che passerà sotto la bandiera di Pedemontana? Da Apl fanno sapere che “non abbiamo altri commenti rispetto a contenuti già espressi in audizione” . Qui, in Regione, la certezza emersa è che il Piano economico finanziario non prevede riduzioni. Il pedaggio, d’altra parte, è una voce d’entrata alla quale difficilmente un’opera dai costi altissimi come Pedemontana può permettersi di rinunciare.

I MAXI-FINANZIAMENTI BEI SARANNO CONFERMATI (O NO) A LUGLIO

“Queste opere stanno in piedi così – commenta l’ex consigliere regionale 5Stelle Marco Fumagalli che a Pedemontana ha dedicato particolari energie – e resta aperta anche la questione dei finanziamenti che dovrebbero essere erogati dalla Banca Europea per gli Investimenti. Il parere sul rifinanziamento doveva essere espresso in queste settimane, invece è notizia recente che slitta a fine luglio. Dopo le Europee, aggiungo io”. Sui finanziamenti BEI, cardine di tutta l’opera, secondo comitati civici e partiti d’opposizione, penderebbe una spada di Damocle: la sforbiciata alla futura Tratta D che rinuncia alla connessione tra Vimercatese e Dalmine, comprometterebbe interamente la ratio originaria del progetto, mettendo in discussione il maxi-finanziamento BEI. Una risposta, su questa obiezione, è ancora tutta da scrivere.

Fumagalli marco

QUANDO LAVORARE COSTA CARO

Intanto però i costi quotidiani del trasporto per i lavoratori lombardi che viaggiano sono in salita costante da anni: dai prezzi della benzina alle spese dell’area B di Milano, dai parcheggi blu che si moltiplicano in tutte le città, Monza compresa agli aumenti dei biglietti per il trasporto pubblico.

 

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