di D.B.
Più tagli, con la spending review, per i Comuni che hanno ottenuto maggiori fondi dal Pnrr. È sostanzialmente questo il senso della bozza di un decreto interministeriale (Economia e Interni) attuativo della scorsa legge di bilancio tramite il quale verrebbero tolti 200 milioni all’anno ai Comuni dal 2024 al 2028; una misura della quale si parla da ottobre ma che arriva a pochi giorni dal voto in quasi 4mila Comuni italiani. L’Anci nazionale è sul piede di guerra, mentre in Umbria dove al voto sono chiamati ben 60 Comuni su 90 tutto tace o quasi.
Il sindaco A parlare martedì è stato il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, che ha chiesto l’intervento dell’Anci regionale, guidata dal primo cittadino di Deruta Michele Toniaccini. «Il Comune di Città di Castello – dice – invoca la mobilitazione collettiva dell’Anci e degli altri enti locali ingiustamente penalizzati dalla spending review del Governo, contro la quale sarà doveroso valutare anche la percorribilità di un’azione legale a tutela dei cittadini». «Il taglio delle risorse per gli enti locali che intende attuare il Governo – osserva Secondi – è un’autentica nefandezza, perché, in maniera paradossale e ingiustificabile, va a penalizzare i Comuni virtuosi, cioè quelli che hanno i conti in ordine e hanno ottenuto maggiori risorse dal Pnrr, molto spesso cofinanziando gli interventi».
Le critiche Il sindaco parla di «un vero e proprio schiaffo alla pubblica amministrazione che dimostra efficienza, ma anche e soprattutto ai cittadini». «I tagli – spiega Secondi – saranno, infatti, più pesanti per gli enti locali che avranno costruito più asili nido, scuole, palestre, infrastrutture attese dalle rispettive comunità e si troveranno in difficoltà a gestire la spesa corrente». A intervenire sul tema è anche la capogruppo del M5S nel consiglio comunale di Perugia Francesca Tizi, che ricorda come «a Perugia tutto tace. Nessuna dichiarazione in merito – dice – è pervenuta da parte del nostro sindaco, né dalla candidata a sindaca di centrodestra, Margherita Scoccia». Per Tizi si tratta di una «decisione irragionevole che andrebbe combattuta a spada tratta» specialmente in un Comune come Perugia il quale «per i vari progetti finanziati dal Pnrr ha in ballo oltre 160 milioni di euro».
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