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Truffa del superbonus, scatta un sequestro preventivo per circa 93 milioni di euro, custoditi nei “cassetti fiscali” di sette società appartenenti al settore edile. Tra queste anche un’azienda di Caivano, che pur avendo nel suo cassetto fiscale circa sette milioni di euro, dagli accertamenti è risultata essere non in grado di effettuare lavori dalla portata milionaria. A mettere un freno all’ennesimo “assalto alla diligenza” dei vari bonus, è intervenuta la procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, con un sequestro d’urgenza, eseguito dai militari del gruppo di Frattamaggiore, diretto dal maggiore Carmine Bellucci. Il provvedimento, come ha sottolineato la stessa procura, si è reso necessario per bloccare la cessione dei crediti ancora depositati il cui iter era iniziato nello scorso mese di aprile e quindi pronto a volatilizzarsi in mille rivoli, circostanza che avrebbe reso molto più complicato il recupero dei crediti.

Sette indagati

Le indagini, iniziate dalle fiamme gialle di Frattamaggiore nell’ambito di normali controlli presso le aziende, hanno accertato che i crediti erano riconducibili a bonus fiscali per lavori mai eseguiti, di riqualificazione energetica, di ristrutturazione e di adeguamento sismico, vantati da società prive di consistenza aziendale e solidità patrimoniale. Addirittura alcuni di questi crediti erano stati richiesti da quattro persone decedute un anno prima dell’apertura della pratica. I militari della guardia di finanza hanno anche scoperto che alcuni proprietari di piccole abitazioni avevano ottenuto e poi stavano per cedere crediti superiori al milione di euro. Come se i lavori fossero stati eseguiti presso mega condomini piuttosto che in abitazioni mono familiari.

Gli sviluppi

Al momento nell’inchiesta sono indagate sette persone, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Ma l’indagine non è affatto conclusa. Gli inquirenti, proprio per la complessità burocratica nell’istruire le pratiche dei vari bonus, sono convinti che ad agire siano stati professionisti del settore. Accertate dagli inquirenti anche che le cessioni truffaldine inviate all’Agenzia delle Entrate per conto delle società erano presentate dai medesimi soggetti cedenti, in qualità di committenti dei lavori.

Il sequestro preventivo eseguito ieri mattina rientra nella maxi inchiesta del gruppo della guardia di finanza di Frattamaggiore, che dal 2022 e fino a tutto il 2023 ha consentito il sequestro di più di un miliardo e mezzo di euro. Nel 2022, le fiamme gialle denunciarono 98 persone, sequestrando circa 903 milioni di euro, in relazione alla circolazione di crediti fittizi per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico nonché anche per i canoni di locazione delle aziende, previsti dal decreto “rilancio”. Dodici mesi dopo, gli stessi militari effettuarono un secondo sequestro per circa 607 milioni di euro, vantati da 105 soggetti tra persone fisiche e società, molte delle quali nate nell’arco di un giorno e chiuse non appena incassate le somme dei vari bonus.



 

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