L’esperienza politica, amministrativa e professionale, mi ha, da sempre, deontologicamente obbligato, a conoscere ed analizzare fatti, dati e circostanze prima di ritenere di poter esternare opinioni personali su questioni d’interesse e rilevanza pubblica.
Da ultimo, sempre con maggiore frequenza, mi capita d’imbattermi – in tema di politiche d’intervento in favore del Mezzogiorno – più che altro in qualche «spezzone» di titolo, cui fanno seguito una serie di considerazioni «tanto per», il più delle volte senza rispondenza alcuna, tanto dal punto di vista logico quanto fattuale, tra le diverse argomentazioni esposte.
La misura denominata «Decontribuzione Sud», cofinanziata da risorse nazionali ed europee, nasce, dunque, per contenere gli effetti della pandemia da COVID-19 sulla occupazione, al fine, quindi, di tutelare e salvaguardare i livelli occupazionali in aree affette da gravi situazioni di disagio socio-economico.
Nel nostro Ordinamento legislativo essa viene inizialmente introdotta con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020), con una estensione «ipotetica» al 2029, ma vincolata, ai fini del concreto riconoscimento e dell’attuabilità, a periodiche autorizzazioni da parte della Commissione Europea, venendo configurata come «Aiuto di Stato» (art. 108, par. 3, TFUE, Trattato sul Funzionamento della Unione Europea).
In particolare, la relativa disciplina, inquadrata inizialmente nell’ambito del «Quadro Temporaneo COVID-19», viene successivamente ricompresa nel «Quadro Temporaneo Ucraina» (Temporary crisis and Transition Framework, TCTF), in scadenza al 30 giugno 2024.
Il Governo in carica, ha avuto, nel merito, diverse interlocuzioni con la Commissione Europea, che ha accolto un primo rinnovo della misura in data 6 dicembre 2022 (per la durata di 12 mesi, con un incremento di 5.7 milioni di euro); in seguito, l’esigenza di garantire la piena operatività della misura oltre il 31 dicembre 2023, ha portato lo stesso Governo nazionale ad una ulteriore richiesta di rinnovo alla Commissione (in data 5 e 7 dicembre 2023), accolta dalla stessa in data 15 dicembre 2023.
La Commissione Europea ne ha, pertanto, prorogato l’applicabilità al sino al 30 giugno 2024 (massima estensione possibile, come scritto in premessa).
Sin qui, dunque, la ricostruzione dei fatti.
Le prospettive.
Il Consiglio dei Ministri n.79, in data 30 aprile u.s., ha approvato il decreto-legge, cosiddetto «Decreto Coesione», ora in fase di pubblicazione, contenente diverse misure specificamente orientate al sostegno dell’occupazione nel Sud del Paese, oltre che a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle categorie più svantaggiate (misure, bene precisare, che si aggiungono e non si sostituiscono alla misura Decontribuzione Sud).
In estrema sintesi:
⁃ Bonus giovani, che prevede l’esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l’assunzione di giovani under 35 anni; il bonus ha validità sino a due anni e, nelle Regioni ricomprese nella ZES unica del Mezzogiorno d’Italia, riguarda altresì i lavoratori over 35 che siano stati disoccupati per almeno 24 mesi;
⁃ Bonus donne, anch’esso della durata di due anni, prevede l’esonero del 100% dei contributi previdenziali per il datore di lavoro;
⁃ Bonus ZES, che prevede lo sgravio contributivo del 100%, per una durata di due anni per ciascun lavoratore assunto, applicabile ai datori di lavoro di aziende che impiegano fino a 15 dipendenti.
Esigenze di spazio m’impongono di non proseguire; confido, quindi, nella benevolenza del Direttore che mi ospita – e che ringrazio – per ulteriori approfondimenti in tema di riforma della politica di coesione (che consentirà, finalmente, un vero coordinamento tra le diverse fonti di finanziamento, al fine anche di concentrare risorse per colmare i divari infrastrutturali), di Accordi di Sviluppo e Coesione con le Regioni e di nuova ZES unica del Sud Italia.
Una piccola chiosa, se mi è consentito.
È oltremodo interessante notare, da parte di chi ha avuto responsabilità di governo per molti anni, quanto si sia lesti nel pretendere, da parte di chi è succeduto, risultati ben lungi dall’essere conseguiti in precedenza.
Questo è il mondo, o meglio, questo è – anche – il nostro Paese.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui