Rubinetti lasciati a secco prima dell’orario comunicato dall’Aca e acqua che, all’alba di stamani, ha tardato a tornare nelle case. È stato un sabato notte di disagi quello registrato in gran parte della città di Chieti, con una chiusura idrica programmata che ha lasciato l’amaro in bocca a tantissimi.
Non solo, come detto, per gli orari ballerini, stando a numerose testimonianze dei cittadini, ma anche perché la serata di ieri era una circostanza importante per il centro città, fra gli eventi del Confarte festival e l’afflusso di presenze fra corso Marrucino e dintorni. Inevitabili i disagi per i titolari dei locali, pronti ad accogliere i clienti delle grandi occasioni, ma che si sono trovati ad affrontare e risolvere i problemi della mancanza di acqua.
Un disagio cronico iniziato quest’anno ben prima dell’estate che, nonostante iniziative eclatanti, proteste, consigli straordinari, rassicurazioni, non si è ancora riusciti a risolvere ormai da ben più di un decennio.
Anche oggi, in tanti chiedono al Comune di intervenire affinché si trovi una soluzione a un problema diventato triste consuetudine in diversi quartieri della città, come lo Scalo, che da tempo, durante la notte, resta senza acqua potabile in casa.
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Intanto, il presidente della commissione comunale Lavori pubblici, Vincenzo Ginefra, comunica che chiederà al sindaco Diego Ferrara “di intervenire sulla Regione Abruzzo per prorogare i tempi per la presentazione delle domande per l’ottenimento dei cittadini di Chieti dei contributi regionali a fondo perduto per l’acquisto di impianti autoclave per abitazioni civili”.
“Ricordo – spiega – che è stato pubblicato, sul sito Ersi Abruzzo, un avviso per l’erogazione di contributi a fondo perduto destinati all’acquisto e all’installazione di impianti autoclave a servizio di edifici destinati a civile abitazione ubicati nel territorio regionale e costituiti da più piani oltre al primo. Il contributo è concesso per immobili catastalmente censiti nei territori dei comuni della regione Abruzzo”.
L’avviso è scaduto lo scorso 15 aprile, ma, incalza Ginefra, “sarebbe auspicabile ottenere una proroga per i seguenti soggetti: persone fisiche proprietarie di abitazioni singole ricomprese in edifici non condominiali, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa; condomìni; Comuni e Ater per gli interventi sugli immobili adibiti a edilizia residenziale pubblica di rispettiva proprietà”.
Nel dettaglio, Ersi riconosce un contributo non inferiore a 250 euro e non superiore a 1.500 per ciascuno edificio: 250 è la quota prevista per edifici costituiti da una singola unità immobiliare fino a tre piani; 500 euro per edifici costituiti da una singola unità immobiliare superiore a tre piani; 1.000 euro per edifici costituiti da massimo 4 unità immobiliari; 1.500 euro per edifici costituiti da oltre quattro unità immobiliari.
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