Monito della BCE alle banche europee nell’erogazione dei mutui. Seppure al momento non emergano particolari rischi, l’istituto di Francoforte ha chiesto agli istituti di credito di adottare un atteggiamento più prudente, attraverso la richiesta di dati più completi sulla capacità di rimborso dei debitori, garanzie e certificazioni energetiche. Tutto questo per monitorare attentamente i rischi del settore immobiliare residenziale, una delle principali aree di attenzione della Banca centrale europea nell’ambito delle priorità di vigilanza per il periodo 2023-25.
Ad accendere i riflettori sulla questione, è stata un’indagine condotta dall’istituto di Francoforte su 37 banche e 1.400 miliardi di finanziamenti ipotecari (il 40% dei prestiti per abitazioni nell’area euro e il 10% dei crediti totali).
In particolare l’analisi ha evidenziato che, nella concessione dei mutui, alcune lacune da parte degli istituti di credito. In particolare:
Al termine del sondaggio, tutti gli istituti hanno ricevuto dalla BCE una comunicazione scritta sulle criticità riscontrate, con richiesta di porvi rimedio. Sebbene il comparto sia sottoposto a tensioni, le prospettive generali rimangono relativamente positive e gestibili. Tuttavia se i rischi dovessero concretizzarsi ci sarebbe un impatto “significativo” sulle perdite di credito delle banche, dato che i prestiti alle famiglie garantiti da immobili rappresentano il 26% del totale dei crediti.
Nel frattempo, spostando lo sguardo all’Italia, nel mese di aprile il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni in Italia è diminuito al 3,67% rispetto al 3,79% di marzo 2024 e al 4,42% del dicembre 2023. Lo afferma il Rapporto mensile dell’Abi, diffuso pochi giorni, aggiungendo che il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è il 5,32% (5,26% a marzo 2024 e 5,45% a dicembre 2023), mentre il tasso medio sul totale dei prestiti, quindi sottoscritti negli anni, è stabile al 4,80%.
In aprile i prestiti a imprese e famiglie in Italia sono scesi del 2,5% rispetto a un anno prima, mentre a marzo 2024 avevano registrato un calo del 2,6%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,9% e quelli alle famiglie dell’1,4%. Secondo l’Associazione bancaria italiana “il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”.
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