NAPOLI. Riparte a Napoli l’industria dei congressi e degli eventi, che recuperano il tempo perduto con la pandemia e quello degli anni successivi. Un comparto economico, culturale e sociale riconosciuto sempre di più dall’amministrazione cittadina con le quali i rappresentanti della meeting industry dialogano per progettare insieme il futuro. Un comparto che si contraddistingue dalle altre tipologie di turismo per la qualità e l’alta capacità di spesa dei congressisti che Federcongressi&Eventi ha stimato ultimamente con un picco in aumento del 150 per cento sulla sola spesa alberghiera.
QUANTO VALE UN TURISTA CONGRESSUALE. All’ombra di Partenope un turista congressuale vale tre volte un vacanziero, secondo dati elaborati dall’Osservatorio scientifico dell’assessorato al Turismo al Comune di Napoli messo in campo da Teresa Armato che stima in circa 700 euro la spesa media di un turista congressuale, il triplo di un visitatore in vacanza. Un dato confermato dall’Organizzazione italiana congressi ed eventi a Rimini nei mesi scorsi. L’indotto ha toccato solo nel 2023 i 600 milioni di euro. Un dato che dovrebbe aumentare a fine 2024 per effetto degli eventi da questo mese fino a dicembre, tra cui il congresso nazionale Sifo e Pharma dal 17 al 20 ottobre. Solo la Naples Shipping Week, primo dei grandi eventi di ottobre, ha portato 600 convegnisti provenienti da tutta Europa che hanno occupato le stanze degli esercizi alberghieri ed extralberghieri cittadini con un ritorno economico molto alto. Il turismo congressuale è tra l’altro ben posizionato con ampi margini di miglioramento. In questo contesto sempre più dinamico e sfidante, aumenta la consapevolezza che investire è l’unica via per competere.
LA RILEVAZIONE DI SRM. Da un report di Srm, Centro studi collegato a Intesa Sanpaolo, emerge che circa il 77 per cento delle imprese turistiche della regione nell’ultimo triennio ha effettuato investimenti, in Italia il 76. «E le imprese guardano al futuro, comprendendo la sfida della digitalizzazione e della sostenibilità: quattro imprese su dieci hanno investito su tali obiettivi», evidenzia Massimo Deandreis, direttore di Srm. «L’obiettivo è un turismo congressuale che offra destinazioni diversificate e di qualità anche per favorire la delocalizzazione e l’impatto economico sul territorio cittadino, per ridurre gli effetti negativi e i disagi derivanti dai fenomeni di congestionamento».
L’OPINIONE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. Teresa Armato, assessora al Turismo e alle Attività produttive conferma la validità della politica attuata dall’amministrazione comunale per rilanciare la Mostra d’Oltremare come sede delle fiere e del turismo congressuale: «Nel 2023 la Mostra ha ospitato 30 convegni e congressi a cui hanno partecipato 60 mila persone, in arrivo da tutta Italia. Il rilancio del polo napoletano è passato attraverso la scelta di spostare dal lungomare Pizza Village e di diversificare l’offerta per fare spazio a eventi per tutti i target: dal Comicon al Balloon Museum, a TuttoSposi e This is Wonderland. A molti di questi eventi hanno partecipato tantissimi turisti. Siamo una città in crescita col turismo e sempre più apprezzati a livello internazionale».
E ancora: «A Napoli crescono i servizi sul territorio, si moltiplicano i collegamenti aerei, siamo un porto importante per gli scambi commerciali e le crociere, ci apriamo a nuovi mercati e a nuovi target, compreso quello congressuale, assieme al wedding e al mercato dei più giovani e dei millennials».
Secondo l’esponete della giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi, «per consolidare la posizione di Napoli sui mercati internazionali ci serviamo delle rilevazioni dell’Osservatorio turistico urbano, uno strumento importante per monitorare in tempo reale i flussi turistici, registra la soddisfazione dei turisti, analizzare la competitività e la sostenibilità turistica, e della Destination Management Organization, lo strumento per la gestione coordinata di tutti gli elementi che compongono una destinazione turistica per potenziarne i servizi e le risorse e sviluppare il potenziale della filiera turistica all’interno di un processo di differenziazione e destagionalizzazione dei flussi, per migliorare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale. Ciò attraverso la spinta dei nuovi driver del turismo: digitalizzazione, esperienzialità e sviluppo sostenibile. Siamo già pronti con una serie di attività mirate per potenziare ulteriormente la nostra presenza sul mercato internazionale, come i Fam Trip, per fare di Napoli una meta preferita anche del turismo congressuale, del wedding e dei millennials».
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