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Tra le novità più interessanti previste dal DL “Coesione” (DL 60/2024) si segnala l’introduzione di due incentivi all’autoimprenditorialità, denominati “Autoimpiego Centro-Nord Italia” e Resto al Sud 2.0., disciplinati rispettivamente agli artt. 17 e 18 del medesimo DL 60/2024.

I due incentivi sono caratterizzati da uno schema applicativo sostanzialmente analogo, seppur differenti per la destinazione geografica e con misure più “sostanziose” per le aree del Mezzogiorno. Infatti, l’incentivo regolato dall’art. 18 del DL 60/2024, denominato Resto al Sud 2.0, trova applicazione con riferimento alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

In entrambi i casi, sono ammesse al finanziamento le iniziative economiche finalizzate all’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, in forma individuale o collettiva, comprese quelle che prevedono l’iscrizione a ordini o collegi professionali.
Inoltre, risultano destinatari delle due misure i giovani under 35 in possesso di uno dei seguenti requisiti: condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale e di discriminazione, come definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027; inoccupati, inattivi e disoccupati, nonché disoccupati destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).

Sono ammissibili a finanziamento innanzitutto gli interventi di sostegno all’investimento, consistenti nella concessione di incentivi per l’avvio delle attività.
Rientrano poi nel novero dei finanziamenti il tutoraggio, finalizzato all’incremento delle competenze, al fine di supportare i beneficiari nelle fasi di realizzazione della nuova iniziativa, nonché l’erogazione di servizi di formazione e di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio delle attività finanziabili.

Secondo quanto indicato dalle norme in esame, le attività finanziabili possono essere avviate sia in forma individuale, mediante apertura di partita IVA per la costituzione di impresa individuale o per lo svolgimento di attività libero-professionale, sia in forma collettiva, mediante costituzione di società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società a responsabilità limitata, nonché società cooperativa o società tra professionisti.

Si precisa che con riferimento alle imprese in forma collettiva, si consente la partecipazione anche a soggetti diversi da quelli espressamente indicati dalla norma in esame come destinatari dei finanziamenti. Questi ultimi devono comunque esercitare obbligatoriamente il controllo e l’amministrazione della società.

Decreto attuativo entro 30 giorni

Per quanto riguarda gli aspetti operativi, le disposizioni del DL “Coesione” demandano ad un apposito decreto interministeriale, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto in commento (avvenuta lo scorso 8 maggio 2024), il compito di fissare i termini, i criteri e le modalità di finanziamento degli incentivi in commento.
Sul punto, i commi 7 degli artt. 17 e 18 del DL 60/2024 stabiliscono che per quanto concerne gli incentivi per l’avvio delle attività, questi consistono innanzitutto in un voucher in regime de minimis, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività finanziabili, per un importo massimo di 30.000 euro, ovvero 40.000 euro nel caso di “Resto al Sud 2.0” e con riferimento ai territori dell’Italia centrale colpiti dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.

Nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher è di 40.000 euro, che sale a 50.000 euro per i beneficiari di “Resto al Sud 2.0” e i residenti nelle citate aree terremotate del Centro Italia.

In alternativa, è possibile beneficiare di un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa di valore non superiore a 120.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 65% (75% per “Resto al Sud 2.0” e aree terremotate dell’Italia centrale) dell’investimento per l’avvio delle attività finanziabili, oppure di un aiuto – sempre in regime de minimis – per programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 60% (70% per “Resto al Sud 2.0” e aree terremotate dell’Italia centrale) dell’investimento per l’avvio delle attività finanziabili.

Infine, si dispone che qualora i destinatari siano disoccupati iscritti al programma “GOL” beneficiari di NASpI, questi possono cumulare i trattamenti in godimento solo in caso di richiesta di erogazione del trattamento di disoccupazione in unica soluzione al fine di utilizzarli come capitale d’avvio da conferire nelle iniziative finanziate.

 

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