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Con l’ultimo emendamento del governo al decreto Superbonus scatta l’obbligo di le rate delle detrazioni per i lavori edili, spalmare da 4 a 10 anni. L’obbligo di spalmare i crediti concerne soltanto le spese sostenute nel 2024. La novità si applicherà anche al sismabonus. Per le banche dal 2025, arriva lo stop alla compensazione delle rate legate a tutti i crediti di imposta con i debiti previdenziali. Inoltre, iniziano i controlli dei Comuni sugli sconti fiscali e scatta il taglio del bonus ristrutturazioni dal 50% al 30% dal 2028.

Superbonus: cosa cambia?

Con l’emendamento del governo, le rate per beneficiare delle detrazioni fiscali maturate con gli interventi effettuati dal 2024 con i bonus edilizi passano da 4 a 10 anni. Pertanto, saranno necessari sei anni in più per poter beneficiare del rimborso.

Lo spalma-crediti vale per tutti gli interventi effettuati nel 2024 e nel 2025 con il superbonus e il bonus barriere architettoniche.

Come spiega il Sole24ore, la detraibilità in dieci anni delle spese per gli interventi effettuati con il Superbonus riguarda un ammontare di detrazioni per un ammontare pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. Questo è ciò che emerge dalla relazione tecnica all’emendamento del governo al decreto superbonus.

“Ai fini della stima sono stati considerati l’ammontare di detrazioni fruibili per l’anno 2024 pari a circa 6.211 milioni di euro e per l’anno 2025 pari a circa 5.780 milioni di euro, scontati nelle previsioni di bilancio”.

La novità si applica anche alle spese di sismabonus e a quelle collegate al bonus barriere architettoniche. La norma prevede che la ripartizione dei crediti di imposta non seguirà più quella delle detrazioni. Continuerà la ripartizione in quattro quote annuali per il superbonus e in cinque quote annuali per il sismabonus.

Sismabonus 

La novità in commento riguarda anche gli interventi effettuati con il Sismabonus. Pertanto, anche per gli interventi di riqualificazione e ricostruzione di edifici in aree sismiche, si passa da cinque a dieci anni.

Contributi a fondo perduto

Con un nuovo fondo da 35 milioni, anche gli edifici danneggiati in aree colpite da un sisma a partire dal primo aprile 2009 come Emilia-Romagna, Ischia, Molise, Calabria e Basilicata nel 2025 potranno beneficiare di un rimborso sugli interventi di riqualificazione energetica e strutturale. Le risorse sono disponibili fino a esaurimento del fondo e saranno erogate per ordine cronologico di arrivo delle domande inviate al commissario straordinario dell’area. E’ ancora da chiarire l’importo massimo richiedibile.

E’ previsto anche, un altro fondo da 400 milioni già previsto nel testo del decreto approvato dal Consiglio dei ministri che restringeva la mini deroga solo alle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. Le risorse dei due fondi si aggiungono ai contributi per la ricostruzione.

Banche – stop alla compensazione dei contributi

Per le banche a partire dal 2025 non sarà più possibile compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali. La norma, trova applicazione anche per gli istituti finanziari, non riguarda le persone fisiche. La violazione di questa norma determina il recupero del credito indebitamente compensato e dei relativi interessi, oltre all’applicazione di una sanzione.

Per le banche, assicurazioni e società intermediarie che hanno comprato crediti a un corrispettivo inferiore al 75% del valore nominale, a partire dal primo gennaio 2025, le rate si spalmano su 6 annualità e non più su 10. Non potranno inoltre essere cedute o ripartite ulteriormente.

Cessione di rate residue

Non potranno essere cedute più le rate residue di crediti per i quali sia stata utilizzata almeno una rata. Pertanto, chi ha iniziato a detrarre non potrà più cedere quello che resta dei crediti di imposta.

Terzo Settore 

Verrà istituito un fondo da 100 milioni di euro per interventi di riqualificazione energetica su immobili utilizzati per le attività risalenti a onlus, associazioni di volontariato e promozione sociale. Le associazioni devono essere state costituite entro il 30 marzo 2024. Il contributo dovrà essere richiesto all’Enea fino ad esaurimento delle risorse.  

Plastic e sugar tax 

A partire dal primo luglio 2024 entra in vigore la sugar tax, la tassa sulle bibite zuccherate: l’imposta sarà “per i prodotti finiti nella misura di euro 5 per ettolitro” e “nella misura di euro 0,13 per chilogrammo” per quelli da diluire. Raddoppierà dal primo luglio 2026: 10 euro per ettolitro e 0,25 euro per chilo. Slitta dal luglio 2024 al luglio 2026 l’avvio della plastic tax chiesta dall’Europa.

Controlli dei Comuni

I controlli dei Comuni, effettuati nell’ambito della normale attività di controllo sugli abusi, saranno estesi a tutte le agevolazioni e quindi, non più soltanto al superbonus. Quando l’amministrazione rilevi l’inesistenza, totale o parziale, degli interventi dichiarati per le agevolazioni, lo segnalerà agli uffici della Guardia di finanza e dell’agenzia delle Entrate. Verrà riconosciuto ai Comuni il 50% di quanto riscosso.

Bonus ristrutturazioni

Una novità anche sul bonus ristrutturazioni al 50%, quello ordinario utilizzato per la riqualificazione degli immobili. A partire dal 2028 sarà tagliato al 30%.

 

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