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ritardi e criticità nella Valle del Sacco e via le Lame – AlessioPorcu.it #finsubito prestito immediato


La bonifica della Valle del Sacco e della discarica di Via le Lame a Frosinone sono in ritardo. Perché. E cosa è stato sbagliato. Lo dice una relazione della Corte dei Conti

La Deliberazione è la numero 87/2024/G. Ad emetterla è la Sezione Centrale di Controllo sulla Gestione delle Amministrazioni dello Stato: meglio conosciuta come Corte dei Conti. Ha valutato se siano stati adeguati i tempi ed i modi nelle attività di bonifica intraprese in Italia nei SIN cioè i siti inquinati di interesse nazionale. Nelle 106 pagine della deliberazione i magistrati affrontano per primo il caso SIN Valle del Sacco.

È quello che si estende su buona parte della provincia di Frosinone bagnata dal fiume Sacco. Per anni il corso d’acqua ha portato i residui del betaesaclorocicloesano che si è depositato sul fondale. Ma viene rimesso in circolo quando ci sono piene o temporali. Non è tutto. I magistrati analizzano anche ciò che è stato fatto per la discarica di Via Le Lame a Frosinone.

La richiesta alla Direzione generale

(Foto via Imagoeconomica)

Si comincia dalla relazione concernente il Fondo per la bonifica e messa in sicurezza dei siti di interesse nazionale (SIN)”. È a pagina 23 della Deliberazione.

L’indagine della Corte parte dal primo riconoscimento dell’area come sito contaminato di interesse nazionale nel 2001. Poi declassato a sito di interesse regionale ma reinserito nell’elenco dei SIN in applicazione della sentenza del Tar del Lazio n. 7586 del 17 luglio 2014.

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I magistrati fanno un excursus su tutti i finanziamenti, europei, nazionali e regionali destinati negli anni alle opere di bonifica della zona che interessa 19 Comuni. (Anagni, Arce, Artena, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colleferro, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Gavignano, Morolo, Paliano, Pastena, Patrica, Pofi, Segni, Sgurgola, Supino)

La Corte evidenzia che con nota istruttoria 256 del 18 gennaio 2024 ha indirizzato una richiesta alla Direzione Generale Uso Sostenibile Suolo e Risorse Idriche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Chiedeva una relazione aggiornata sullo stato di utilizzo del fondo: quanti soldi c’erano, quanti ne sono stati impiegati. Nella nota si chiedeva anche un aggiornamento sullo stato di attuazione della bonifica nei siti Valle del Sacco e di altri.

La risposta del Ministero

Il sopralluogo sulla discarica di via Le Lame

Il ministero ha risposto alla Corte il 5 aprile 2024.   In sintesi, dalla lettura della relazione della Corte (piena di riferimenti normativi, Leggi, quadri economici, Accordi di Programma e quant’altro) emergono criticità legate all’inquinamento di lunga durata, alla lentezza degli interventi di bonifica e alla frammentazione della gestione. Una frammentazione sia finanziaria e sia amministrativa: cioè troppi enti ad avere voce in capitolo e troppi a dover mettere il becco sui soldi disponibili.

Vediamo quali sono le criticità, provando a decriptarli dall’esasperato burocratese.

Criticità nella Valle del Sacco

Contaminazione storica e diffusione dell’inquinamento

Origine dell’inquinamento: La Valle del Sacco è stata gravemente compromessa dall’espansione industriale che ha caratterizzato l’area dagli Anni ’50 fino agli Anni ’70. In quell’area si sono sviluppate soprattutto aziende nel settore chimico e agroindustriale. La presenza di sostanze chimiche pericolose, tra cui il beta-esaclorocicloesano (beta HCH) ha fortemente compromesso la qualità dell’aria, del suolo e delle acque. Questo ha determinato conseguenze significative per la salute pubblica e l’ecosistema.

Impatto ambientale e sanitario: Nel 2005 si sono verificati eventi di contaminazione diffusa che hanno comportato l’abbattimento di bestiame e la distruzione di prodotti agricoli. In Regione Lazio si era appena insediato Piero Marrazzo come Governatore e da una fabbrica dell’area industriale bagnata dal Sacco si era registrata una fuoriuscita di arsenico utilizzato per le lavorazioni del nichel; finito nell’acqua era stato bevuto da una mandria di mucche, decimata nel giro di poche ore.

Questo ha innescato una crisi socio-economico-ambientale che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza​. Le attività industriali nella zona hanno contaminato il fiume Sacco, che attraversa la valle, diffondendo l’inquinamento nelle aree agricole e ripariali.

Ritardi nella gestione e bonifica

Fase commissariale e ordinaria. La bonifica della Valle del Sacco è stata gestita inizialmente attraverso commissari straordinari a partire dal 2005. Ma con l’Ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 61 del 2013 si è passati a una gestione ordinaria, affidata alla Regione Lazio. Tuttavia, questo passaggio ha portato a ritardi significativi nell’avvio effettivo delle bonifiche, aggravati da problemi amministrativi e finanziari.

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Declassamento e successiva riqualificazione come SIN: Un ulteriore ostacolo è stato il declassamento della Valle del Sacco da SIN a sito di interesse territoriale nel 2013, con un conseguente rallentamento delle attività. In quel modo lo Stato si era scaricato l’incombenza di organizzare e pagare la bonifica della Valle del Sacco, assegnandone il compito al Lazio. Che non aveva il becco d’un quattrino per farlo. E nemmeno lo Stato gli aveva girato il necessario per provvedere. Come a dire: non è più faccenda nostra, bonificatevelo voi.

Solo con la sentenza del TAR del Lazio n. 7586 del 2014 si è riusciti a ripristinare lo status di SIN. Ma questo ha comportato un ulteriore ritardo nell’implementazione degli interventi

Problemi finanziari e frammentazione degli interventi
Nicola Zingaretti e Sergio Costa firmano nel 2019 l’accordo per l’Ambiente (Foto: Benvegnu’ Guaitoli © Imagoeconomica)

Difficoltà nell’allocazione e gestione dei fondi. Sebbene siano stati stanziati significativi fondi per la bonifica della Valle del Sacco, tra cui 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017 dalla Legge di Stabilità 2016 (art. 1, comma 476), l’effettiva distribuzione e l’utilizzo di queste risorse è stato lento e frammentato.

L’accordo di programma del 12 marzo 2019 ha previsto risorse complessive per 53,6 milioni di euro, ma la frammentazione tra diverse fonti di finanziamento e la lentezza nell’esecuzione ha ostacolato il progresso dei lavori​.

I fondi stanziati

La Valle del Sacco

Sono: 10 milioni di euro dal fondo istituito con la Legge di Stabilità 2016 (art. 1, comma 476, legge n. 208/2015).

Poi ci sono 11 milioni 26mila 188 euro dalla contabilità speciale relativa alla gestione commissariale.

Altri 16,3 milioni di euro dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020.

Problematiche amministrative e coordinamento

Mancanza di un piano integrato di bonifica. L’accordo di programma del 2019, che doveva avviare le bonifiche, è stato criticato per l’assenza di un’analisi preventiva completa dello stato di contaminazione delle aree interessate e per la mancanza di un piano d’azione integrato per tutti i comuni coinvolti.

Questo ha portato a una gestione disomogenea degli interventi, con alcuni comuni che sono avanzati più rapidamente nelle operazioni di bonifica, mentre altri hanno subito ulteriori ritardi.

Criticità nella discarica di Via Le Lame, Frosinone

Stato di contaminazione della discarica
La discarica di Via Le Lame a Frosinone

Inquinamento storico. La discarica di Via Le Lame è stata per lungo tempo un punto critico per l’accumulo di rifiuti, alcuni dei quali pericolosi. La vicinanza alla falda acquifera e al fiume Sacco ha aggravato il rischio di contaminazione delle risorse idriche e del suolo agricolo nelle vicinanze. Le sostanze inquinanti rilevate includono metalli pesanti e composti chimici provenienti da attività industriali. (Leggi qui: Discarica di via Le Lame, dopo 21 anni adesso qualcosa ora si muove).

Estensione dell’inquinamento. Oltre alla discarica stessa, è stata individuata un’area di terreno tra la discarica e il fiume Sacco come potenzialmente contaminata, richiedendo ulteriori interventi di messa in sicurezza e bonifica. (Leggi qui: La voglia di parlare male più forte di ogni legge).

Problemi di gestione amministrativa

Sovrapposizione di responsabilità: La gestione della bonifica della discarica è stata resa complicata dalla sovrapposizione delle competenze tra diverse amministrazioni, tra cui la Regione Lazio, il Ministero dell’Ambiente e il Comune di Frosinone. La mancanza di una chiara suddivisione dei ruoli ha creato ulteriori ritardi e disallineamenti tra i vari interventi previsti.

Monitoraggio e controllo: Il monitoraggio delle falde acquifere e delle acque potabili è un elemento critico. L’accordo di programma del 2019 prevede un importo di 1 milione 728mila 524 euro per il monitoraggio delle acque potabili in tutta l’area del SIN, ma la piena implementazione di queste attività è ancora in fase di avvio.

Operazioni lente e rischi sanitari

In sintesi, la bonifica della Valle del Sacco e della discarica di Via Le Lame a Frosinone evidenzia una serie di criticità strutturali. Che sono legate alla gestione delle risorse, alla lentezza delle operazioni e alla complessità amministrativa

Gli stanziamenti, sebbene significativi, non sono stati utilizzati in modo  sufficientemente efficace ed efficiente. Ed i ritardi accumulati hanno prolungato l’esposizione della popolazione locale ai rischi ambientali e sanitari.

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L’azione coordinata tra le autorità coinvolte, la rapida implementazione degli interventi programmati e l’adozione di misure più incisive per il monitoraggio e la messa in sicurezza dei siti restano obiettivi prioritari. Atti a garantire la tutela ambientale e il ripristino della qualità del territorio.

Fin qui la relazione della Corte dei Conti. Lo si sapeva già. Adesso lo ha detto anche la magistratura contabile. Nero su bianco. L’amara consapevolezza è che, nonostante l’evidenza, nulla cambierà. E che, sia la Valle del Sacco, che la discarica di Via Le Lame, torneranno di attualità solo in campagna elettorale.



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