Tre camere, disimpegno, un bagno, ripostiglio e cantina. Sessantotto metri quadrati in centro ad Asti a partire da 43 mila euro.
Appartamento al secondo piano con cantina e posto auto. Cinque stanze, sempre ad Asti, 110 metri quadrati, 85 mila euro.
Nella forma sono annunci simili a tanti altri ma nella loro sostanza di mattoni e pareti parlano di un problema di povertà e disagio sociale in cui Asti sembra primeggiare. I due appartamenti sono in vendita su disposizione del tribunale.
Può voler dire, ad esempio, che sono stati pignorati perché chi li possedeva non è più riuscito a pagare il mutuo. O che i soldi della vendita all’asta serviranno per saldare debiti ai creditori o che la propria azienda è fallita.
Ad oggi il portale del tribunale di Asti sulle vendite giudiziarie rimanda alla panoramica di Astegiudiziarie.it dove si trova una fotografia del fenomeno: in città sono 72, fra immobili residenziali, commerciali, industriali e altre tipologie (macchinari, arredamento, mobili) i beni in vendita.
Nelle altre città
La vicina Alba ne mostra due. Ad Alessandria se ne contano 48, a Vercelli 14, a Novara 12, a Biella dieci e a Cuneo cinque. Il primato di Asti raggruppa appartamenti all’asta da anni e che nel tempo hanno subito forti ribassi. Ci sono anche 21 garage, un magazzino e una bottega. E ancora terreni, cantine, tettoie. Tolti i garage e i posti auto (30 in tutto) a farla da padrone sono i 14 immobili: sette case, un villino, quattro appartamenti, due fabbricati.
«Ad Asti le persone sono più in difficoltà a pagare in mutuo, stiamo vivendo un periodo molto difficile in cui non è semplice tenere insieme tutto – commenta l’assessora alle Politiche sociali del Comune Eleonora Zollo -. Qui il problema della povertà è piuttosto evidente e vale anche per chi non riesce a mantenere una casa in affitto o chi non può permettersi di pagare le spese condominiali».
In provincia
In provincia in tutto sono 189 i beni segnalati nelle aste giudiziarie. Subito dopo Asti la città con il più alto numero di esecuzioni immobiliari è Canelli: il rudere di una cascina parte da una base di 24 mila euro (dai 66 mila del 2022) e poi ancora quattro appartamenti, di cui tre in vendita dal 2015 e infine 11 garage all’asta da un decennio. Seguono Ferrere, con nove beni in vendita e Montechiaro (7).
Per Enzo La Montagna, sindacalista Fisac Cgil, il fenomeno è da collegare al rapporto Bes dell’Istat pubblicato nel 2023 e relativo ai tre anni precedenti dove si evidenzia come l’Astigiano sia la provincia più in sofferenza e l’unica in cui nel 2022 è cresciuta la vulnerabilità finanziaria delle famiglie.
Di fatto, persone che non riescono a pagare il mutuo o rate di finanziamenti. «Il motivo è legato alla desertificazione industriale che sta subendo Asti – commenta La Montagna –. Quando si chiude un’impresa o viene dislocata puoi prendere la naspi ma con quella non riesci a far fronte alle rate dei mutui che fra l’altro sono aumentate moltissimo per effetto dell’aumento dei tassi della Bce. E se non paghi il mutuo perdi la casa e così aumentano le aste giudiziarie».
“Famiglie e imprese vanno in sofferenza”
«Il tessuto industriale – prosegue – qui è assente e famiglie e imprese vanno in sofferenza. Noi non possiamo accettare che ci si accontenti della parte di occupazione che può dare il turismo. Servono amministratori che riescano ad attirare imprese, ci vuole un cambio di marcia economico, industriale e politico».
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