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BANCA D’ITALIA: Intervento della Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia Chiara Scotti – Cesenatico (FC) 12 ottobre 2024 – “Uno sguardo al futuro: l’euro digitale” #finsubito prestito immediato


(AGENPARL) – Roma, 12 Ottobre 2024

(AGENPARL) – sab 12 ottobre 2024 Uno sguardo al futuro: l’euro digitale
Intervento di Chiara Scotti
Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia
Convegno “Il Valore della prossimità. Il Credito cooperativo a cinque anni
dalla costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi. Bilanci e prospettive”
Sala Convegni Grand Hotel Da Vinci – Cesenatico (FC)
Sabato 12 ottobre 2024
Introduzione
Desidero ringraziare la Federazione delle Banche del Credito Cooperativo dell’Emilia
Romagna per l’invito a parlarvi del progetto dell’euro digitale in occasione del
quinquennale della costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi.
Come sapete, sono rientrata in Italia da pochi mesi. Per quanto io spenda la maggior
parte del tempo al lavoro, appena posso partecipo ad eventi sportivi e musicali di vario
genere. Il weekend scorso mi sono portata avanti con l’acquisto di biglietti per alcune
competizioni del 2025: gli internazionali di Tennis a Roma e il Gran Premio di Imola,
eventi di risonanza mondiale che ho sempre seguito anche dagli Stati Uniti. Chiaramente
tutto rigorosamente online, perché i tempi dei pagamenti al botteghino con i contanti
sono passati. Ad ogni acquisto online mi confronto con la stessa realtà: le opzioni sono
varie, nuove forme di pagamento emergono in continuazione, quelle prevalenti non
sono europee.
Questo esempio legato alla mia esperienza personale offre una chiara spiegazione
di alcuni dei motivi per cui abbiamo bisogno dell’euro digitale. Le tecnologie digitali
stanno trasformando il modo in cui lavoriamo, consumiamo, produciamo e, ovviamente,
paghiamo. Strumenti molto diffusi fino a qualche anno fa, come assegni e voucher cartacei,
stanno scomparendo, sostituiti da bonifici online, carte di pagamento, applicazioni
su smartphone o smartwatch. Nel 2023 solo il 38 per cento degli italiani dichiarava di
preferire ancora l’utilizzo dei contanti per le proprie spese1. Inoltre, sia nel commercio
digitale sia nei pagamenti presso i punti vendita fisici osserviamo la predominanza degli
Cfr. “22^ Edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments” curato da Assofin, Ipsos e
Nomisma con il contributo di CRIF, settembre 2024.
schemi di pagamento non europei. Circa due terzi dei pagamenti disposti con carta
nell’area dell’euro è infatti regolato tramite schemi internazionali, le cui commissioni
nell’Unione Europea sono quasi raddoppiate tra il 2016 e il 20212.
Abbiamo bisogno dell’euro digitale per mantenere il sistema dei pagamenti europeo
sicuro, efficiente, accessibile e all’avanguardia per rispondere ai cambiamenti in atto e alle
esigenze di tutti (persone, imprese e intermediari), per garantire a ciascuno la possibilità
di avere una piena “cittadinanza digitale” in un mondo che cambia sotto i nostri occhi e
per promuovere l’autonomia strategica della nostra area monetaria3.
Nel mio intervento di oggi vorrei illustrarvi le principali caratteristiche dell’euro digitale,
riassumere brevemente il processo legislativo in atto e discutere i benefici che una forma
digitale del contante può portare ai cittadini, alle imprese, al sistema finanziario nel suo
complesso e alle banche. D’altra parte il titolo del convegno è ‘Il Valore della prossimità’,
un concetto che si sposa bene con il progetto dell’euro digitale e con il ruolo che le
banche del credito cooperativo avranno nel progetto.
2. Cos’è un euro digitale
L’euro digitale sarebbe una moneta sovrana emessa in forma elettronica dalla Banca
Centrale Europea. Sarebbe un’evoluzione digitale delle banconote, alle quali si
affiancherebbe senza sostituirle, e come tale fornirebbe agli utenti l’accesso a uno
strumento di pagamento gratuito e accettato ovunque nell’area dell’euro. L’euro digitale
si affiancherebbe alle banconote per agevolare l’accesso alle transazioni elettroniche da
parte delle persone che vivono nell’area dell’euro.
Nella mia definizione di euro digitale ho usato il condizionale perché la nuova forma di
moneta sarà emessa solo se il necessario impianto normativo sarà adottato dal Parlamento
europeo e dal Consiglio dell’Unione europea4. Nel frattempo, a novembre dello scorso
anno l’Eurosistema ha avviato la fase preparatoria del progetto dell’euro digitale, che
si concluderà a novembre del 2025. Durante questa fase verranno definite alcune delle
caratteristiche principali dell’euro digitale e il sistema di norme comuni (rulebook) che gli
intermediari dovranno seguire per offrire i servizi associati all’euro digitale. L’Eurosistema
individuerà inoltre i partner che contribuiranno allo sviluppo dell’infrastruttura necessaria
all’utilizzo della nuova forma di moneta. Alla fine del 2025 il Consiglio direttivo della BCE
deciderà se passare alla fase successiva dei preparativi e, in caso, ne definirà la portata
Cfr. “Scheme Fee Study” di CMSPI e Zephyre, gennaio 2021.
Cfr. Panetta (2024), “Il futuro dell’economia europea tra rischi geopolitici e frammentazione globale”,
Lectio magistralis in occasione del conferimento della laurea honoris causa in scienze giuridiche banca
e finanza presso l’Università degli Studi di Roma Tre.
La proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per l’emissione dell’euro digitale (il
“Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione dell’euro digitale”) rientra
in una più ampia iniziativa della Commissione europea denominata “pacchetto moneta unica”. Tale
iniziativa comprende anche una proposta che mira a regolamentare la prestazione di servizi in euro
digitale da parte di prestatori di servizi di pagamento costituiti negli Stati membri la cui moneta non è
l’euro e una di regolamento riguardante il corso legale del contante.
e la durata. Come già accennato, la decisione finale in merito all’emissione dell’euro
digitale sarà presa in considerazione dal Consiglio direttivo soltanto dopo l’adozione
della legislazione in materia.
3. I benefici dell’euro digitale per gli utenti e le imprese
I principali benefici dell’euro digitale per i cittadini derivano da tre principi fondamentali
che stiamo seguendo nello sviluppo del progetto: semplicità, inclusione e protezione
della privacy.
Semplicità perché una moneta digitale di banca centrale semplificherebbe la vita delle
persone offrendo un unico mezzo di pagamento accettato da tutti e ovunque nell’area
dell’euro. Oggi questo beneficio è offerto solo dalle banconote, che però hanno
il limite intrinseco di poter essere scambiate solo di persona e in punti vendita fisici.
Immagino che viaggiando abbiate avuto esperienze simili alle mie in cui la vostra carta di
pagamento viene rifiutata perché il punto vendita accetta solo carte di debito emesse dal
circuito nazionale del paese in cui vi trovate. L’euro digitale aiuterebbe a superare questa
frammentazione: sarebbe utilizzabile dai cittadini per qualsiasi tipo di transazione, dagli
acquisti nei negozi fisici a quelli online, per i pagamenti alla pubblica amministrazione o
per i trasferimenti tra privati e in qualunque città o paese dell’area dell’euro.
L’uso online permetterebbe anche di inviare e ricevere soldi a distanza tra privati. Ad
esempio, potrei inviare istantaneamente e gratuitamente dei soldi a mia figlia in vacanza
a Lisbona che ha perso il portafoglio. Soldi che lei potrebbe spendere subito per pagare
un taxi o comperare uno di quei dolci tipici di cui va matta.
L’euro digitale potrebbe essere utilizzato anche offline, rendendo possibili i pagamenti
in caso di copertura internet assente o perfino durante un blackout, creando una rete di
sicurezza a beneficio di tutti. Pensiamo a quando ci troviamo magari in un rifugio di una
valle degli Appennini, dove la rete non prende. O di accorgerci che siamo in ritardo per
i regali di Natale, riducendoci proprio al 24 di dicembre quando le linee possono essere
intasate a causa dell’elevato utilizzo. L’euro digitale nella sua modalità d’uso offline ci
darebbe la tranquillità di poter concludere sempre il nostro acquisto, assicurando anche
il regolamento immediato della transazione. Si tratta di un servizio che nessun altro
strumento di pagamento digitale è in grado di offrire.
Un secondo obiettivo fondamentale del progetto è la promozione dell’inclusione. L’euro
digitale sarebbe accessibile a tutti i residenti e i cittadini dell’area dell’euro, attraverso
un’app mobile o una carta fisica, in modo che ognuno possa scegliere la tecnologia
preferita, quale che siano l’età e le abilità tecnologiche. Una particolare cura sarà dedicata a
rendere la modalità di accesso via app un’esperienza semplice e intuitiva. L’app rispetterà i
criteri dell’Atto europeo sull’accessibilità5, includendo quindi accorgimenti che ne facilitino
L’Atto europeo sull’accessibilità, o Direttiva 2019/882, stabilisce i requisiti di accessibilità a cui devono essere
conformi i prodotti e i servizi fondamentali, come i telefoni, i computer o i servizi bancari, offerti nell’Unione
europea. Tali norme, valide in tutti gli Stati Membri, garantiscono che i prodotti e i servizi fondamentali
disponibili nell’UE siano di più facile utilizzo, in particolare per gli anziani e le persone con disabilità.
l’utilizzo da parte di persone con poca esperienza tecnologica o con disabilità6, affinché
non rimangano emarginate dalla transizione digitale. Questo è un punto particolarmente
importante. Nel mondo digitale, infatti, si accresce la valenza di una caratteristica intrinseca
dei pagamenti, quella di costituire un canale, un abilitatore per l’accesso ad altri servizi.
Disporre di una moneta pubblica e digitale, disponibile a tutti, significa quindi garantire a
ciascuno la possibilità di avere una piena “cittadinanza digitale” in un mondo che cambia.
Infine, ma non meno importante rispetto agli altri principi, vi è la tutela della riservatezza.
La privacy è un diritto fondamentale dei cittadini7 e una delle principali preoccupazioni
segnalate dai partecipanti alla prima consultazione sull’euro digitale condotta
dall’Eurosistema nel 2020. Per questo stiamo progettando la nuova moneta in modo
da garantire una riservatezza maggiore rispetto agli standard tipicamente offerti dalle
soluzioni commerciali esistenti.
Per i pagamenti online verrebbero adottate le più recenti tecnologie di protezione
della privacy per garantire i massimi standard di riservatezza. Per i pagamenti offline si
otterrebbe di fatto un livello di riservatezza paragonabile a quello del contante, perché
solo l’ordinante e il beneficiario avrebbero accesso ai dati dell’operazione. Inoltre, la
conformità alle norme sulla protezione dei dati sarebbe sottoposta al controllo di autorità
indipendenti in materia.
Semplicità, inclusione e tutela della privacy promuoveranno la libertà di scelta delle
persone che vivono nell’area dell’euro: la libertà di poter pagare sempre e ovunque
indipendentemente dal paese membro in cui viviamo abitualmente, dal nostro reddito,
dalle nostre competenze digitali o abilità, da quanto riteniamo importante la nostra
riservatezza.
L’euro digitale porterà vantaggi anche alle imprese. Mi riferisco a benefici in termini
di potere negoziale e di costi di accettazione. Come ho accennato all’inizio di questo
intervento, la quota elevata di pagamenti regolati tramite schemi internazionali costringe
consumatori, commercianti e intermediari europei a ricorrere a carte di pagamento
internazionali sempre più costose. Tale onere è sostenuto per lo più dalle imprese più
piccole, che pagano ai fornitori di servizi di acquiring commissioni da tre a quattro volte
superiori a quelle delle società di maggiori dimensioni8.
Un euro digitale prevedrebbe vantaggi per le imprese anche in termini di maggiore
convenienza delle commissioni che esse pagano per la gestione dei pagamenti digitali
(le cosiddette merchant service charge). Si ridurrebbe così il divario tra i costi applicati alle
imprese di piccole e grandi dimensioni per i pagamenti digitali. Fornendo un’alternativa
Ad esempio, l’app dell’Eurosistema sarebbe resa disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE e
supporterebbe controllo e riconoscimento vocale. Il rilascio dell’euro digitale verrebbe affiancato da
campagne educative mirate da parte dell’Eurosistema. Non da ultimo, la proposta legislativa (art. 14)
prevede che gli Stati membri debbano designare un soggetto nel loro territorio che offra supporto in
presenza alle persone con disabilità, limitazioni funzionali o competenze digitali limitate e alle persone
anziane.
Cfr. Articolo 12 della Dichiarazione Universale dei diritti umani.
Fonte: Studio Zahlungssysteme im Einzelhandel 2023, EHI Retail Institute.
a basso costo alle soluzioni di pagamento esistenti, l’euro digitale aiuterebbe tutte le
imprese a ottenere condizioni di accesso migliori ai circuiti di pagamento che dominano
il mercato. Esso potrebbe infine garantire agli esercenti un sistema di sicurezza in caso di
interruzioni di rete o blackout grazie alla funzionalità offline.
4. I benefici per le banche e il sistema finanziario
Veniamo ora ad un argomento sicuramente di vostro interesse: il ruolo fondamentale
delle banche nel contesto dell’ecosistema euro digitale e i benefici che ne potrebbero
trarre. Tre benefici sono evidenti. Anzitutto i fornitori di servizi di pagamento (payment
service providers, PSP), tra cui le banche, saranno i soli soggetti autorizzati a distribuire
l’euro digitale a fronte di una compensazione per i servizi forniti. In aggiunta, le banche
saranno in una posizione ideale per innovare e fornire nuovi servizi ad alto valore aggiunto
agli utenti e affrontare con successo le sfide poste dalla digitalizzazione, un processo che
vede le Big Tech avvantaggiate dal loro enorme potere di mercato9. Infine, non possiamo
trascurare l’effetto positivo sulla competitività.
Concedetemi qualche minuto per andare più a fondo nella discussione di questi benefici.
Come ho accennato, un primo vantaggio per le banche deriva dal fatto che sarebbero
remunerate per i servizi offerti, con i costi dello schema e dell’infrastruttura per l’euro
digitale a carico dell’Eurosistema. Stiamo inoltre lavorando per ridurre al minimo gli oneri
a carico degli intermediari. Consapevoli del fatto che il coinvolgimento e la collaborazione
con il settore bancario sono cruciali per il successo dell’euro digitale, l’Eurosistema
mantiene un dialogo costante con il mercato per tener conto il più possibile degli
standard attualmente in vigore, al fine di contenere i costi e sostenere la competitività
dell’architettura europea dei pagamenti.
Un secondo beneficio deriva dal fatto che le banche e le BCC si troverebbero in una
posizione ideale per fornire servizi a valore aggiunto – che rappresenterebbero una nuova
fonte di ricavo – e per innovare sviluppando soluzioni su misura per l’adozione dell’euro
digitale. Le BCC, così vicine alle realtà locali ed ai clienti, potrebbero utilizzare queste
sinergie per rafforzare il proprio modello di business nell’era digitale, con un approccio
personalizzato che potrebbe anche aiutarle a differenziarsi dalle grandi banche che
offrono servizi standardizzati su larga scala.
Riguardo ai servizi a valore aggiunto che le banche potrebbero offrire, penso ad esempio
ai cosiddetti pagamenti condizionali. Oggi è molto difficile accordarsi su trasferimenti
di denaro automatici in base al verificarsi di una condizione, come l’acquisto di un bene
di cui sia possibile controllare l’integrità solo alla consegna. Il pagamento condizionale
permetterebbe all’acquirente di impegnarsi al pagamento nel momento dell’acquisto tutelando il commerciante – ma l’esecuzione avverrebbe solo una volta ricevuto il bene
Gli effetti del potere di mercato dei grandi operatori tecnologici sono infatti evidenti se guardiamo alle
commissioni che gli corrispondono gli intermediari. Ad esempio, come immagino sappiate le banche
non percepiscono nulla quando un utente trasferisce fondi sul portafoglio PayPal mediante addebito
diretto e pagano una commissione per permettere che le loro carte siano utilizzate su Apple Wallet.
– tutelando l’acquirente. Stiamo lavorando affinché gli intermediari possano offrire anche
questa nuova tipologia di transazioni ai propri clienti, se lo riterranno10.
Riguardo al vostro ruolo privilegiato penso all’inclusione – uno dei principi su cui si baserà
l’euro digitale – a cui le banche di credito cooperativo, che ispirano la propria attività
all’attenzione e alla promozione della persona, potranno dare un apporto significativo
e, al contempo, da cui potranno trarre benefici tangibili per i propri clienti11. I vostri dati
relativi al 202212 mostrano che la metà degli sportelli delle BCC si trovano in comuni con
meno di 10.000 abitanti e un terzo è localizzato in aree lontane da altri servizi essenziali.
Queste evidenze testimoniano lo stretto rapporto tra le BCC e la clientela e saranno una
risorsa fondamentale per permettervi di adattare i nuovi servizi basati sull’euro digitale
ai bisogni effettivi di tutte le tipologie di clienti, attuando pienamente l’obiettivo di
inclusività del progetto.
Come ulteriore beneficio, non possiamo trascurare il fatto che l’euro digitale rafforzerebbe
la resilienza del nostro sistema dei pagamenti, potendosi basare su un’infrastruttura
propria. Offrirebbe agli intermediari vigilati l’opportunità di estendere i propri servizi a
tutta l’area euro. Ad esempio, una banca a vocazione locale potrebbe continuare a fornire
i propri servizi a un’impresa che aprisse una sede in un’altra regione. L’euro digitale
renderebbe così più competitivi gli intermediari di piccole dimensioni e aumenterebbe
l’efficienza del mercato, promuovendo concorrenza e innovazione.
Allo stesso tempo, siamo consapevoli delle preoccupazioni che l’introduzione dell’euro
digitale genera nel settore finanziario, e nelle banche in particolare. La possibilità che ci
sia una disintermediazione del credito è un tema di particolare rilevanza per gli istituti
di credito cooperativo, la cui raccolta è composta prevalentemente da depositi di piccoli
risparmiatori. L’euro digitale sarebbe moneta in tutto e per tutto, quindi sia mezzo di
pagamento sia riserva di valore. Se la funzione di riserva di valore prevalesse su quella di
mezzo di pagamento, la conversione eccessiva di depositi in moneta digitale potrebbe
determinare dei cambiamenti nella struttura dei bilanci bancari. Il deflusso di depositi
forzerebbe le banche a finanziarsi a costi maggiori e potrebbe ridurre l’offerta di credito
durante la normale congiuntura o sottoporre il sistema a stress nei momenti di crisi.
L’Eurosistema adotterà tutte le iniziative che saranno necessarie a evitare questi effetti
indesiderati. In primo luogo, l’euro digitale non sarà remunerato. Convertire depositi in
euro digitale sarebbe equivalente a un prelievo di contante. I depositi continueranno
quindi ad essere la migliore forma di moneta utilizzabile come riserva di valore. Inoltre la
capacità dei consumatori di detenere euro digitale sarà soggetta a dei limiti individuali e
le imprese non potranno detenere moneta digitale, solo ricevere pagamenti che verranno
Cfr. “Progress on the investigation phase of a digital euro – third report”, BCE, aprile 2023.
Cfr. “La Carta dei Valori del Credito Cooperativo”.
Cfr. “Credito Cooperativo Footprint on Italy”, 2023 Report.
immediatamente convertiti in depositi bancari13. Per assicurare la piena efficienza dei
servizi di pagamento in euro digitale, i limiti individuali di detenzione saranno associati a
servizi di conversione automatica con depositi bancari anche per gli utenti che vorranno
collegare il proprio conto in euro digitale a uno bancario (i cosiddetti servizi di waterfall
e reverse waterfall). Ad esempio, un consumatore potrà pagare un caffè utilizzando il
proprio conto in euro digitale pur non avendo sufficiente disponibilità: all’atto del
pagamento, il servizio di reverse waterfall trasferirà istantaneamente la somma necessaria
ad effettuare la transazione dal conto corrente bancario al conto in euro digitale, da
cui poi verrà effettuata la transazione. Questa configurazione dell’euro digitale – non
remunerato, con limiti di detenzione e con possibilità di collegamento ai depositi bancari
– raggiungerà il doppio obiettivo di evitare la disintermediazione del sistema bancario e
garantire all’utente un’elevata esperienza d’uso14.
Il confronto tra l’Eurosistema e gli intermediari su questi temi al fine di favorire la
collaborazione dell’industria nello sviluppo del progetto è costante. A livello europeo
incontriamo le principali associazioni di categoria di tutti i soggetti interessati – PSPs,
commercianti e consumatori – durante le riunioni dello European Retail Payments Board
(ERPB). Da oltre due anni si tengono regolarmente sessioni tecniche sull’euro digitale
tra l’Eurosistema e l’ERPB per ricevere il feedback dal mercato sui principali argomenti
di volta in volta oggetto di lavoro. Come saprete il punto di vista delle BCC in questo
ambito è rappresentato dalla European Association of Co-operative Banks (EACB). A livello
nazionale invece il canale di riferimento per eccellenza è il Comitato Pagamenti Italia,
dove stiamo per intensificare il dialogo attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro
dedicato all’euro digitale. Inoltre, a complemento di queste attività collegiali, vorremmo
aumentare le opportunità di incontri bilaterali con le diverse banche, incluse naturalmente
quelle di credito cooperativo.
La Banca d’Italia ha deciso di svolgere un ruolo centrale nel progetto dell’euro digitale
non solo mantenendo un rapporto stretto con gli intermediari ma anche attraverso una
partecipazione attiva nello sviluppo della piattaforma. Forti dell’esperienza maturata con
lo sviluppo e la gestione delle infrastrutture di regolamento dell’Eurosistema (i cosiddetti
L’Eurosistema ha recentemente istituito un gruppo di lavoro dedicato allo sviluppo della
metodologia per la calibrazione dei limiti individuali di detenzione, a cui partecipano
i rappresentanti delle banche centrali dell’area dell’euro. Le attività del gruppo sono
organizzate in tre aree principali: i potenziali impatti dei limiti sull’esperienza degli utenti,
quelli sulla politica monetaria e l’offerta di credito e quelli sulla stabilità finanziaria. Il tema
è stato discusso in un recente workshop in cui sono stati presentati diversi modelli in grado
di fornire informazioni qualitative e quantitative relative alle tre aree oggetto di analisi. Al
fine di favorire un confronto ampio e trasparente con l’industria su questo tema, i risultati
del workshop verranno pubblicati sul sito della BCE. Ad esempio, i primi risultati di un lavoro
di ricercatori della BCE sugli effetti dei limiti di detenzione suggeriscono che, in presenza
di limiti inferiori a 5.000 euro, si avrebbe una fuoriuscita di depositi massima inferiore al 12
percento. Gli autori suggeriscono che questo valore, ottenuto sotto assunzioni estremamente
conservative, non si assocerebbe a stress di liquidità per le banche europee (per questi
risultati, si veda “Digital Euro Safeguards” Occasional Paper della BCE, N. 2024/346. Riguardo lo
stato dei lavori del workstream sulla calibrazione dei limiti di detenzione, cfr. “Update on
workstream on the methodology for the calibration of holding limits – agenda item 5 (europa.eu)”).
Cfr. Auer et al. (2024), “CBDC and the banking system”, Questioni di Economia e Finanza, Banca
d’Italia, n.829.
TARGET Services), vogliamo candidarci a svolgere le funzioni di provider per la Digital
Euro Service Platform in collaborazione con altre banche centrali dell’area dell’euro.
L’Istituto ha inoltre appena modificato il proprio assetto organizzativo per svolgere le
attività istituzionali legate all’euro digitale e ottenere la massima efficienza. Lo scorso 30
settembre abbiamo creato l’Unità Euro Digitale, che riporta direttamente al Direttorio, al
fine di integrare le attività svolte finora da diverse strutture della Banca in un unico centro
di competenze dedicate al progetto.
5. Conclusioni
Le tecnologie digitali stanno trasformando la moneta e le modalità con cui la trasferiamo
ogni giorno. Le sperimentazioni in cui è coinvolta la Banca d’Italia, nell’ambito delle attività
che svolge per conto dell’Eurosistema e in collaborazione con altre banche centrali, hanno
l’obiettivo di guidare questa transizione e massimizzarne i benefici per tutti. Abbiamo
sviluppato una soluzione tecnologica denominata Hash Link per integrare piattaforme di
scambi di titoli basate sulle tecnologie dei servizi distribuiti (distributed ledger technologies,
DLT) e i TARGET Services (in particolare TIPS), assicurando il regolamento contestuale
sia dell’operazione in moneta di banca centrale sia di quella che riguarda un titolo
scambiato sulla DLT. Abbiamo condotto diverse sperimentazioni per collegare i nostri
sistemi di pagamento a quelli di altri paesi, sia bilateralmente sia nell’ambito delle sedi di
collaborazione internazionale, in particolare l’Innovation Hub della BIS. Tutto ciò perché
è compito della banca centrale stare al passo con i tempi e fornire al sistema finanziario
l’infrastruttura necessaria. A livello retail, l’euro digitale rappresenta un’iniziativa che ci
aiuterà a portare agli utenti finali i benefici delle sperimentazioni in corso e di quelle che
verranno sviluppate dagli operatori di mercato, garantendo che il sistema dei pagamenti
europeo rimanga sempre sicuro, efficiente, accessibile a tutti e all’avanguardia.
L’euro digitale è uno sforzo comune europeo, che impegna su più fronti le banche
centrali dell’Eurosistema, che coinvolge i co-legislatori europei nel definire il necessario
quadro legislativo di riferimento e che chiama direttamente in causa anche il mercato,
per assicurare che vengano bilanciate le esigenze di tutti gli attori: consumatori, operatori
finanziari, imprese e commercianti.
Per concludere, vorrei sottolineare l’importanza fondamentale della partecipazione delle
banche di credito cooperativo al progetto dell’euro digitale. Abbiamo bisogno della
vostra collaborazione per adattare questa nuova forma di moneta alle esigenze dei
cittadini. Le BCC possono fornire preziosi contributi su molti aspetti attualmente allo
studio, ad esempio su come strutturare i servizi e le interfacce per rendere l’euro digitale
accessibile a tutte le fasce della popolazione, garantendo che nessuno venga escluso.
Assieme a voi possiamo garantire che l’euro digitale diventi uno strumento facilmente
utilizzabile da tutti i cittadini, anche da coloro che accedono con difficoltà alle tecnologie
digitali. Il vostro contributo sarà essenziale per presentare alla collettività una moneta
moderna, semplice e inclusiva, capace di soddisfare le esigenze di tutti.
Grafica a cura della Divisione Editoria e stampa della Banca d’Italia



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