L’Aula della Camera ha approvato con 183 voti a favore, 118 contrari e 2 astenuti la risoluzione di maggioranza sul Piano strutturale di bilancio (Psb) il documento di finanza pubblica da inviare a Bruxelles. Sono stati preclusi i cinque testi presentati dalle opposizioni. Copione quasi identico in Senato: approvato il testo con 95 voti a favore, 66 contrari e 4 astenuti; bocciate le altre cinque risoluzioni presentate da Italia viva la prima, la seconda del Movimento cinque stelle, la terza del partito democratico, la quarta di Azione e numero cinque Alleanza verdi e sinistra. Pd e Italia Viva avevano presentato tre emendamenti alla risoluzione di maggioranza, tutti e tre bocciati dall’Aula, dopo il parere negativo del relatore e del governo.
I temi centrali del piano: rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale e i 3 scaglioni delle aliquote irpef
Nel testo è scritto che la manovra di bilancio in preparazione dovrà prevedere “interventi che rendano strutturali gli effetti del taglio al cuneo fiscale sul lavoro e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore per l’anno in corso; iniziative a sostegno delle famiglie, con particolare riguardo a quelle numerose, e della genitorialità, anche con misure volte a supportare gli istituti per la conciliazione dei tempi lavorativi con le esigenze familiari; risorse per proseguire con il percorso avviato di rinnovo dei contratti del pubblico impiego; individuare fondi per sostenere la spesa sanitaria e mantenere gli investimenti pubblici in rapporto al PIL al livello registrato durante il periodo di vigenza del Pnrr”.
Giorgetti: “Il nostro debito è un fardello”
“Il problema vero che abbiamo in Italia è il debito. Noi affrontiamo ogni manovra di bilancio con un fardello del debito pubblico che ormai ha raggiunto i 3.000 miliardi, con i relativi oneri e interessi. Invidio i miei colleghi europei che hanno un gravame pari alla metà degli interessi che ha il bilancio italiano. Allora, quando io, come una specie di mantra, continuano a ripetere prudenza, responsabilità, cautela, qualcuno dice: ma questo qui forse ha il disco rotto. No, non è un disco rotto perché io voglio costruire una credibilità a questo Governo, a questo Paese che ci permetta, come ci ha permesso, di abbassare lo spread sul debito pubblico italiano”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in aula alla Camera in replica alla discussione sul Psb. “E cosa significa abbassare di 100 punti base lo spread? Basta fare un calcolo matematico sull’ammontare del debito pubblico italiano, in termini di risparmio di oneri finanziari che si possono mettere a disposizione, come ossigeno puro per le famiglie e per le imprese”, ha aggiunto.
Superbonus e rendite catastali nel mirino, ecco cosa significa
“Ricordo che chi fa le ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali”, ha detto Giorgetti, dopo quel “sacrifici per tutti” della scorsa settimana che ha spaventato Borse e maggioranza. Il titolare del Mef mette nel mirino l’aumento obbligatorio delle rendite catastali per chi ha usufruito del 110% per migliorare la propria abitazione. In realtà, nessuna novità: perché chi ha beneficiato del Bonus avrebbe già dovuto dovuto aggiornare i dati castali, appunto, finendo dovunque per pagare più tasse sulla casa.
Cos’è la rendita catastale?
La rendita catastale, in sostanza, è il valore fiscale che viene attribuito al fabbricato e rappresenta la base su cui calcolare il valore del fabbricato ai fini tributari, come l’Imu, le imposte sulle successioni, le imposte di registro nella compravendita da privati, e anche per la determinazione del valore erariale, come la sua redditività.
Come si calcola? Sulla base delle dimensioni della casa e la tariffa d’estimo unitaria, un valore numerico elaborato dall’Agenzia delle Entrate del Territorio, che varia in base alla zona in cui è situato l’immobile e alla sua destinazione d’uso. Le abitazioni per esempio sono in categoia A con 11 classi diverse.Quando aggiornarla? La regola vuole che quando aumenta il valore dell’immobile, a seguito di lavori migliorativi (per esempio installando nuovi iimpianti tecnologici come pannelli fotovoltaici, usando materiali migliori nella ristrutturazione, se si cambia la pianta della casa modificando il numero di stanze, aggiungendo un bagno, un armadio a muro, una veranda, un soppalco), si aggiorni la rendita catastale. L’aggiornamento spetta al proprietario, che deve comunicarlo entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori attraverso un tecnico abilitato.
Chi controlla? La legge di Bilancio per il 2024 prevede che l’agenzia delle Entrate verifichi se sia stata presentata la revisione della rendita catastale dopo l’effettuazione di lavori utilizzando il Superbonus. Ma di fatto i controlli tra chi ha ristrutturato con i bonus e chi no non ci sono. Nei casi in cui l’Agenzia delle entrate verifichi la mancata presentazione della variazione, può inviare al contribuente una lettera invitando a mettersi in regola. Se questo non avviene scatta la sanzione, da 1.032 a 8.264 euro.
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