Novità riguardanti la filiera degli pneumatici e dell’attività nell’ambito del Tavolo Tecnico presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Dopo un incontro convocato per analizzare i risultati conseguiti a seguito della raccolta extra-target di PFU effettuata da parte dei Consorzi in base alle quote assegnate dal MASE, si è risposto alle criticità segnalate al Ministero stesso.
Sponda Ministero
Il Ministero ha fornito una rendicontazione puntuale e dettagliata sull’esito della richiamata raccolta straordinaria di PFU (prima wave) realizzata nel periodo giugno settembre, evidenziando che il materiale effettivamente raccolto è pari a circa 8 mila tonnellate, che rappresenta circa il 2% dell’immesso 2023. L’esiguo risultato raggiunto è dipeso da vari impedimenti riferiti dai Sistemi di Gestione per i quali gli stessi non hanno potuto evadere la richiesta di ritiro (mancanza di risposta del punto di generazione, ritiro già effettuato, difficoltà per l’impresa di far accedere un Sistema di gestione diverso da quello di fiducia, etc.), circostanza che si è verificata assai frequentemente, riducendo sensibilmente il quantitativo raccolto presso le officine rispetto alle assegnazioni del MASE e quindi i benefici dell’extra target.
Sulle risultanze della prima wave di raccolta PFU si è aperto quindi il dibattito nell’ambito del Gruppo di lavoro.
Lato Associazione
Da parte di Confartigianato è stato evidenziato che continuano a pervenire segnalazioni di forte allarme per il mancato ritiro PFU da parte delle imprese associate che aspettano risposte urgenti, che purtroppo la prima fase di raccolta straordinaria attivata non è stata sufficiente per alleviare/risolvere le criticità segnalate, che non sono quindi stati registrati miglioramenti della situazione che ha raggiunto livelli di guardia insostenibili su tutto il territorio nazionale, con il rischio concreto e ricorrente a fine anno di sfociare nel blocco ritiro, tenuto conto dell’imminente cambio gomme stagionale. Abbiamo pertanto avanzato la richiesta di attivare una fase ulteriore di extra-raccolta PFU affinché vengano risolte tutte le criticità segnalate al MASE e sia evaso l’intero quantitativo pregresso di PFU giacenti nelle officine associate. Parallelamente, abbiamo sottolineato la necessità di riprendere l’attività del Tavolo Tecnico presso MASE per proseguire il lavoro intrapreso e adottare le misure strutturali decisive, anche di natura legislativa, volte a scongiurare definitivamente il ripetersi di situazioni emergenziali e migliorare il sistema di gestione pneumatici e PFU, a beneficio di tutta la filiera.
Il gruppo di lavoro ha preso atto della mancanza di risultati soddisfacenti della prima wave di raccolta, confermata anche dalle altre Organizzazioni, condividendo la necessità di mettere in campo provvedimenti supplementari per smaltire il consistente quantitativo di PFU ancora inevaso. D’accordo con il MASE e con i Sistemi di Gestione individuali, è stato pertanto deciso di confermare l’extra target di raccolta PFU fino al 10% per il 2024, per sopperire all’emergenza ancora in atto, in modo che i Consorzi possano operare con modalità flessibili secondo le necessità degli operatori e possano intervenire nelle aree dove persistono le criticità.
Il target aggiuntivo di raccolta non è ovviamente sostitutivo della quota ordinaria obbligatoria ai sensi del DM 182/2019, che resta ferma e che proseguirà parallelamente. Per evitare di confondere i due piani e per una visibilità chiara tra il target obbligatorio e la quota straordinaria, l’extra-target avrà una rendicontazione distinta rispetto alla raccolta ordinaria. Il GdL sarà chiamato a confrontarsi, indicativamente entro la fine dell’anno, sull’andamento e sui risultati della nuova fase di raccolta straordinaria.
Le prossime mosse
Infine, come da noi richiesto, parallelamente ai lavori del Gruppo di Lavoro dedicato all’emergenza PFU che proseguiranno, dovrebbe essere convocato al più presto il Tavolo istituzionale PFU presso il MASE per intervenire sul piano strutturale attraverso una revisione dell’attuale normativa che sia in grado di efficientare l’intero flusso degli pneumatici e garantirne la sostenibilità economica. In tale sede torneremo a sollecitare le proposte che abbiamo avanzato da tempo al Ministero Ambiente e che riassumiamo:
- intensificare e concentrare il controllo dei flussi degli pneumatici a monte della filiera da parte degli Organi di Vigilanza competenti, con un’attenzione particolare alle vendite on line. Ciò al fine di intercettare i flussi illeciti e contrastare le aree di illegalità presenti sul mercato, snidare le forme di evasione fiscale e del contributo ambientale e recuperare risorse a beneficio dell’economia, dell’ambiente e dell’intera collettività;
- sostenere e agevolare le imprese che operano regolarmente, attraverso un meccanismo di raccolta PFU vincolato alla legittimità degli operatori, che devono essere qualificati ai sensi della Legge 122/1992 (Disciplina Autoriparazione) e alla regolarità dell’acquisto degli pneumatici attestata da idonea documentazione, in modo tale da garantire l’effettività del servizio ritiro a fronte del pagamento del contributo. Ciò anche al fine di contrastare fenomeni di abusivismo e concorrenza sleale, evitando che i Consorzi procedano al ritiro presso operatori-gommisti che praticano irregolarmente la sostituzione di pneumatici, con i conseguenti rischi non solo per l’ambiente, ma anche ai fini della sicurezza stradale;
- rendere pubblici i dati di raccolta degli pneumatici da parte dei soggetti autorizzati (con le rispettive quote), eventualmente attraverso un portale pubblico;
- prevedere un nuovo Extra target, quale utile strumento di supporto per alleviare le difficoltà operative degli autoriparatori-gommisti legate all’accumulo degli pneumatici nelle officine, con il rischio di incorrere in pesanti sanzioni amministrative;
- rivedere il sistema di assegnazione dei quantitativi di PFU secondo criteri che rispondano alle effettive esigenze e specificità territoriali, superando i problemi di accorpamenti in macro-aree poco funzionali sul piano operativo (es. accorpamento Marche a Umbria e Toscana).
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