Il resto e’ dispersione di risorse umane e finanziarie, per esempio sulla rotta Potenza-Bari,circa 4 ore,con 4 cambi, viaggia solo chi vuole sperimentare la lentezza e la fatica dei cambio ferro-gomma.
In Basilicata, che le Fal considerano il cortile di casa di Bari, oltre al fallimento evidente a tutti della metro di Matera e del collegamento con Bari, questo sistema di trasporti sopravvive con le linee linee sostitutive su gomma sopravvissute alla sciagurata eliminazione della ferrovia Potenza -Pollino , della Matera Ferrandina ed altre tratte.
Sono servizi sostitutivi che costano oltre il doppio di quelli extra urbani ordinari per ragioni che appartengono al sistema dei piani trasporti e della spesa storica.
Le Fal ogni anno con modalità particolari gestiscono finanziamenti nazionali e regionali, per le cose più svariate : per gli per acquisti di vettori a batteria con scarsa autonomia, per la ristrutturazione ed eliminazione di passaggi a livello in aperta campagna, oppure per l”apertura di un terminal, come nel caso di quello di Gallitello, dove insistono lungo un tratto di trecento metri altre due stazioni .
In trent’anni le Fal ,prima Calabro Lucane, hanno dissipato oltre 120 miliardi di vecchie lire per costruire l’anello della metropolitana di Potenza mai realizzato, a causa di un progetto sbagliato che si è esaurito nella realizzazione di tre sottopassi e nel miglioramento degli immobili di proprietà.
Una stagione di assalto alle risorse pubbliche con il pieno appoggio della Regione e del Comune di Potenza. Il tutto intervallato da tagli di nastri prima con verniciature di stazioni,qualche tornello ,biglietterie automatiche in uno con la disabilitazione della presenza di personale all’insegna del verde e della sostenibilità, due parole magiche nella odierna società della reclame che sfocia con la richiesta di utilizzazione di bici e ciclovie per sessanta km in aree di collina.
Questa volta il taglio di nastro,rinviato piu’volte per assenza di autorizzazioni, tocca al terminal di Gallitello ,in ristrutturazione da 8 anni con una spesa di 8 milioni, con annesso museo di due vettori storici,che in altre regioni vengono utilizzate per trainare treni turistici.Come in Calabria ed in altri territori.
Nell’era della disinformazione quasi nessuno si ricorda del passato e dei precedenti impegni e finanziamenti erogati,torna lo slogan usurato di “un nuovo inizio” con di 30 treni al giorno per la Metro leggera dimezzata.
Come se bastasse aumentare di poco il numero attuale delle frequenze per avere utenti ed erogare servizi.
Dopo la chiusura della stazione Mancusi, riverniciata, recintata, inutilizzata a pochi metri dalle scale mobili di via Ermellini , come quella vicina al San Carlo/Università, doppio binario con FS, gran parte della città è esclusa da servizi funzionali, anche per la mancata interconnessione con i trasporti su su gomma.
Non sono state mai aperte le due stazioni del popoloso rione Lucania, non è stata realizzata la scala mobile da Corso Garibaldi verso Corso XVIII agosto, nè il parcheggio nella stazione Fal di Potenza Città ,finanziato negli anni novanta con la Legge Tognoli.
La stazione degli autobus di fronte alle scale mobili Basento, realizzata per collegare l’infrastruttura nel contempo è stata riconvertita a sede del Comune e sala del Consiglio comunale dalla amministrazione Santarsiero .Ecco il nuovo inizio condito di vecchio
Della serie: come si produce ulteriore declino nel comparto dei trasporti con sprechi e disservizi.
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