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Naples Shipping Week testimone di novità nell’intermodalità e riforma dei porti, strategie per il nostro Paese #finsubito prestito immediato



Durante la Naples Shipping Week 2024, il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, ha annunciato i significativi obiettivi per una intermodalità strategica e porti competitivi

Napoli. In chiusura della Naples Shipping Week, il Governo Meloni, fa un passo avanti e svela le parti salienti di una prossima riforma della portualità italiana.
Ad annunciarla è stato il Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, spiegando una riforma significativa per il settore portuale italiano.

A parte le diatribe su una finanziaria dentro la maggioranza tra la Lega di Salvini, Forza Italia e i Moderati di Lupi, l’On.le Rixi è andato oltre, sottolineando che “… oggi serve trovare il modo di gestire la portualità italiana con una proposta complessiva. Serve un soggetto che coordini e che indirizzi gli investimenti privati; l’obiettivo di tutti è quello di coordinare le attività delle Autorità di Sistema Portuale”.

Già, intervenendo a Port&ShippingTech, main conference della Naples Shipping Week, l’On.le Rixi ha dichiarato: “… l’intermodalità è strategica per il nostro Paese e deve essere omogenea sul territorio nazionale. Il Governo si sta adoperando per sostenere quelle realtà oggi in ritardo al fine di potenziare il sistema logistico, con flussi di merce costanti senza rallentamenti. Ciò significa aumentare la capacità degli scali per garantire un secondo pilastro logistico continentale nel Mediterraneo”.

Rixi ha poi continuato: “Altro obiettivo è quello di avere una regia nazionale, per individuare obiettivi comuni per il sistema logistico italiano, con una condivisione di database e di linguaggi informatici e con uno scambio costante con l’estero. Credo che sia necessario rendere più autonome le Autorità Portuali e flessibili nei progetti, visto che oggi le strutture rigide non permettono innovazione in tempi brevi”.

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Quell’intervento Rixi lo concludeva: “Altra idea vincente per un paese marittimo è la possibilità di avere partecipazioni estere con concessioni in porti extra-europei. Un modo utile per stabilizzare le linee logistiche, in ogni condizione geopolitica, con servizi tecnologici adeguati ai nostri armatori e al nostro sistema legato alla Blue economy per renderli sempre più competitivi a livello mondiale”.

Ritornando all’esposizione della riforma, a chiusura della settimana napoletana dello shipping, il Viceministro Rixi ha espresso anche in vari obiettivi come, “…è importante superare l’ideologia tra pubblico e privato, mantenendo il controllo pubblico, ma attirando capitali privati per investimenti nel sistema lportuale-logistico”. Altro obiettivo espresso: “accelerare i processi autorizzativi per nuove opere, facilitare gli interventi come i dragaggi e migliorare le infrasstrutture nei porti ‘meno strategici’”.

In quest’ultima espressione si nota un po’ di ‘autonomia differenziata’ perchè la Lega non esplicita i criteri per derfinire un porto strategico rispetto ad un altro, se non la negozioazione politica fra le parti di questa maggioranza.
Poi si è rivolto alle Soprintendenze affermando che “ … sopra il Papa, in Italia, esistono solo le Soprintendenze…”.
Il Viceministro si riferisce che il 30% delle aree portuali è bloccato da vincoli posti dalle Soprintendenze; “… Non si può pensare che dopo 70 anni tutto debba essere vincolato, mi pare che di Cappelle Sistine dopo il secondo Dopoguerra ne abbiamo fatte poche”.

Riassumiamo i diversi cambiamenti che la riforma annunciata da Edoardo Rixi durante la Naples Shipping Week 2024; – creazione di un nuovo soggetto centrale: questo ente avrà il compito di coordinare lo sviluppo infrastrutturale e affrontare le sfide del mercato globale, migliorando l’efficienza e la competitività del sistema logistico nazionale; – accelerazione dei processi autorizzativi: verranno snelliti i processi per l’approvazione di nuove opere, riducendo i tempi burocratici e facilitando interventi come i dragaggi; – miglioramento delle infrastrutture nei porti meno strategici: saranno potenziate le infrastrutture anche nei porti minori, per garantire una distribuzione più equilibrata delle risorse e delle opportunità di sviluppo; – promozione dell’intermodalità: la riforma punta a migliorare il coordinamento tra le varie Autorità di Sistema Portuale (AdSP) per favorire l’integrazione tra diversi mezzi di trasporto, come ferrovia e strada; – attrazione di capitali privati: pur mantenendo il controllo pubblico, la riforma mira a coinvolgere investitori privati per finanziare i progetti infrastrutturali, superando l’ideologia tra pubblico e privato.

Per Rixi, la riforma migliora l’intero Sistema Portuale italiano, ma alcuni porti potrebbero beneficiare più di altri. I porti del Sud Italia ha detto Rixi: porti come quelli di Napoli, Bari e Taranto potrebbero vedere un significativo miglioramento delle infrastrutture, grazie agli investimenti mirati a potenziare le aree meno sviluppate; poi i porti con potenziale intermodale: porti che hanno già una buona connessione con la rete ferroviaria e stradale, come Genova e Trieste, potrebbero trarre vantaggio dalla promozione dell’intermodalità, migliorando ulteriormente la loro efficienza e capacità di movimentazione delle merci: ed ancora i cd porti minori: anche i porti meno strategici riceveranno attenzione, con interventi volti a migliorare le infrastrutture e a facilitare operazioni come i dragaggi, rendendoli più competitivi e funzionali; i porti con progetti infrastrutturali in corso: porti che hanno già avviato progetti di sviluppo potrebbero vedere un’accelerazione dei processi autorizzativi, permettendo una più rapida realizzazione delle opere.

In ultimo ha parlato dei diversi incentivi per attirare investimenti privati nei porti minori, come le gevolazioni fiscali: potrebbero essere introdotte agevolazioni fiscali per le aziende che investono in infrastrutture portuali, riducendo il carico fiscale e rendendo gli investimenti più attraenti; snellimento burocratico: la riforma mira a semplificare i processi autorizzativi, riducendo i tempi e i costi burocratici per le imprese che desiderano investire nei porti minori; finanziamenti agevolati: saranno disponibili finanziamenti a tassi agevolati per progetti infrastrutturali nei porti meno sviluppati, facilitando l’accesso al capitale necessario per le opere;
partenariati pubblico-privato (PPP): verranno promossi partenariati tra enti pubblici e privati per condividere i rischi e i benefici degli investimenti, incentivando la collaborazione tra settore pubblico e privato; supporto tecnico e consulenza: le Autorità Portuali offriranno supporto tecnico e consulenza alle imprese interessate a investire, aiutandole a navigare il processo di investimento e a sviluppare progetti sostenibili e redditizi.

Staremo a vedere!

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